Il sestiere di Cannaregio (sestiere a Venezia è sinonimo di quartiere) prende il nome dai canneti che esistevano un tempo.
Il percorso nel sestiere può cominciare dalla stazione S. Lucia, costruita sul luogo di un'antica chiesa dedicata a S:Lucia.
Ai piedi del ponte sul Canal grande si trova la chiesa degli Scalzi (carmelitani scalzi) celebre edificio barocco.
Da lì inizia la strada lista di Spagna fiancheggiata da alberghi e negozi che confluisce nel campo S. Geremia dove sorge
l'omonima chiesa che racchiude la tomba di S. Lucia di Siracusa, portata a Venezia nel 1204.
Sul campo si erge palazzo Labia, oggi sede regionale della Rai, forse il più lussuoso palazzo patrizio veneziano.
Nella sala centrale Tiepolo ha dipinto un affresco che rappresenta Le scene d'amore di Antonio e Cleopatra.
Continuando la passeggiata si attraversa il ponte delle Guglie e a sinistra si trova l'entrata del Ghetto, destinato dalla Repubblica di Venezia nel 1516 a residenza degli Ebrei.
A causa dello spazio ristretto dato loro, costruirono le case più alte della città.
Molto interessanti sono le Sinagoghe degli architetti Longhena e Peruzzi oltre alle sculture moderne poste sulla facciata nel campo del Ghetto novo che ricordano la Shoa.
Proseguendo verso Rialto troviamo il palazzo Vendramin Calergi edificato dall'architetto Mauro Codussi nel XVI°sec.
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La splendida facciata dà sul Canal Grande, oggi è sede del casinò di Venezia.
Procedendo per calli e "fondamente" (strade che costeggiano i canali) si arriva al campo dei Mori chiamato così per le statue di uomini in costumi orientali poste sull'angolo del campo.
Quella di un uomo con naso di ferro è il "Sior Antonio Rioba" celebre a Venezia tanto quanto la statua di Pasquino a Roma.
Poco distante al numero 3399 c'è la casa dove morì Tintoretto.
Il celebre pittore dipinse una serie di capolavori per la chiesa della Madonna dell'Orto che si trova oltre il campo dei Mori, il celebre dipinto del Giudizio Universale e quello degli Ebrei che adorano il vitello d'oro, tutti e due visibili nel presbiterio.
Ritornando in Strada Nuova, in direzione di Rialto, si trova la Cà d'oro, uno dei più bei palazzi che si affacciano sul Canal Grande costruito nel XV° secolo.
Documenta la maestria e raffinatezza dell'architettura dell'epoca a Venezia che cercava di armonizzare i marmi con l'acqua e la luce.
Nelle eleganti sale del palazzo è esposta la collezione di opere del Barone Franchetti donata alla città.
Fra le strette calli che portano al centro, quasi nascosta in mezzo a vecchie case, appare la chiesa di S. Maria dei Miracoli, gioiello del Rinascimento veneziano, costruita da Pietro Lombardo sul luogo dove si venerava un'immagine miracolosa della Vergine Maria.
L'architettura ricorda alcuni modelli toscani della stessa epoca che i fratelli Lombardo, fecondi decoratori, armonizzano in un effetto cromatico squisito con il lusso orientale dell'ambiente veneziano, incassando del porfido, del serpentino a forma di croce, di dischi di cornici e di fregi.
L'interno della chiesa, col suo grandioso altare maggiore sopraelevato, ha lo stesso stile prezioso dell'esterno.