Biografia e vita di Longhi Pietro (Italia 1702-1785)
Il pittore del rococò veneziano
Pietro Longhi, vero nome Pietro Antonio Falca, nasce a Venezia nel 1702.
Figlio di un argentiere, Alessandro Falca, il pittore Pietro Longhi ha la sua prima formazione proprio nel laboratorio del padre. Fin da piccolo infatti Pietro mostra grande attitudine verso l'arte e proprio suo padre lo incoraggia alla tecnica del disegno.
Conosce il celebre pittore
Antonio Balestra con il quale lavora insieme imparando l'arte della pittura.
Nel 1732 realizza la sua prima importante opera documentata, la pala di "San ,Pellegrino condannato al supplizio" dove sono evidenti gli influssi dello stile Barocco del Balestra, di
Tiepolo e di
Sebastiano Ricci.
Nello stesso anno si sposa con Caterina Maria Rizzi e l'anno dopo nasce
Alessandro che seguirà la carriera artistica del padre anche se il suo approccio alla pittura sarà più individualistico e incentrato sui ritratti di persone comuni, molti dei quali raffigurano soggetti umili.
Nel 1734 dipinge il soffitto per il Palazzo Sagredo a Venezia, rappresentando "La Caduta dei Giganti" che però si mostra essere un fallimento artistico e critico.
Dopo quest' opera Pietro Longhi abbandona per un certo periodo la pittura a sfondo religioso per dedicarsi a quella di genere. Anche a causa di questo fallimento Antonio Balestra manda il Longhi a Bologna dove conosce la pittura di
Gambarini, un raffinato pittore di scene di genere, tipiche del periodo.
Al suo ritorno a Venezia, si dedica alla pittura di scene di vita quotidiana della borghesia veneta, seguendo lo stile di
Nicolas Lancret anche se in modo più ironico.
Dalla metà degli anni Trenta al 1740 circa le opere di Pietro Longhi rappresentano anche motivi rustici e momenti di vita contadina ispirati agli esempi olandesi e fiamminghi.
I piccoli quadri di genere di Longhi forniscono una dettagliata documentazione della vita veneziana.
I suoi dipinti hanno uno spiccato stile rococò e manifestano l'interesse dell'artista per la vita sociale dell'epoca.
Le sue opere, come quelle di
Antoine Watteau, si basano su disegni che rappresentano in modo attento la figura umana.
Nella prima metà degli anni Cinquanta si dedica alla rappresentazione delle carriere, ovvero scene di reali e comuni attività popolari e borghesi, come Il cavadenti, L'indovino, La venditrice di frìtole o Il farmacista.
Nel 1756 entra a far parte dell'Accademia veneziana presieduta dal Tiepolo.
Intorno agli anni Sessanta le sue tonalità si fanno brunastre con linee prospettiche poco curate, molto vicine allo stile di
Rembrandt.
Nel 1763 Pietro Longhi è alla direzione dell' Accademia Pisani del Disegno e dell' Intaglio e si dedica ai ritratti con l'aiuto anche del figlio Alessandro.
Il grande commediografo veneziano Carlo Goldoni (1707-1793) elogia la dedizione del Longhi a rappresentare le manie della società contemporanea.
Infatti il lavoro di Longhi, pieno di umorismo e ironia, è un po' come le commedie di Goldoni.
L'artista è citato anche nelle opere "Le commedie" di Carlo Goldoni.
La loro attività si muove parallelamente sui due fronti artistici diversi quello del teatro e quello dell'arte.
Pietro Longhi muore a Venezia nel 1785 stroncato probabilmente da un infarto.