Storia della corrente artistica del Situazionismo
Da sinistra a destra: Pinot Gallizio, Piero Simondo, Elena Verrone, Michèle Bernstein, Guy Debord, Asger Jorn e Walter Olmo
Premessa allo studio della corrente situazionista
Se sei studente, ti anticipo che capire e descrivere il movimento dell'Internazionale situazionista non è per nulla facile!
Che questa corrente, poi, si trasformi in nuove espressioni artistiche concrete non è facile dirlo, a parte gli esempi di pittura che vedi in questa pagina e che sembrano molto influenzate dalle preesistenti correnti
CO.BR.A e
Bauhaus.
L'
Internazionale Situazionista è stato un movimento
filosofico-sociologico ed artistico marxista libertario, con radici nelle avanguardie artistiche d'inizio Novecento, come il
Dada, il
surrealismo ed il
costruttivismo russo, e nel pensiero politico legato al cosiddetto comunismo di sinistra, in particolar modo consiliarista e luxemburghista-spartachista, benché risentisse anche di vaghi accenti anarchici, in particolar modo in alcune delle idee legate al pensiero di Max Stirner.
Storia del movimento Internazionale Situazionista
Il movimento nasce il 28 luglio del 1957 a
Cosio di Arroscia, in provincia di Imperia, dalla fusione di alcuni componenti dell'Internazionale lettrista, del Movimento Internazionale per una Bauhaus immaginista, o MIBI, del movimento CO.BR.A. e del Comitato psicogeografico di Londra.
Il loro programma consisteva nel tentativo di
creare situazioni, definite come momenti di vita concretamente e deliberatamente costruiti mediante l'organizzazione collettiva di un
ambiente unitario e di un gioco di eventi.
Le "situazioni" vanno espresse tramite
l'Urbanismo Unitario, un nuovo ambiente spaziale di attività dove l'arte integrale ed una nuova architettura possano finalmente realizzarsi e si propongono di inventare
nuovi giochi, ampliando la parte non-mediocre della vita, diminuendone, per quanto possibile, i momenti nulli.
Naturalmente il movimento dei situazionisti andava oltre
l'espressione artistica concreta, anzi quasi la rinnegava, considerandola facente parte del meccanismo speculativo economico, rientrante nello spirito della società capitalista che loro contestavano e rifiutavano.
I personaggi principali del movimento, a cui si dovranno la maggior parte degli sviluppi teorici dell'Internazionale, sono il francese
Guy Debord (autore del testo chiave "La società dello spettacolo"), il danese
Asger Jorn, il belga Raoul Vaneigem e l'italiano Giuseppe Pinot-Gallizio.
Concetti fondamentali del movimento situazionista
Concetti fondamentali del programma dell'Internazionale situazionista al momento della fondazione furono il già citato
Urbanismo unitario, la
psicogeografia, ovvero l'esplorazione pratica del territorio attraverso le derive, e l'idea del potenziale rivoluzionario del
tempo libero.
Il movimento cresce e si sviluppa lungo tutto il corso degli anni sessanta, in particolare dopo la pubblicazione dell'opuscolo "La miseria nell'ambiente studentesco francese" scritto dal tunisino Mustapha Khayati (1966), e diffuso in tutte le grandi università europee.
Nel Maggio 1968, a Parigi, il momento più alto di affermazione, laddove si incontreranno il desiderio di cambiamento dei giovani francesi e le teorie carnevalesche (ovviamente in senso rivoluzionario) e scandalose dei situazionisti.
Dopo il maggio la popolarità del gruppo raggiunge livelli mai visti. Centinaia di persone si definiscono situazionisti senza avere realmente recepito i principi ispiratori dell'Internazionale. Abituati ai gruppi di massa, essi desiderano semplicemente aderire. La sezione francese viene inondata di richieste. Debord lascia il posto di editore della rivista, disgustato da questa massa di ciechi ammiratori che chiama
in modo spregiativo "pro-situ", ovvero i seguaci che si avvicinavano all'Internazionale aspettandosi di entrare a far parte di un movimento
che non esisteva.
Nel 1972, a forza di scissioni ed espulsioni varie, Debord e Gianfranco Sanguinetti si ritroveranno praticamente unici rappresentanti dell'Internazionale, disgustati tra l'altro da quanto avvenuto durante l'ottavo congresso tenutosi a Venezia, invaso da pro-situ. Per questi motivi decideranno l'autoscioglimento, non prima di aver dato alle stampe l'ultimo scritto dell'Internazionale: "La veritable scission dans l'Internationale".
Una delle più importanti prese di posizione fu la riflessione sul
diritto d'autore: su ogni loro opera (libro, video, volantino ecc.) era specificato che questa poteva essere fotocopiata in pezzi o intera, modificata o distribuita, sempre a patto che ciò non venisse fatto a scopo commerciale. Una modalità di utilizzo dell'opera che verrà ripresa decenni dopo attraverso il concetto di
copyleft, concetto applicato anche dal nostro sito.
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Visione politica dei situazionisti
Il movimento fa pensare che si trattasse più di persone coinvolte in visioni politiche innovative della società, che in artisti veri e propri.
In realtà hanno sempre attaccato, sin dagli inizi negli anni cinquanta, i regimi totalitari come quelli sovietico e maoista. Gli attacchi ai regimi socialisti dell'est Europa, dell'estremo oriente e non solo, erano formulati con gli strumenti situazionisti dell'analisi marxista.
E come conseguenza del loro operato e delle loro idee si può affermare il loro ruolo cruciale, riconosciuto dagli studiosi del periodo, che ebbero nello scatenare e alimentare il
Sessantotto.
L'analisi marxista della Società dello spettacolo, così come altri testi di analisi marxista pubblicati dai situazionisti, sono tutt'oggi di grande attualità, e suonano adesso quasi ovvi, perché troppo all'avanguardia.
Secondo alcuni autori, le teorie sposate dall'Intellighenzia della Sinistra istituzionale in quegli stessi anni, come l'
althusserismo, il
maoismo, l'
operaismo ed il
freudo-marxismo, non godono della stessa capacità che ha il situazionismo di rappresentare il momento storico in cui viviamo.
La fine dei situazionisti
Il gruppo dura circa 15 anni, durante i quali si sposterà dal terreno delle
avanguardie artistico-letterarie da cui era partito, verso quello più ampio, ma non per nulla alieno, della
critica rivoluzionaria.
L'internazionale situazionista è forse stata il più importante tentativo collettivo di costruire una critica alle nuove forme di dominio che si sono create negli stati capitalisti avanzati dal dopoguerra in poi. Una critica rivoluzionaria al passo con l'avvento del consumismo dove la società dello spettacolo teorizzata da Guy Debord è diventata sempre più di sconcertante attualità.
Comunque il loro carattere è stato così sovvertitore che, dopo vari cambiamenti, nell'arco di una quindicina d'anni hanno chiuso i battenti.
Nati nel luglio del 1957, nel retro di un bar nel paesino ligure di Cosio d'Arroscia, si auto-sciolgono a Parigi nel 1972.
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