Informazioni sulla Chiesa Santa Prassede
Chiesa Santa Prassede a Roma
La Basilica di Santa Prassede (in latino: Basilica Sanctae Praxedis) è una basilica minore situata vicino alla basilica di
Santa Maria Maggiore, fatta costruire da Papa Pasquale I (817-824), su un luogo di culto esistenti già dal V secolo d.C. per custodire le spoglie di circa duemila martiri cristiani.
Ricchissima di opere d’arte medievali, vi si accede dal portale laterale aperto sull’omonima strada; l’ingresso principale sulla facciata laterizia a spioventi, con portale del 1500 è aperto nelle festività, si affaccia a una quota assai più bassa su via di S. Martino ai Monti
La pianta interna è a tre navate divise da colonne di granito.
Al centro del pavimento un disco di porfido copre il pozzo dove Santa Prassede raccolse i resti dei martiri e, in un piccolo vano a destra dell'ingresso, è situata la
Colonna della Flagellazione, portata da Gerusalemme nel 1223 e ritenuta quella a cui fu legato Gesù.
L'elemento più impressionante della chiesa, è il mosaico decorativo della
Cappella di San Zenone considerato ilmonumento bizantino più importante di Roma, voluto da Papa Pasquale I.
Vi si accede per un portale inquadrato da due colonÂne di marmo nero, con capitelli e basi eseguiti appositamente a imitazione di quelli antichi, su cui poggia una bella architrave antica sormontata da un’urna del I secolo.
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Al di sopra della porta, la finestra circondata da una fascia a ferro di cavallo nella quale sono raffigurati la Madonna col Bambino e Santi e nel giro esterno Cristo e gli Apostoli.
L’interno è di grande suggestione, anche se di dimensioni limitate, a pianta quadrata, con volta a crociera sorretta da quattro colonne di granito proveniente da antiche costruzioni romane.
Nella volta, quattro elegantissimi angeli vestiti di bianco, sorreggono un tondo col
Cristo benedicente; nelle lunette e in un
piccolo vano vi sono altri mosaici con Santi Martiri, oltre a Teodora madre di Pasquale I (definita «Episcopà»).
Davanti, sul terzo pilastro della navata si trova una delle prime opere di
Gian Lorenzo Bernini: il busto del vescovo Santoni (1614).
Un aspetto intrigante e relativamente sconosciuto è un vano, un tempo parte del transetto alla base del campanile dell’XI secolo, che conserva alcuni vivaci affreschi con scene di martirio, risalenti al IX secolo
Al centro davanti l'abside è disposta la cripta semi anulare che, attraverso due gradini di rosso antico, sale al presbiterio dove svetta il ciborio, opera di
Antonio Ferrari (1730) che reimpiega quattro splendide colonne di porfido rosso del precedente ciborio di Pasquale I.