Descrizione della Chiesa santa Maria in Trastevere
Chiesa Santa Maria in Trastevere di Roma
La Basilica di Santa Maria in Trastevere è una delle chiese più antiche di Roma: fondata, come domus ecclesiae, nel secondo secolo dopo Cristo da San Callisto, fu terminata nel 341 da San Giulio che la dedicò alla Vergine.
Ricostruita nel XII secolo, con il campanile romanico, da Papa Innocenzo II (1138 -1148), la chiesa odierna sorge sulle fondamenta della chiesa precedente, pertanto il pavimento e la struttura delle pareti risalgono al 340 d.C.
La facciata, che conserva mosaici della fine del XIII secolo raffiguranti
La Vergine tra due donatori e due schiere di Sante, venne riprogettata col porticato, decorato da mosaici ed affreschi, da
Carlo Fontana nel 1702 per Papa Clemente XI.
L’interno è diviso in tre navate da ventidue colonne antiche di granito con capitelli ionici e corinzi che sostengono un bordo che corre sulla controfacciata, fatto di antichi frammenti di marmo che, come le colonne e l'architrave della porta d'ingresso, provengono dalle rovine delle Terme di Caracalla.
Tra le finestre, che illuminano la navata, si vede una serie di 13 raffinati mosaici di
Pietro Cavallini sul tema della
Vita della ergine(1291), uno dei più evidenti esempi del momento di passaggio dalle forme ieratiche dell’arte bizantina alla scena prospettica dell’arteitaliana «modernà».
Il pavimento risale al 1200 ed il soffitto in legno fu progettato dal
Domenichino (1617) che dipinse, nell’ottagono centrale, l'
Assunzione della Vergine.
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L'abside della chiesa di Santa Maria in Trastevere contiene i mosaici romani più importanti del periodo medievale (1140-43) che raffigurano, al centro,
Cristo che incorona la Vergine, con a destra i Ss. Pietro, Cornelio, Giulio, Calepodio ed a sinistra i Ss. Callisto, Lorenzo e Papa Innocenzo II.
Sopra si apre a ventaglio l’
Empireo con la mano dell’Eterno che incorona il Figlio; sotto è distribuita la fascia, con al centro l’
Agnello Mistico, su cui convergono dodici pecorelle, gli Apostoli.
Altra opera d'arte da ammirare in questa chiesa è la
Cappella Avila, la quinta cappella a sinistra, progettata da
Antonio Gherardi.
Questa è una delle cappelle architettonicamente più originali della fine del XVII secolo: la parte inferiore è abbastanza scura e presenta forme simili a quelle del
Borromini, ma nella cupola vi è un secondo cupolino interno, che pare un occhio sospeso nel vuoto, retto solo dalle mani di quattro angioletti in stucco.
La chiesa è ricchissima di altre opere d’arte nelle cappelle, nelle navate, nel transetto e negli ambienti della sagrestia, tali da
farne un vero e proprio museo.