I ponti di Venezia sono circa 400. Per la maggior parte sono in pietra, ma ne esistono parecchi ancora in legno, ferro o mattoni.
Questi ponti, alcuni molto grandi, ma altri piccolissimi, uniscono le 116 Isole in cui è composta Venezia e superando 176 canali
Anticamente i ponti di Venezia erano costruiti senza gradini, i cavalli potevano circolare liberamente in città: i nobili infatti si recavano alle sedute del Maggior Consiglio con le loro cavalcature, chiamati a raccolta dal suono di una delle campane del Campanile di San Marco, detta Trotéra.
Una legge del 1287 proibiva a tutti di cavalcare per le mercerie (tra piazza S. Marco e d il ponte di Rialto) a causa delle ristrette dimensioni della via, con una cortese eccezione: i forestieri appena giunti in città.
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I Ponti di Venezia - Ponte delle guglie
Originariamente chiamato Ponte di Cannaregio, ha ormai preso il nome dai pinnacoli di Pietra D'Istria ai quattro angoli.
Questo ponte risulta eretto la prima volta nel 1285 in legno, ricostruito nel 1580 in pietra, restaurato nel 1641 e nel 1776, assumendo l'attuale aspetto dal 1823.
Recentemente ha subito dei discussi interventi per adattarlo all'uso da parte di portatori di handicap.
I Ponti di Venezia - Ponte dei Sospiri
Posto a poca distanza da Piazza San Marco in direzione di Riva degli Schiavoni, collega il Palazzo Ducale al palazzo delle Prigioni.
Quello che oggi sembra un nome sentimentale deriva dalla letteratura romantica che descriveva lo stato d'animo dei condannati che da questo ponte vedevano Venezia per l'ultima volta prima della prigionia in oscure segrete.
Dallo stemma esposto sul ponte si deduce che fu costruito negli anni a cavallo tra Cinquecento e Seicento, in pietra bianca d'Istria, candida ed elegante.
Oggi è una delle maggiori attrazioni turistiche per chi gira Venezia in gondola.
I Ponti di Venezia - Ponte dei Tre Archi
Il ponte dei Tre Archi, (un arco centrale a tutto sesto e due più piccoli ai lati), che attraversa il Canale di Cannaregio all'incirca a metà della sua lunghezza, originariamente si chiamava Ponte di S. Giobbe, ma quando rimase a Venezia l'ultimo ponte a tre arcate, prese il nome da questa caratteristica.
Sempre in epoca passata il ponte, come tutti i ponti veneziani, era privo delle spallette di protezione e dotato di gradini molto più lunghi e più bassi, caratteristiche queste che gli conferivano una particolare eleganza come documentato dalle stampe del periodo.
L'ultima ricostruzione risale al 1688 ad opera di Andrea Tirali.