Guida di Milano
Cenni storici su Milano: dalla nascita all'arrivo dei Longobardi
La storia di Milano è molto complessa e antica.
Il nome Milano deriva da "
Mediolanum",
dall'antico nome celtico Midland, cioè "terra di mezzo" o, secondo altre
fonti, da un bassorilievo rappresentante una scrofa per metà ricoperta
di lana, da cui "mezzalana" e quindi Mediolanum.
Fra la Prima e la Seconda Guerra Punica, i
Romani partirono alla conquista dell'Italia del Nord.
Nel 222 a.C. tutta la Gallia Cisalpina era sotto il loro dominio. A Milano, accanto al piccolo centro gallico, i Romani costruirono un campo
fortificato, e le due cittadelle (la gallica e la romana) vissero fianco a fianco per vari secoli.
Milano divenne municipium prima e quindi colonia.
Sotto l’imperatore Diocleziano, nel III secolo d.C.,
Milano divenne capoluogo della Gallia Cisalpina
e si abbellì di palazzi, di templi, di teatri, di terme, di scuole, acquistando tanta importanza da venire chiamata la "
seconda Roma".
Nel 286 d.C. l'imperatore Massimiano fece di Milano la capitale dell'Impero Romano d'Occidente, cingendola
in una cerchia di mura che comprendeva sia la città gallica che la città romana. Manterrà tale titolo fino al 402 d.C., anno in cui Ravenna
prenderà il suo posto.
Nel 313 d.C. l'imperatore Costantino emanò a Milano l’Editto di
Costantino che poneva fine alle persecuzioni contro i Cristiani e
rendeva Milano uno dei centri cristiani più importanti dell’Europa Occidentale.
Nel periodo che seguì la città raggiunse il massimo splendore sotto la guida di uno dei più grandi personaggi della sua storia:
Sant'Ambrogio, nominato vescovo della città nel 374 d.C. e istitutore del rito Ambrosiano, tuttora
diverso dal rito Romano in uso.
Perduta la posizione di capitale, la città conservò ed accrebbe quella di metropoli religiosa e i vescovi successori di Sant'Ambrogio (morto
nel 397 d.C.) vi acquistarono crescente autorità e prestigio anche in campo civile.
Nel 402 d.C. i
Visigoti di Alarico assediarono la città.
Nel 452 d.C.
Attila, re degli Unni, devastò e saccheggiò Milano.
La città cadde sotto il dominio dei
Longobardi
nel 569 d.C., che la tennero per circa 2 secoli generando un periodo di rallentamento.
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Ancora storia su Milano: dai Franchi al Barbarossa ai Podestà
Dal 774 d.C. iniziò la dominazione dei Franchi guidati da
Carlo Magno,
ma la città si riprese solo con l'arrivo dei vescovi. Difesa nuovamente
da solide mura, Milano fu in grado non solo di resistere ad eventuali
assalti, ma anche di accogliere gli abitanti delle campagne che vi
trovarono rifugio, sfuggendo alla tirannia dei feudatari dei castelli
che con l'appoggio dell'imperatore tedesco Corrado II, detto il Salico,
dichiararono nel 1037 guerra a Milano, senza riuscire però a soggiogarla.
Animatore dell'eroica resistenza (dal 1018 al 1045), fu il
grande arcivescovo
Ariberto d'Intimiano,
uno dei più potenti ed influenti signori d'Italia dell''XI secolo.
Dopo Ariberto, verso la fine dell'XI secolo, in seguito a violente lotte
civili a sfondo religioso collegati alla guerra delle investiture,
l'autorità degli arcivescovi diminuì lasciando potere al popolo.
Nacque così il Comune, espressione
della nuova potenza politica delle città e della loro volontà di
combattere ogni potere feudale, persino quello dell'imperatore.
Purtroppo i liberi Comuni cominciarono ben presto a combattersi fra di
loro tanto da dover chiedere l'aiuto dell'imperatore di Germania,
Federico I, detto
il Barbarossa, che per sei volte venne in Italia in guerra
contro il comune di Milano e i suoi alleati. Nel 1160 Barbarossa tornò
in Italia a cingere d'assedio Milano che si era precedentemente
sollevata contro il Podestà mandato dall'imperatore a governarla.
Da due anni durava l'eroica difesa dei Milanesi, allorché un incendio
improvviso distrusse tutti i magazzini nei quali erano stati accumulati
i viveri: la città nel giro di pochi giorni fu costretta alla resa.
Tutti i Comuni si riunirono nel 1167 a Pontida, alleandosi nella
Lega Lombarda, che
il 29 maggio 1176 sconfisse definitivamente il
Barbarossa nella battaglia di Legnano. Seguì un periodo di
pace, durante il quale Milano ricostruì le basiliche distrutte dai
Tedeschi ed eresse nuove chiese e nuovi palazzi.
Dopo la
pace di Costanza nel 1183 tra
Barbarossa e i Comuni, nuove lotte interne per il predominio sul Comune
tra nobili e popolani indebolirono la solidarietà cittadina e
diminuirono la sua capacità di iniziativa e di resistenza alla nuova
offensiva di
Federico II, nipote di
Barbarossa, che sconfisse i Milanesi a Cortenuova nel 1237.
Nel frattempo prendeva forma una novità nell'ordinamento comunale:
all'autorità dei Consoli veniva sostituendosi quella di uno solo
cittadino: il
Podestà, alla cui
carica ambivano le più potenti e nobili famiglie cittadine. Iniziò così
una guerra fra la famiglia dei
Torriani
(o Della Torre) e quella dei
Visconti,
che si concluse con la vittoria di questi ultimi, i quali, nel 1311, divennero i signori della città.
Le signorie dei Visconti e degli Sforza Milano
La signoria dei Visconti durò 136 anni.
In questo periodo Milano divenne la capitale di un vasto Ducato con
Gian Galeazzo nel 1395. Venne creato
intorno a Milano un vasto Stato territoriale che si estendeva
sull'intera Lombardia e su gran parte delle regioni circostanti, e che
diede alla capitale un ampio respiro politico e culturale e ne rafforzò
la potenza economica. Ogni città di questo territorio aveva il proprio Castello Visconteo.
In competizione con gli altri Stati territoriali dell'alta Italia,
specialmente con Venezia, lo Stato passò, alla morte dell'ultimo
Visconti, Filippo Maria (1447), agli
Sforza
con
Francesco I. Milano divenne la
più grande e la più ricca città d'Italia, oltre che un vivacissimo
centro di cultura e di arte. La sua reggia fu una delle più eleganti e raffinate d'Europa.
Francesco Sforza regnò per sedici anni,
governando da principe saggio, con giustizia e con moderazione. Oltre
alla riedificazione del
Castello Visconteo
(che da lui si chiamò
Castello Sforzesco),
a lui si deve la costruzione del bellissimo
Ospedale Maggiore che sostituì i vari ospedali sparsi per la
città. Francesco Sforza morì nel 1466, lasciando la Signoria al figlio
Galeazzo Sforza che, sconsiderato, dissipatore e crudele, cadde ucciso, nel 1476.
Il nuovo duca
Gian Galeazzo II, in quel momento aveva soltanto sei anni; perciò fu messo sotto la tutela
dello zio
Ludovico Sforza, detto il Moro.
Insieme alla consorte Beatrice d’Este diede il via a un periodo di pace
interna, che consentì a Milano di diventare un importante centro culturale e artistico.
La sua ampia corte era in competizione con quella dei Medici a Firenze. Architetti, pittori e scultori arrivarono a
Milano, tra i quali
Leonardo da Vinci che dipinse il Cenacolo, mentre il sommo
architetto
Bramante, innalzava la tribuna della Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Quando Gian Galeazzo II giunse alla maggiore età, non solo non ebbe il
potere, ma si vide relegare in prigione nel castello di Pavia.
A quel punto la moglie di questi,
Isabella d'Aragona,
si rivolse al padre, re di Napoli, che preparò un esercito per attaccare
Ludovico. Questi chiamò a sua volta in aiuto il giovane re di
Francia,
Carlo VIII.
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Dominazione spagnola e austriaca a Milano
Nel 1494 Carlo VIII scese in Italia con il suo esercito, ma la sua impresa di conquista fallì. Iniziò una
fase triste per l'Italia in seguito alle continue
lotte fra Francia e Spagna.
Nel 1500,
Luigi XII, re di Francia,
scese in Italia sconfiggendo il Moro.
Da quel momento Milano divenne un campo di battaglia tra Francesi e Spagnoli per un quarto di secolo e, dopo alterne dominazioni, che la
danneggiarono gravemente, fu conquistata dall'imperatore
Carlo V, che alla morte dell'ultimo
degli Sforza nel 1535, Francesco II, la assegnò al figlio
Filippo II, re di Spagna. Ebbe così
inizio il lungo periodo della
dominazione spagnola.
La dominazione spagnola (1535-1713) fu il più lungo periodo di
dominazione straniera subita da Milano portandola al declino a causa del
forte fiscalismo imposto dai nuovi signori. In questo periodo ci furono
le due terribili epidemie di peste (quella del 1576 e quella del 1630
descritta dal Manzoni) che decimarono Milano e le attività produttive,
la seconda delle quali segnò la definitiva decadenza della città.
Nel 1713 Milano passa di mano dagli Spagnoli
agli Austriaci della casa Asburgo. Il governo dell’imperatrice Maria Teresa d'Austria, e del suo successore, il figlio
Giuseppe II, diede avvio a un lungo periodo di riforme per la città che le portarono benefici in tutte le direzioni. Di quest'epoca: il Palazzo
Belgioioso, il Teatro alla Scala nel 1778, la Villa Reale di Monza.
Napoleone Bonaparte, austriaci e Regno d'Italia
Nel 1796
Napoleone Bonaparte cacciò gli Austriaci e prese il
potere a Milano che divenne capitale della Repubblica Cisalpina (1797).
Quest’ultima divenne Repubblica d’Italia nel 1802 e poi, con la
proclamazione di Bonaparte imperatore col titolo di Napoleone I, divenne
capitale del Regno d’Italia nel 1805.
Nel 1814 il Regno cadde e, con il Congresso di Vienna del 1815, gli
Austriaci con Francesco I di Asburgo
ripresero il governo del territorio milanese.
Questa situazione portò una parte della borghesia e dell'intellettualità
a fomentare la cospirazione, ispirando la creazione delle cosiddette
"società segrete" tra cui la Carboneria.
Lo spirito di indipendenza della Carboneria, portato poi avanti da
Giuseppe Mazzini, sfociò nelle
Cinque Giornate di Milano, dal 18 al
22 marzo 1848, dopo le quali gli Austriaci e il capitano Radetzky se ne andarono sconfitti.
Mentre Radetzky fuggiva da Porta Tosa (denominata poi Porta Vittoria),
Carlo Alberto varcava il Ticino, facendo propria la bandiera della
rivoluzione. Ma la fiammata fu breve e l'esercito piemontese dovette
riprendere la via del ritorno. E lo straniero ritornò a Milano.A nulla
servì la ripresa della guerra da parte di Carlo Alberto l'anno successivo.
Dieci anni dopo, grazie all'abilità diplomatica del ministro piemontese
Camillo Benso conte di Cavour, durante la II Guerra d'Indipendenza, l'esercitò franco-piemontese varcò
il Ticino e gli Austriaci furono cacciati definitivamente.
L'8 giugno 1859
Vittorio Emanuele II e Napoleone II fecero il loro ingresso a Milano, accolti con entusiasmo dalla
popolazione. Milano fu inglobata nel neonato
Regno d’Italia (1861), sotto il re
Vittorio Emanuele II.
All'indomani della liberazione, Milano cominciò uno spettacoloso periodo
di crescita, che la portò ad abbandonare le sue vecchie mura e la sua
antica topografia. Da lì in poi Milano diventa la città simbolo del lavoro e dell'operosità.
Milano città