Guida alla Valle dei Mocheni
Valle dei Mocheni
I comuni compresi nella Valle dei Mocheni sono
Palu’ del Fersina,
Fierozzo,
Frassilongo,
Canezza,
Roveda e
Sant’Orsola Terme,
anche se quest’ultima località è considerata dai più “meticcia”, non
completamente mochena, frutto forse di una più recente costituzione.
Gli elementi tipici di questa valle sono i
masi,
strutture abitative composte e realizzate in pietra e legno di larice,
albero molto diffuso in tutta la vallata.
La vallata ha altri due nomi,
valle del Fersina
(il fiume che la percorre, e che finisce la propria corsa
immettendosi nell’Adige, a
Trento)
e
valle Incantata, per il fatto che
per anni il tempo da quelle parti sembrava essersi fermato.
Come arrivare alla Valle dei Mocheni
Autostrada A22 del Brennero, uscita
Trento
Centro (km 28 dal casello).
S.S. 47 della Valsugana, uscita Pergine Valsugana e S.P. 8 della
Valle dei Mòcheni.
Trasporti pubblici:
Stazione FS di Trento (linea Monaco-Roma).
Stazione FS di Pergine Valsugana (linea della Valsugana,
Trento-Venezia).
Collegamento pullman Società Atesina: da Trento e da Pergine
Valsugana.
Aereo:
Aeroporti più vicini:
Verona - Aeroporto Valerio Catullo
Venezia - Aeroporto Marco Polo
Milano - Aeroporto di Linate
Bolzano - Aeroporto Bolzano Sud
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Cenni storici della Valle dei Mocheni
Sin dalle prime testimonianze sulla valle si parla di comunità del
tutto autosufficiente, caratterizzata da strutture abitative
tipiche, denominate
masi (Hof),
che costruirono le prime famiglie di contadini migrati durante il
1200 a seguito dell’incremento demografico delle vicine zone di
Pergine e
Caldonazzo.
I signori di queste due località diedero
in affitto ai primi insediati appezzamenti di circa 20 acri di terra
nella vallata.
Il nome "Valle dei Mocheni" deriva da
Mocheno, da
Mache Ich,
“lo faccio io”, è l’autoctono locale, figlio della comunità
riconosciuta a livello europeo come gruppo etnico, che utilizza un
idioma proveniente da influenze di migrazione boema e della bassa
bavarese risalenti al lontano 1300 d.c., incrociati col dialetto
trentino.
Il tipico dialetto locale è frutto di antiche migrazioni, di
lavoranti Boemi e della bassa bavarese tra il 1300 e 1400. sotto
dominio Asburgico, dovute alla scoperta in vallata di giacimenti di
ferro, rame e del prezioso argento.
Cosa fare nella Valle dei Mocheni: Museo di Pietra Viva
Sicuramente da fare una visita al
Museo Pietra Viva, a Sant’Orsola Terme.
Il percorso all’interno del museo dura circa un’ora.
Il museo è su 4 piani e in passato è stato sede per 10 anni della residenza del Podestà della valle, nome del vecchio “sindaco”.
Il museo racconta le origini della valle, ci fa vedere la
ricostruzione di
Otzi, l’
uomo
del Similaum e ci spiega che anche nel 3500 A.c.
la valle incantata era conosciuta tra gli abitanti di
quell’epoca per la presenza di rame, che aggiunto allo stagno
nei vicini forni fusori del passo del Redebus (a 5 km) veniva
utilizzato per produrre bronzo, per punte di frecce, asce e coltelli.
Si può vedere una scultura ad opera di
Luciano Zanoni, un Corvo in ferro battuto che tiene
nel becco una pepita d’oro. Luciano Zanoni è un’artista di fama
mondiale, della valle di Sole, che ha realizzato ad esempio per
Bill Gates un albero di olivo di altezza 270 cm.
Nella
stanza del Podestà,
descritta come “gli Uffizi della Val dei Mocheni” si può
ammirare una realtà distorta, con il colosseo a Verona e tante
altre storie sui
Kroomer, gli ambulanti tipici della vallata.
Fuori dal museo è allestito un
percorso didattico per i più piccoli con il setaccio per la ricerca dell’oro, le erbe officinali della zona, i minerali che danno origine ai colori.
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Visita alla miniera di Palù del Fersina
Accompagnati da un’esperta guida, si può visitare una miniera.
La visita consente di scendere per i cunicoli della
miniera di Palù del Fersina
, la Grua Va Hardobl, a 1700 metri d’altitudine raggiungibile
attraverso un sentiero in mezzo al fitto bosco.
Si attraversa la stretta passatoia, che si vede solamente grazie al fatto che il legno utilizzato è chiaro, sopra ad un piccolo torrente.
E' un’esperienza interessante, forse non del tutto adatta a chi
soffre di claustrofobia, ma un viaggio all’interno della terra.
All'interno della miniera non è però consentito di fare foto.
Il giro dura circa 30 minuti.
Cosa fare nella Valle dei Mocheni: sport e divertimento
D'estate questa valle offre bellissime passeggiate, escursioni in
mountain bike e occasioni per degustare i prodotti tipici locali nei vari ristoranti della zona.
D’inverno si possono fare diverse cose, come ad esempio darsi alle
ciaspolade, ovvero passeggiate sulla neve
usando speciali racchettoni, praticare lo sci di fondo e dedicarsi all' ice climbing.
Le occasioni di svago sono diverse.
E' stata istituita la
Notte bianca Mòchena
che ha coinvolto 13 artisti, di diverse provenienze, anche dall’estero,
in un
Simposio sugli Albi, gli
antichi abbeveratoi di bestiame tipici della Valle.
Attraverso un bando di concorso pubblicato on-line, hanno partecipato
all'evento 40 artisti e da questi ne sono stati selezionati 13 con il
compito di realizzare, attraverso l’antica
arte
dell’intaglio una rivisitazione e rielaborazione degli albi,
attraverso una rappresentazione dell’ Om selvadoc.
Prodotti tipici e cucina tradizionale
Tra i prodotti della gastronomia della valle dei Mocheni si deve
degustare la
lucanica
(tipico salume locale), i tanti formaggi d’alpeggio, il
cuccalar, una sorta di
pane azzimo, ottenuto da farina integrale di frumento e segale e
strutto, amalgamato con il latticello, ideale per la prima
colazione con le marmellate di frutti di bosco.
La Valle è tra i maggiori produttori proprio di frutti di bosco.
Tra i piatti tipici della cucina tradizionale della valle ci
sono due tipi di ravioli ripieni, i
Kropfen, tipici di Palu del fersina e i
Rufioi, il cui ripieno è formaggio, verza e porro.
La
Mortandella, è un prodotto a base di pasta di salame, passato nella farina di
polenta e poi affumicato. Si può arrostire sulla piastra,
condirla con aceto balsamico, oppure affettarla come un classico salame.
Testo e foto di Luca, Homo Sagrae.