La visita al sestiere di Dorsoduro inizia dalla Punta della Dogana, che come una prua tagliente separa il Canal Grande dal vasto e profondo canale della Giudecca. L'isola della Giudecca, che fa parte del sestiere, è documentata a parte.
E' là che comincia la pittoresca fondamenta delle Zattere una delle passeggiate più amate dai veneziani, perché larga e soleggiata e prospicente il canale, con bar e tavolini all'aperto.
Un tempo qui attraccavano le barche con le mercanzie che scaricavano negli edifici costruiti per conservarle e metterle in quarantena.
Qui si trovano anche i vecchi uffici della dogana ora restaurati e adibiti a museo d'arte contemporanea con ingresso sul campo della Salute.
Quando cessò la peste del 1831, il Senato della Repubblica deliberò di costruire un tempio votivo al quale fu dato il nome di Chiesa della Madonna della Salute.
La costruzione primitiva in legno fu rimpiazzata ben presto dal capolavoro di Baldassarre Longhena.
Le statue che incorniciano la chiesa e le bianche volute girano attorno alle cupole come un fastoso carosello.
All'interno, sul terzo altare a sinistra, una Pentecoste di Tiziano.
(pubblicita' ads A1)
Altre opere d'arte di Tintoretto e Tiziano si trovano nella Sacrestia.
Sull'altare maggiore una stupenda icona bizantina del XIII secolo raffigura La Vergine Maria e il bambino.
Il 21 novembre ricorre la festa della Madonna della Salute. I veneziani ogni anno da secoli vanno a rendere omaggio alla Vergine per aver salvato Venezia dalla Peste.
In quei giorni un ponte provvisorio attraversa il Canal Grande per permettere l'accesso diretto alla Chiesa.
In passato il ponte era inaugurato dal Doge in persona, che apriva la processione votiva.
Nel campo venditori di candele votive, palloncini, dolci e frittelle rallegrano questa festa molto sentita dai veneziani e non ancora turistica, vista la stagione fredda in cui cade.
A fianco della chiesa si trova il palazzo del Seminario, all'interno del quale ci sono opere del Rinascimento con tele di Veronese ed altri artisti dell'epoca.
Continuando la visita del sestiere si passa davanti alla chiesa sconsacrata di San Gregorio e per calli e fondamente costeggiati da piccoli negozi d'arte si giunge all'entrata del museo d'arte contemporanea Guggenheim.
Situato in Ca' Venier dei leoni acquistato da Peggy Guggenheim negli anni '50, il palazzo diventa la sua residenza ed è là che Peggy espone la sua collezione d'arte con capolavori del cubismo, del futurismo, dell'astrazione europea, del surrealismo, dell'espressionismo astratto americano fino agli anni '80 e opere di alcuni dei maggiori scultori del ‘900.
Non molto lontano, continuando la passeggiata, si arriva al campo dell'Accademia dove si trovano le gallerie dell'Accademia, uno dei musei più prestigiosi della città e del Paese.
In origine conteneva alcuni dipinti con l'intenzione di illustrare agli alunni della vicina Accademia d'arte le tecniche di pittura degli antichi maestri.
Fino al XVIII secolo era la sede del convento della Carità al quale apparteneva la chiesa di stile gotico dove sono esposti i quadri dei maestri veneziani del XV secolo.
Nel 1552 Andrea Palladio aggiunse alcune parti ancora parzialmente visibili oggi.
Alcuni trittici e quadri di chiese soppresse furono trasportati là e andarono ad arricchire la galleria a tal punto che oggi costituiscono una collezione chiara e sufficiente di tutta la pittura veneziana.
Alle sale dei maestri primitivi susseguono quelle del
Carpaccio; importanti i 9 teleri della storia di Sant'Orsola
(dipinti tra il 1490 e il 1495), di
Tiziano, di
Paolo Veronese, di
Piero della Francesca
e il famoso e maestoso dipinto "Cena in casa Levi", di
Tintoretto.
Si può ammirare la famosa "Tempesta" e il "ritratto di anziana" di Giorgione.
Una bella strada costeggiata da alberi porta alla fondamenta delle Zattere che costeggia il canale della Giudecca, animato da barche e passaggio obbligato per le grandi navi da crociera che portano migliaia e migliaia di turisti a Venezia.
Un comitato di residenti sta lottando per fare in modo che questi giganti del mare non passino più per il bacino San Marco per arrivare al porto, causando molto inquinamento e rischi gravi per la delicata città.
Sulle Zattere si eleva la chiesa dei Gesuati del XVIII secolo, che contiene celebri dipinti di G.B.Tiepolo e di G.B.Piazzetta.
A pochi passi si può ammirare il più importante e antico squero, che è uno degli ultimi rimasti.
(pubblicita' ads A3)
Sono cantieri di riparazione e fabbricazione delle gondole. Questo è un edificio in legno che ci mostra come dovevano essere le case veneziane dei tempi più antichi.
Nella chiesa di San Trovaso si trovano parecchie opere di Tintoretto, collocate nel presbiterio, nel transetto e nella cappella a destra del presbiterio.
Non lontano si incontra la chiesa di San Sebastiano, nella quale Veronese lavorò dal 1555 al 1570.
Questo edificio è veramente un gioiello da non perdere per i capolavori che Veronese dipinse e dove qui lasciò le sue spoglie mortali.
Fra le numerose opere del Maestro, da notare a destra dell'altare maggiore il "Martirio di San Sebastiano".
Attraversata la sacrestia finemente decorata, il cui soffitto è opera giovanile di Veronese, si consiglia di salire al piano superiore per ammirare da vicino i dipinti del soffitto della chiesa, tra i quali "le storie di Ester", uno dei capolavori del Maestro.
Continuando la passeggiata sulle Zattere si trova la chiesa dell'Angelo Raffaele, famosa per le storie di Tobia il giovane, di Francesco Guardi, che decorano il parapetto dell'organo e sono uno dei più grandi capolavori della pittura veneziana del XVIII secolo.
Delle belle fondamente molto caratteristiche conducono alla chiesa di San Nicolò dei Mendicoli (mendicanti) nascosta in un angolo solitario.
E' una delle più antiche della città, fondata nel VII secolo, ma restaurata parecchie volte e rimaneggiata in epoche successive.
La facciata e il campanile e i capitelli delle colonne all'interno mostrano caratteristiche stilistiche veneto-bizantine del XII secolo.
Nel XVI secolo l'interno della navata principale fu rivestito di legni scolpiti e dorati e di notevoli dipinti.
Nel suo genere è uno degli angoli più suggestivi e solitari di Venezia.
Il campo Santa Margherita è invece affollato in ogni stagione di studenti, residenti e turisti.
Molti locali tipici offrono pranzi a prezzi modici e nelle variopinte osterie si può assaggiare il famoso aperitivo veneziano spritz, composto di vino bianco, con selz, e bitter campari.
Alla fine del campo si trova la chiesa dei Carmini (Carmelitani) che racchiude dipinti di Cima da Conegliano e di Lorenzo Lotto.
Accanto alla porta laterale si trova la Scuola dei Carmini con belle sale decorate da numerosi dipinti del XVIII secolo e un magnifico soffitto dipinto da Gian Battista Tiepolo.
In questa scuola si tengono concerti di musica barocca durante la stagione turistica.
Per raggiungere San Barnaba e Ca' Rezzonico si attraversa il ponte dei pugni.
Le impronte dei piedi in marmo bianco segnavano il punto di partenza per i pugili di un'antica gara.
Chi perdeva era gettato in canale.
Ca' Rezzonico, maestoso palazzo che si affaccia sul Canal Grande, costruito nel XVII secolo, apparteneva ad una famosa famiglia nobile veneziana e testimonia nelle decorazioni sfarzose la ricchezza di cui si circondavano i nobili a Venezia.
Oggi è il museo del '700 veneziano, tutto arredato con mobili, tappeti, dipinti dell'epoca tra i quali spiccano i soffitti decorati da Tiepolo nel salone delle feste, nel quale si celebrano i fasti della famiglia.
Per dare un'idea completa della vita a Venezia sono stati qui raccolti mobili, ceramiche, vetri e curiosità di tutte le specie.
C'è una farmacia, una camera da letto, un piccolo teatro di marionette, un'esposizione di costumi e una bella serie di dipinti di Pietro Longhi che illustrano scene della vita quotidiana dell'epoca.
Per completare il giro del sestiere Dorsoduro, è giusto ricordare che qui vi si trovano anche le carceri di santa Maria Maggiore, dalle quali, procedendo in sestiere Santa Croce, si raggiungono i parcheggi e le fermate dei mezzi pubblici di piazzale Roma, punto d'arrivo dall'entroterra.
Nella foto a destra il nuovo assetto urbano del piazzale, col ponte di Calatrava sul fondo.