Nonostante la diversità dei popoli e delle regioni, la produzione artistica nella penisola italiana fu accomunata dalla scelta di
rappresentare forme esistenti.
Sin dalla preistoria, la necessità di esprimere opinioni ed esperienze (magiche, religiose e funerarie) si realizzò tramite la
produzione di ornamenti personali o di culto e negli oggetti votivi.
Tutto ciò fu anche evidente in
altre attività artistiche, come nella grande serie di incisioni rupestri nelle Prealpi del nord Italia, che raffiguravano scene di
caccia, l'aratura dei campi e combattimenti e che includevano figure umane e soprannaturali.
Dalla fine del primo millennio a.C., c'erano
stati profondi cambiamenti nella società, con lo sviluppo di complesse stratificazione sociali. Tutto ciò si rifletté nelle opere
artistiche di monumenti commemorativi dedicati a persone eminenti e in altri monumenti pubblici.
Nella zona del Gargano e in Sardegna, la scultura in pietra fu prodotta a partire dalla fine dell'Età del Bronzo.
I Micenei, che avevano raggiunto
l'Italia meridionale già nell'Era del Bronzo, introdussero l'uso d'argilla raffinata al posto dei più ruvidi materiali d'impasto.
Decorazioni pittoriche su ceramica iniziarono con lo stile proto-geometrico
in Puglia (dall'undicesimo al nono secolo a.C.), e proseguirono con lo stile enotriano (terre del sud)
ritrovato in Basilicata, sulla costa tirrenica.
Poi, alla fine del nono e ottavo secolo a.C.,
i Fenici e i Greci arrivarono in Italia e in Sardegna, introducendo l'adozione di nuove tecniche ceramiche per alcune forme del
Centro Italia: l'uso della ruota, argilla raffinata e decorazioni dipinte.
Durante il periodo orientaleggiante (VII secolo a.C.) ed il periodo arcaico (VI e primo V secolo a.C.)
ci fu un incremento di scambi culturali lungo le antiche rotte,
o sulle nuove rotte marittime lungo la costa adriatica e tirrenica.
Il periodo orientaleggiante prende il nome dalla ricchezza di beni di
lusso importati dal Vicino Oriente e dell'Egeo, comprese le navi di cariche di oro, argento,
vetro e ceramica fine, così come avorio e uova di struzzo, decorate con molte scene figurate.
I Dauni controllavano la foce dell'Ofanto da Canusium (Canosa), così come il commercio con i gruppi che attraversavano l'Adriatico.
La tradizione geometrica dei lapigiani fornì il modello per uno stile
decorativo regolare, che, in ceramica, persisterà al di là della loro influenza.
Le tombe principesche di Noicattaro e Conversano in Peucetia rivelano
una grande quantità di merci importate, piuttosto che di prodotti prettamente locali.
I Messapi, che erano in stretto contatto con i Greci, imitavano l'uso della tecnica a figure nere in ceramica,
copiavano le forme greche del culto, e svilupparono forme monumentali in architettura.
L'influenza etrusca prevalse in Campania a causa del loro dominio diretto fino alla valle del fiume Sele.
Dalla fine del V secolo a.C., l'uso sia di terracotta dipinta
di decorazioni per le gronde degli edifici che di terracotta votiva era molto diffusa nel sud Italia.
L'influenza della colonia greca di Cuma si estendeva da Capua a Teano,
Minturno, e Satricum (un'importante città latina situata presso il fiume Astura,
non lontano da Nettuno), giungendo anche fino a Roma e Caere (Cerveteri).
Con la conquista di Capua da parte di Sabelliano nel 423 a.C., iniziava anche la produzione di sculture in tufo.
Dal 400 a.C. circa, quando i lucani presero il controllo di Poseidonia (Paestum),
fino alla fondazione della colonia latina nel 273 a.C., in quest'area divenne popolare
la pittura funeraria, che era già iniziata nel periodo orientaleggiante in Etruria.
I soggetti erano principalmente scene funerarie raffiguranti musicisti, giochi e offerte.
Il rosso, nero e giallo su fondo bianco (blu e verde erano rari) rispettavano la convenzione dei quattro colori
dettata dal grande pittore greco Apelle (360-315 a.C.).
In Italia, il colore era steso su uno strato di intonaco in calce
applicato al muro, in contrasto con la tradizione greca, in
cui veniva usato dello stucco per simulare il marmo come supporto del colore.
I Sabini furono influenzati dallo stile che si diffondeva dall'Etruria fino al di là
degli Appennini e del territorio faliscio (nome con cui i Romani indicavano un antico popolo dell'Italia centrale).
Rappresentavano animali e mostri immaginari.
In Umbria, nel corso del V secolo a.C., bronzetti di uomini guerrieri
stilizzati e dèi, allungati fino alla deformazione, erano dedicati ai santuari.
Di notevole interesse sono le loro figure antropomorfe, che nascono dal
contatto con l'Etruria settentrionale (610-600 a.C.).
L'arte paleo-veneziana adotta schemi orientaleggianti per rappresentare la vita delle classi superiori.
In seguito, il tema fu utilizzato nel produzione locale di
lavori in bronzo, rivelando l'influenza etrusca.
L'arte dei Siculi e degli Elimi in Sicilia si sviluppa in modo indipendente dall'arte greca e punica.
In una fase molto precoce avevano usato forme
monumentali di abitazioni e santuari, come a Mendolito, Sabucina
e Monte Adranone (fine VI secolo a.C.).
Le gesta di Alessandro Magno hanno poi ispirato le campagne occidentali di
Alessandro di Epiro e Pirro, mentre il periodo successivo fu dominato dalle innovazioni ellenistiche.