Chiesa san Pietro in Vincoli
Informazioni sulla Chiesa San Pietro in Vincoli
La basilica fu fatta costruire nel 442 da Licinia Eudossia, figlia di Teodosio II e moglie di Valentiniano III.
L'imperatrice fece costruire la chiesa per custodire le catene (in lingua latina vincula) che avevano legato San Pietro nel carcere amertino.
Rimaneggiata nei secoli da vari Papi, l'aspetto attuale della chiesa e del porticato d'ingresso, è dovuta al restauro del 1503 di Giulio II della Rovere.
L'interno è diviso in tre navate, separate da 20 colonne corinzie; la volta della navata centrale mostra un grande affresco di Giovanni
Battista Parodi.
A sinistra dell'ingresso c'è la tomba di Antonio e Piero del Pollaiolo di Luigi Capponi con i busti raffiguranti i due artisti fiorentini, sovrastata da un loro affresco.
La navata laterale di sinistra reca molte ricche sepolture di personaggi importanti della gerarchia ecclesiastica, decorate da sculture allegoriche di grande interesse ed in fondo alla navata un organo.
Sul secondo altare della navata destra vi è un Sant'Agostino del
Guercino ed il ritratto del cardinale Margotti del
Domenichino.
Ma l'opera che rende famosa questa chiesa è la tomba di Giulio II costruita da
Michelangelo Buonarroti.
Michelangelo era un vigoroso trentenne quando il Papa, nel 1505, gli commissionò la sua tomba.
Nel primo progetto la tomba doveva essere costituita come un mausoleo a tre piani, di 11 metri per 7, ornato da quaranta statue in marmo con rilievi in bronzo, da porre nella Basilica di San Pietro in Vaticano allora in costruzione.
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Il Mosè scolpito da Michelangelo nel 1515, doveva fare da pendant con la statua di San Paolo, in quanto entrambi avevano ricevuto la visione di Dio.
Il risultato delle continue modifiche apportate al progetto originario per volontà dei committenti e per i numerosi impegni dell'artista, completata quarant'anni dopo, venne giudicato una "misera" parete.
Il monumento posto nella Chiesa di San Pietro in Vincoli, comprende la celebre statua del Mosè, (di 2 metri e 35 cm.), le due statue di Lia e di Rachele, simboleggianti la vita attiva e la vita contemplativa, appositamente scolpite da Michelangelo per la versione concordata con gli eredi nel 1545.
Le statue della Madonna, del Profeta e della Sibilla, furono affidate, per il completamento, a Raffaello da Montelupo, ma furono finite da altri scultori, perchè il Montelupo si ammalò.
La statua di Giulio II giacente, fu scolpito da Maso del Bosco e la Madonna con Bambino da Scherano da Settignano.