Biografia e vita di Cosme Tura (Italia 1433-1495)
Cosmè Tura o Cosimo di Domenico di Bonaventura, decoratore, disegnatore, affrescatore, pittore italiana, nasce a Ferrara probabilmente nel 1433 e fu il fondatore della scuola ferrarese della quale fu uno dei rappresentanti di spicco.
Figlio di un calzolaio, non si hanno notizie sul suo apprendistato, che Vasari collegava al misterioso artista
Galasso Ferrarese, figura quasi mitica che era legata da amicizia a Piero della Francesca.
Le notizie della vita di Cosme Tura sono poche e con ampi vuoti, ma sembra che già nel 1451-52 decorasse oggetti di uso quotidiano per la corte,
disegnasse stemmi sulle bandiere e ornasse le armi da parata, attività proprie delle botteghe artistiche locali.
Nel 1456 Cosmè torna a Ferrara, dopo essere stato a Padova a perfezionare le sue capacità artistiche nella bottega dello
Francesco Squarcione, la più importante fucina di talenti dell'Italia settentrionale da cui uscirono molti maestri che diffusero lo stile
Rinascimentale quali
Carlo Crivelli,
Michael Pacher e soprattutto
Andrea Mantegna.
Nel 1458, Borso degli Estensi lo incarica di sostituire il pittore di corte,
Angelo Maccagnino, morto nell'agosto
di quell'anno, e Cosmè realizza affreschi per lo studiolo di Belfiorek, scenografie per gli spettacoli di corte, cartoni degli arazzi per le camere pubbliche e private del principe, disegni per medaglie, coperte e barde da cavallo, codici miniati, decorazioni monumentali di Chiese, polittici e dipinti per la devozione privata.
Le sue opere rivelano l'incontro e lo studio dei
Pittori Rinascimentali sottolineando il senso per la costruzione spaziale geometrica, lo spirito monumentale e l'uso di una luce tersa e nitida, che usò soprattutto negli sfondi, mutuata da
Piero della Francesca.
Da
Donatello Cosme apprese l'uso della prospettiva lineare, nelle linee forti e nella capacità di dare umana espressività alle figure.
Nell'uso del colore il pittore si ispirò alla
Pittura Fiamminga, visibile a Ferrara nelle collezioni, dalla quali imparò il gusto per il rispetto dei dettagli e per la resa dei diversi materiali, dal luccichio delle gemme ai riflessi morbidi dei velluti, tramite l'uso della tecnica ad olio.
Dotato di grande personalità e di multiformi capacità fu presente in tutte le manifestazioni artistiche della corte estense e i vari duchi che si
succedettero, nei cinquant'anni della sua vita artistica, lo utilizzarono nei più disparati lavori, come consono agli artisti di corte dell'epoca, che non conoscevano una rigida specializzazione.
Dopo la morte di Borso, Cosme Tura continua la carriera con Ercole I che lo nomina ritrattista di corte, incarico che coprirà fino al 1486 quando verrà sostituito dal più giovane
Ercole dè Roberti (1455/1456-1496).
Il pittore muore a Ferrara nel 1495, lasciando moltissimi opere oltre le moltissime andate perdute.
Nella cattedrale di Ferrara sopravvivono le grandiose ante d'organo del 1469, "
Annunciazione" e "
San Giorgio che libera la principessa dal drago", considerate capolavoro assoluto di Tura.