Guida di San Martino della Battaglia
Come arrivare a San Martino della Battaglia
San Martino della Battaglia, noto per la sua Torre alta 74 mt, dista 8 km da Desenzano del Garda, è a 135 metri sul livello del mare e gode di un meraviglioso panorama verso il Lago e le colline del Garda.
In auto ed in treno il punto di riferimento è Desenzano del Garda raggiungibile con Autostrada A4
Milano - Venezia, uscita al casello di Desenzano, poi proseguire in
direzione di Castiglione D/S seguendo le indicazioni stradali.
In aereo:
Nel giro di 35 Km ci sono gli aeroporti di Verona,
Bergamo e
Brescia
raggiungibili con strade a scorrimento veloce.
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La Torre di San Martino della Battaglia
La torre di San Martino venne costruita, in stile Neo-gotico, tra il 1880 e il 1893
I progettisti furono l'architetto Frizzoni di Bergamo, gli ingegneri Luigi Fattori di Solferino, Monterumici di Treviso e Cavalieri di Bologna.
Dalla cima della torre di San Martino è possibile ammirare un bel panorama che spazia dal basso lago di Garda (si riconoscono
distintamente i paesi di Sirmione, Desenzano, Peschiera, Lazise, Bardolino e Garda) a tutta la Valle del Mincio fino a Valeggio.
Sulla sommità della torre è stato installato un faro che di notte emette una luce tricolore.
La Torre di San Martino della Battaglia - Interno
Si sale in cima alla torre, alta 74 metri, percorrendo una rampa a piano inclinato a spirale.
Nell'ingresso v'è la statua in bronzo di Vittorio Emanuele II dello scultore Dal Zotto.
Le pareti sono dipinte dal pittore Vittorio Bressanin di Venezia.
Salendo per la grande rampa si giunge, via via, a sale disposte l'una
sopra l'altra e dedicate ad alcuni episodi delle guerre risorgimentali.
Gli affreschi della torre pieni di enfasi e di descrittivismo epico-celebrativo, sono un esempio interessante della pittura
d'argomento risorgimentale parallela, stilisticamente, alla corrente pittorica storico-romantica di cui l'Hayez, Gerolamo e Domenico Induno
furono i più famosi rappresentanti.
San Martino della Battaglia - Il Museo
Il Museo storico - costruito nel 1939 su progetto di Antonio Lechi - si trova accanto alla torre e qui vengono conservati i cimeli di una della più sanguinose
battaglie.
Scrisse un testimone: “Poiché nella notte del 24 nessuno
provvide a raccogliere i feriti, molti dei quali perirono in abbandono
dissanguati, fra orribili sofferenze, all’alba del giorno seguente
quella striscia di terreno, già verdeggiante e ridente di colture,
presentava uno spettacolo raccapricciante cosparso di 40.000 corpi umani
stroncati, mutilati, doloranti”.
San Martino della Battaglia - L'Ossario
Nel bel parco che circonda la Torre di San Martino vi è un Ossario che conserva le spoglie
di ben 2.619 soldati italiani e austriaci.
Alla fine della battaglia si contarono 39.000 uomini fuori
combattimento, 11.000 morti, 23.000 feriti, e altri deceduti a seguito delle ferite riportate.
La vista di una immensa parete di teschi umani è davvero impressionante
e fa capire quanto la guerra sia stata atroce e sanguinosa.
L'Ossario è ospitato nella cappella gentilizia dei conti Treccani.
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San Martino della Battaglia - La Storia
La Battaglia di San Martino e Solferino fu combattuta durante la Seconda Guerra d’Indipendenza il 24 giugno 1859.
A fianco degli Italiani combattevano i Francesi e di fronte avevano gli Austriaci.
La battaglia, che fu una delle più sanguinose che si ricordino nell'ottocento europeo: si sviluppò in due episodi tra loro separati
conclusi con la vittoria degli eserciti francesi e italiani.
Il mattino del 23 giugno, infatti, le armate dell'invasore austriaco che si erano già ritirate e accampate nel Quadrilatero (Peschiera, Mantova,
Legnago, Verona), ripassarono il Mincio per contrattaccare lungo la linea del fiume Chiese.
Mentre a nord, sui colli di San Martino, le truppe piemontesi impegnavano l'ala destra austriaca in uno scontro che si sarebbe
concluso vittoriosamente nel tardo pomeriggio, a sud i francesi guidati da Napoleone III, venivano in contatto con il grosso delle truppe
nemiche poco prima delle sei del mattino a Solferino.
La nascita della Croce Rossa
Gli scontri, violentissimi e estremamente cruenti, si protrassero sino al primo pomeriggio, quando, pressato su tre fronti, Francesco Giuseppe batté la
ritirata, lasciando sul terreno quasi un quarto dei propri soldati e tra questi anche molti ufficiali.
Jean-Henry Dunant, visitando la sera stessa il campo di battaglia fra i lamenti dei moribondi, vide i corpi calpestati ed i feriti affidati alla
pietà delle popolazioni, più che agli insufficienti servizi sanitari militari.
Le donne abitanti i dintorni del campo di battaglia, si erano spontaneamente attivate nel gesto generoso che non discriminavano sulla
nazionalità dei feriti, aiutandoli.
Dunant, colpito da tanto coraggio e pietà iniziò ad idealizzare i principi che portarono alla nascita della Croce Rossa che valse al
suo fondatore il primo Premio Nobel per la Pace.