Guida di Macugnaga
Come arrivare a Macugnaga
Piccolo comune ai piedi del Monte Rosa una gita emozionante e spettacolosa.
In auto:
Macugnaga è raggiungibile con l’Autostrada A26 dei Trafori, la
Milano - Gravellona Toce, con uscita a Piedimulera / Pieve
Vergonte, per poi seguire la Strada Regionale n.549 e le
indicazioni stradali per Macugnaga.
In treno:
Macugnaga per i trasporti ferroviari si appoggia alla Stazione
Ferroviaria di Domodossola a 42 Km circa per raggiungere
Macugnaga con i servizi di Autobus.
In autobus:
- Linea Domodossola - Macugnaga: Fermate: 1. Pestarena - 2. Borca - 3. Pecetto
- 4. Borca Fermate: 1. Macugnaga - 2. Pecetto
- Linea Varese - Macugnaga Fermate: 1. Macugnaga - 2. Pecetto.
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Storia di Macugnaga
Nella seconda metà del 1200 in seguito ad un matrimonio che legava due nobili famiglie, la valle di Viège e la valle Anzasca si unirono sotto
lo stesso dominio con valli svizzere aabitate dalla robustissima popolazione di Saas facente parte del gruppo etnico dei Walser,
tanto numerosa da essere costretta a ricercare continuamente nuovi luoghi abitabili.
Gli abitanti svizzero profittarono dell’occasione per passare il Monte Moro e calare nell’altipiano di Macugnaga che offriva
clima più mite e praterie più generose. L’immigrazione svizzera diede l’avvio alla costruzione della «chiesa vecchià» accanto
alle baite della più grossa frazione, il Dorf.
Macugnaga, i cui alpeggi più antichi, Rovelli, Garda, Pedriola, Rosareccio, Caspisana e Quarazzola divenne presto parrocchia
autonoma con diritto di tenere un’importantissima fiera annuale che richiamava col concorso di un gran numero di montanari
persino della valle d’Aosta e delle vallate svizzere.
Nel 1300 la Valle Anzasca era in grado di autogovernarsi.
Macugnaga ancora storia
Le lotte medievali fra ghibellini e guelfi sconvolsero anche l’Ossola col risultato che la Valle Anzasca si mise sotto la protezione dei
Visconti di Milano e poi degli Sforza.
Nel 1535, morto l’ultimo degli Sforza, la valle passò sotto il dominio degli Spagnoli che subito imposero nuove pesantissime tasse.
La peste che nel Cinquecento uccise un terzo della popolazione europea non raggiunse la Valle, ma in compenso ci furono incendi
disastrosi e furiose alluvioni che portarono alla rovina la zona.
Durante il periodo Napoleonico cominciarono le costruzioni di nuove strade che avvicinavano le valli al resto del mondo.
Nel frattempo inizia l'epoca delle grandi ascensioni che portano gli appassionati sul Monte Rosa.
Purtroppo queste ascensioni finirono in tragedia sollevando l'opinione pubblica a tal punto che vengono proibite le ascensioni sul Rosa.
Il severo provvedimento non fermò gli alpinisti e, nel 1886 venne inaugurata la capanna Marinelli per aiutare gli scalatori nelle ascensioni dirette da Macugnaga.
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Una gita a Macugnaga
Macugnaga è un delizioso paese in cui si nota subito
il rispetto e l'amore per la tradizionale edilizia montana, senza nulla invidiare al più blasonato Trentino/Alto Adige.
Da Macugnaga, frazione Pecetto, punto d'arrivo con l'auto si prende la doppia seggiovia del Belvedere che porta a quasi duemila metri di quota.
Si tratta di un'escursione non troppo impegnativa ma che regala panorami incredibili e permette di avvicinare il ghiacciaio Belvedere che sembra sia l'unico ghiacciaio delle Alpi in espansione, ammirandone l'imponente «fronte».
Il panorama è grandioso, le cime del gruppo del Monte Rosa chiudono la testata della Valle Anzasca e uno sguardo attento coglie subito il «muro di ghiaccio», qualche decina di metri a sinistra della seggiovia: si tratta del fronte del ghiacciaio del Belvedere.
Una chiara segnaletica guida il cammino verso il rifugio Zamboni-Zappa, a
quota 2.070: si tratta di una passeggiata fisicamente poco impegnativa ma che richiede una certa attenzione in quanto il fondo su cui si cammina è spesso sconnesso e alterna tratti rocciosi a tratti su ghiacciaio.
Giunti al rifugio ci si può rilassare sui prati che lo circondano, raggiungendo il corso del torrente, oppure
proseguendo il cammino verso il Lago delle Locce, bacino incastonato nella morena glaciale, a 2200 metri.
Questo tratto, prima morbido sui prati d'alta quota poi ripido sulla morena glaciale, permette di scorgere, dall'alto, ciò che
resta del Lago Effimero.
Lingue di ghiaccio stratificato sembrano volersi alzare in piedi per gettarsi nella valle.
Tutto attorno è un continuo scricchiolio e franare di piccoli massi e si può facilmente assistere alla caduta di piccole
innocue, ma rumorose slavine dalla cima del ghiacciaio.
Macugnaga