Tiziano Vecellio, nasce a Pieve di Cadore in una famiglia agiata con importanti incarichi pubblici.
La data della nascita non è certa, Vasari indica come data il 1489, ma alcuni documenti lo contraddicono.
L'educazione di Tiziano, viste la sua propensione più per l'arte che per le lettere, si conclude a nove anni quando viene mandato a Venezia con il fratello ad imparare a dipingere nella
bottega di Sebastiano Zuccato, per passare poi, in quella dei fratelli Gentile e
Giovanni Bellini.
Prima allievo e poi collaboratore di Giorgione (Giorgio o Zorzi da Castelfranco Veneto) stringe con questo una sincera amicizia
ed insieme lavorando l’uno a fianco dell’altro.
Si dice che mentre Giorgione affrescava la facciata del Fondaco dei Tedeschi che
guarda verso il Canal Grande, Tiziano affrescava l’altra, verso la Merceria, raggiungendo e superando il maestro con la vivacità dell’intonazione dei colori.
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Per questo, sembra che i rapporti fra i due pittori si guastasse, ma prima che il dissidio si rivelasse, Giorgione morì probabilmente di peste,
nell'ottobre del 1510.
Tiziano da solo completa gli affreschi e porta a termina anche molte opere incompiute del Giorgione.
Lo stile di Tiziano si era perfezionato nell'uso dei colori, sviluppando la "pittura di tono",
utilizzando gli esempi ora del Giorgione, ora del suo maestro Giovanni Bellini e ora anche al
Mantegna, a Durer e
Raffaello.
Il pittore alla morte del Giorgione era già famoso, conosciuto dal 1503 per la bella Pala di Anversa commissionatagli da Jacopo Pesaro.
Nel 1510 dipinge la Pala di San Marco per la chiesa di Santo Spirito in Isola, oggi,
Santo Spirito alla Salute e l'anno dopo lavora a Padova nelle scuole del Carmine e del Santo
dipingendo i miracoli del neonato, della donna ferita e del piede risanato.
Da Padova è richiamato a Venezia per la realizzazione di affreschi nella sala del Gran Consiglio del Palazzo Ducale
che purtroppo andranno distrutti in un incendio del 1577.
Alla morte di Giovanni Bellini nel 1516 la Serenissima lo nomina suo pittore ufficiale.
Quando Tiziano dipinge ”L’Amor sacro e l’Amor profano” (1515), ha sviluppato con il vigore coloristico,
una forte sensibilità drammatica, che si esprime in forma perfetta ne “L’Assunta” (1518) che,
con la grandiosa scenografia raffaellesca, costituì un avvenimento artistico rivoluzionario per la città.
Tiziano incomincia ad essere riconosciuto in tutta Europa ed i suoi ritratti diventano la Pittura più ambita delle classi sociali più alte: il pittore riesce, con pochi colpi di pennello, a rendere le caratteristiche più significative del soggetto.
Negli anni seguenti, Tiziano, padrone di un ricco bagaglio culturale umanistico, dovuto anche all’amicizia stretta
con gli intellettuali di Venezia, come Pietro Bembo, Pietro Aretino, Iacopo Tatti
detto il Sansovino, inizia a lavorare per le corti italiane di Ferrara (1519), di Mantova (1523), di Urbino (1532)
e per l’Imperatore Carlo V (dal 1530) con una ricca produzione di scene mitologiche
sensuali e decorative con Baccanali e dee discinte (Venere di Urbino, 1538) nelle quali il ricchissimo tonalismo
rende appieno ed esalta i giovani corpi nudi immersi in paesaggi fiabeschi .
Tra i suoi ritratti troviamo personaggi come l’Ariosto, attualmente alla
National Gallery di Londra, Federico Gonzaga e Carlo V al Prado di Madrid, il Cardinale Ippolito dei Medici a Palazzo Pitti di Firenze, Francesco della Rovere agli Uffizi di Firenze, l'Uomo dal guanto, l'Ambasciatore Girolamo Adorno, Cornelia, dama d’onore della contessa Pepoli, il Ritratto di Alfonso I d’Este, e molti altri.
Nelle sue opere ritrattistiche si evidenzia il modello ideale della bellezza del Cinquecento, vi sono raffigurate donne bellissime e sensuali, molto spesso con la capigliatura sciolta ed abbondante che ricade sul corpo dalle nude spalle, con accessori allegorici o simbolici come animali domestici o strumenti musicali.
Dopo il 1540, questo equilibrio viene a mancare e Tiziano incomincia a seguire la
Corrente Manieristica ed un primo esempio di questo
cambiamento si evidenzia nell’opera “L’Incoronazione di spine” (1542 Santa Maria delle Grazie, Milano).
Tiziano si reca a Roma con il figlio Orazio, anche lui pittore, per un lungo soggiorno tra il 1545 e il 1546,
durante il quale realizza il ritratto di papa Paolo III con i nipoti Alessandro ed Ottavio
Farnese ed altri lavori profani fra cui “Danae con Cupido".
A Roma il pittore si confronta con la cultura manierista, imparando da questa un moderato uso del chiaro-scuro,
la composizione più complessa e mossa, eleganti riferimenti alla statuaria antica
creando un nuovo tipo di figurazione, altamente drammatica ed emotiva.
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Negli ultimo vent'anni Tiziano accentua ulteriormente il suo ritmo di lavoro, producendo grandiose opere
per le chiese di Venezia, indirizzate stilisticamente a quella progressiva materializzazione
delle forme, attuata attraverso l’impiego di pennellate rapide e corpose che amalgamano o spezzano toni di colore.
Nel 1575 una violenta epidemia di peste colpisce Venezia e Tiziano, presagendo vicina la sua morte,
dipinge una grande tela per la Cappella di Cristo nella chiesa di Santa Maria dei Frari, dove aveva
chiesto ed ottenuto il permesso di essere sepolto.
La tela, denominata "La pietà", (conosciuto anche come il Compianto del Cristo morto) evidenzia il cupo
pessimismo del pittore che si dipinge nel quadro come un vecchio nell’estrema e tragica angoscia
dell'uomo che sente prossima la morte.
Il 27 agosto del 1576 colpito dalla peste, Tiziano muore senza aver finito "La Pietà" che verrà finita da Palma il Giovane.
Galleria opere d'arte di Tiziano Vecellio
slideshow
Papa Alessandro presenta Jacopo Pesaro a san Pietro (1502)
Ritratto di Ariosto (1508)
La schiavona (1510)
Concerto campestre (1510)
(F1)
Madonna degli zingari (1510)
San Marco in trono (1510)
Noli me tangere (1511)
Le tre età dell'uomo (1511)
Il marito vizioso (1511)
Miracolo del neonato (1511)
Amore sacro e profano (1514)
Amore sacro e profano dett. (1514)
(F3)
Banchetto degli Dei (1514)
Amore profano (1514)
Vanità (1515)
Flora (1515)
Giuditta e Oloferne (1515)
Suicidio di Lucrezia (1515)
Violante (1515)
Madonna delle ciliege (1515)
Assunzione della Vergine (1516)
Assunzione della Vergine dett. (1516)
Ritratto di un uomo con cappello rosso (1516)
Madonna di Pesaro (1519)
Venere e i bambini (1519)
Cupido con la ruota della fortuna (1520)
San Sebastiano (1520)
Il bravo (1520)
Polittico Averoldi (1520)
Bacco e Arianna (1522)
Ritratto di Laura de Dianti (1523)
Baccanali (1523)
Uomo con i guanti (1523)
Federico Gonzaga duca di Mantova (1525)
Madonna col bambino (1530)
Madonna col bambino dett.(1530)
Madonna e bambino con santa Caterina e il coniglio (1530)