Parte seconda
Affresco nell’ex refettorio delle monache
L’affresco del Monastero di Brugora è situato nell’antico refettorio delle monache, e si entra da una porta sotto il porticato del Chiostro del pozzo.
Esso presenta un tema iconografico molto comune nei refettori dei conventi, basti pensare alla Crocefissione del Montorfano situato nel famoso refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie.
La Crocefissione, dalle grandi dimensioni di m. 6.6 x m. 3.3 occupa una parete di quello che oggi è diventata una cappella a uso degli ospiti della Casa di Riposo.
L’affresco fu realizzato nel 1512 ed è incerta l’attribuzione alla scuola del Bergognone, per questo si parla di Maestro di Brugora con aiuti da parte della sua bottega.
Il Maestro di Brugora era uno dei tanti artisti erranti che si muovevano sul territorio brianzolo, attivi in quelle comunità che non potevano permettersi economicamente artisti di fama.
Come gli affreschi nella Sala del Coro nella chiesa attigua al Convento, l’autore mostra una buona cura per i dettagli unita a una certa teatralità e ingenuità.
Al centro dell’affresco vi sono il Cristo sofferente sulla Croce con i due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Ambedue non hanno le mani inchiodate ma legate come si usa nelle Crocefissioni dell’Italia settentrionale.
Alla destra di Gesù il Buon Ladrone: si nota la sua espressione pentita e serena; alla sua sinistra il Cattivo Ladrone in agonia, non pentito. Il primo ladrone è destinato al Paradiso, il secondo alla dannazione eterna.
Alla destra di Gesù (a sinistra per l’osservatore) c’è il centurione romano con un’armatura rinascimentale, il suo atteggiamento solenne e con le mani giunte induce a pensare che potrebbe trattarsi del committente dell’affresco.
Ai piedi del Cristo si contano moltissime figure, ognuna con il suo ruolo, ventitré in tutto.
In primo piano ai lati della croce Maria Maddalena, affranta e piangente che abbraccia la Croce di Cristo, dall’altro lato il soldato romano aguzzino rappresentato con due gozzi, simbolo della sua malvagità.
A destra si nota la Vergine Maria svenuta e sorretta da Marie Dolenti, ai lati San Pietro con le Chiavi d’oro e d’argento; accanto a lui Santa Marta, con il secchiello di acqua benedetta e ai suoi piedi la Tarasca, una figura demoniaca sconfitta dalla Santa.
All'estrema destra della Croce, altre figure di santi benedettini, tra cui spiccano in primo piano San Benedetto da Norcia con la barba bianca e dietro di lui sua sorella gemella Santa Scolastica, fondatrice del ramo femminile dei conventi benedettini.
A sinistra della Croce, San Giovanni Evangelista, poi San Paolo con un libro che originariamente brandiva anche una spada oggi non più visibile.
Accanto a San Paolo, il grande Sant’Ambrogio che brandisce lo staffile e dietro di lui San Pietro Martire, un domenicano ucciso con un colpo d’ascia in testa nei boschi di Barlassina.
Segue poi la rappresentazione di San Girolamo in rosso, uno dei padri fondatori della Chiesa, di spalle San Domenico di Guzman, poi due santi francescani, San Francesco d’Assisi e San Bernardino da Siena. Infine i due protomartiri Santo Stefano e San Lorenzo.
Il primo martire, santo Stefano è rappresentato con le pietre poiché fu lapidato e l’altro martire, San Lorenzo, invece con la graticola, giacché fu arso vivo.
Il paesaggio di sfondo alla Crocefissione è un tipico paesaggio lombardo con al centro uno sbiadito palazzo, forse il Castello dei Casati, oppure più verosimilmente la rappresentazione della Gerusalemme Celeste.
In cielo, sorretti da cirri, si vedono i due angeli situati uno a destra e l’altro a sinistra della Croce.
Veduta della sala del Refettorio Ex Convento di Brugora
Alla parete affresco del Maestro di Brugora “La Crocifissione” anno 1512
Storia attuale
Dopo varie vicissitudini legate anche alla
storia d’Italia con le varie dominazioni straniere, il monastero benedettino alla fine fu
soppresso il 15 settembre 1798 dalla Repubblica Cisalpina.
I terreni e i fabbricati furono venduti alla famiglia Giussani.
Nel
1816 tutto il complesso dei fabbricati e dei terreni di Brugora passò di mano dalla famiglia Giussani alla
famiglia Scola, come eredità. Quando nel 1907, Giuseppina, unica erede delle proprietà degli Scola, morì prematuramente, la famiglia decise di donare, in sua memoria, l’intero complesso alla “
Congregazione di Carità” di Besana in Brianza, con l’obbligo di fondarvi un ospedale per il ricovero di poveri e ammalati.
L’ospedale “
Giuseppina Scola” iniziò a operare nel 1924.
Fine seconda parte
Articolo scritto da Rosa Maria Garofalo
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