Biografia e vita di Lorenzo Lotto (1480-1556)
Lorenzo Lotto, pittore italiano, nacque a Venezia intorno al 1480, ma operò soprattutto lontano dalla sua città d'origine, in Lombardia, a Roma, nelle Marche, per lo più in provincia che nelle capitali.
Non si hanno notizie precise sulla sua formazione artistica, che, sulla base dello stile delle opere giovanili, si ritiene abbia avuto luogo nella sua città natale, probabilmente nella bottega dei
Vivarini, anche se il Vasari racconta della sua infatuazione per la pittura del conterraneo
Giovanni Bellini (1430-1516) e poi del
Giorgione (1477-1510).
Definito spesso di "Spirito Romantico", per l'estrema sensibilità e inquietudine caratteriale, nonché per la vita errabonda, viene segnalata la sua presenza a Treviso a partire dal 1503, dove probabilmente era attivo già da qualche anno.
A Treviso Lorenzo Lotto rimase fino al 1506. Appoggiato del vescovo locale, Bernardo de' Rossi, lavorò e si preparò alle tematiche ed alle tecniche che diventeranno proprie del suo repertorio futuro, dal ritratto alla pala d'altare, dalle allegorie alle immagini devozionali.
Nel 1506 il pittore si trasferì nelle Marche per dipingere un Polittico per la chiesa di San Domenico a Recanati, due anni dopo fu impegnato a Roma, nella decorazione dei nuovi appartamenti papali in Vaticano.
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Il papa Giulio II non ne rimase soddisfatto: così, intorno al 1510, fece ritorno a Recanati, e, nello
stesso periodo, realizzò la pala della "Trasfigurazione" e l'affresco di
"San Vincenzo Ferreri in gloria" per la chiesa di San Domenico e una
"Deposizione" per la chiesa di San Floriano a Jesi, mettendo a frutto le molteplici esperienze maturate.
Nel 1513 gli venne affidata l'esecuzione di una grande pala per la
chiesa di Santo Stefano in Bergamo (ora in San Bartolomeo), la prima di
una importante serie di opere realizzate nella stessa città, costituite in massima parte in ritratti e opere con tematiche religiose.
Nei vent'anni successivi Lorenzo Lotto lavorò nei piccoli centri dell'Italia dove sono ancor oggi conservate le sue belle Pale d'Altare.
Molto più documentata la sua vita dei decenni successivi, poiché, a partire dal 1540, egli redasse il cosiddetto "Libro di spese diverse" - fortunatamente pervenutoci -, in cui diede conto degli eventi relativi alla sua professione e alla vita privata.
Da esso si deducono i rapporti di amicizia (con il Serio e il Sansovino) di questo periodo, ma anche le difficoltà economiche e professionali e
gli aspetti più minuti della vita quotidiana.
Nel gennaio del 1540 fece ritorno a Venezia, dedicandosi all'esecuzione di una grande pala per San Giovanni e Paolo ("Elemosina di
Sant'Antonino") ultimata nel 1542; nell'ottobre dello stesso anno si trasferì a Treviso, per poi tornare, nel 1545, a Venezia.
Nel 1549 gli venne commissionata una grande pala per San Francesco alle
Scale in Ancona, e ciò lo indusse a un nuovo soggiorno marchigiano.
Nonostante le indubbie capacità artistiche, Lotto scontò duramente la
sua posizione autonoma e indipendente nel panorama artistico del tempo:
il successo economico non gli arrise - nel 1550, per procacciarsi
denaro, fu costretto ad allestire una vendita all'asta di quarantasei
dipinti e, negli ultimi anni della sua vita, fu costretto a vendere i
suoi oggetti e poi a entrare come oblato nella comunità religiosa della Santa Casa di Loreto.
L'ultima notazione nel Libro di spese diverse risale al 1 settembre
1556. Morì probabilmente qualche mese dopo: in un documento del 9 luglio 1557 risulta già deceduto.