Guida di Montecassino
Come arrivare alla Abbazia di Montecassino
Distrutta più volte in passato e sempre ricostruita, l'Abbazia di Montecassino è facilmente raggiungibile,
In auto:
-Autostrada A1 con uscita a Cassino, dopo aver imboccato la superstrada Cassino -Formia, si troveranno presto le segnalazioni per Montecassino.
In treno ed in autobus:
Il treno, posto sulla linea Roma-Napoli raggiunge il centro della città di Cassino. L'abbazia è collegata alla Stazione ferroviari con
l'autobus n.16.
In aereo:
Gli Aeroporti più vicino sono quelli di Napoli Capodichino (104 Km) e quello di Roma Fiumicino (160 Km).
Per contattare l'Abbazia:
Tel.: 0776.311529
Fax: 0776.312393 - 0776.311643
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Abbazia di Montecassino la prima rinascita
Il Monastero venne costruito da
S. Benedetto da Norcia verso l'anno 529 sulla collina di Montecassino dove vi erano i resti di una torre romana di Casinum ed un tempio dedicato ad Apollo, dove, in un sacro recinto gli abitanti del luogo facevano sacrifici pagani.
Furono i Longobardi che distrussero l'abbazia nel 577, ma fu ancora grazie ad un Longobardo, Gisulfo II, duca di Benevento, che nel 744 venne ricostruito, arricchito di terre ed ampi privilegi.
Nei secoli successivi con concessioni e donazioni effettuate da nobili, imperatori e persino da papi, il Monastero divenne proprietario di chiese, castelli, terreni e monasteri.
Nella sua massima estensione, le proprietà andavano dall'entroterra di Cassino al Mar Tirreno attraverso la valle del Garigliano ed il fiume ed i suoi affluenti erano la via di collegamento tra l'Abbazia ed il mare.
Abbazia di Montecassino la seconda rinascita
Per tutto il medioevo, l'abbazia fu un centro di cultura attraverso i suoi abati, le sue biblioteche, i suoi archivi, le scuole scrittorie e miniaturistiche, che trascrissero e conservarono molte opere dell'antichità.
Pur essendo cinta di mura nell'883, i Saraceni assaltarono e saccheggiarono il Monastero, lo incendiarono uccidendo molti monaci.
I superstiti lasciarono le terre che avevano bonificato e rese fertili secondo lo spirito della Regola Benedettina "Ora et Labora", si rifugiarono prima a Teano e poi a Capua, per riprendere la vita monastica riprenderà a Montecassino solo dopo il 948 con il combattivo Abate Aligerno.
Nei secoli successivi, grazie alla guida di grandi Abati, Montecassino ridiventò la gloriosa sede di cultura e di fede che era stata dalla sua
creazione.
Negli anni da 1066 al 1071 la Basilica del monastero venne ricostruita a cura dell'Abate Desiderio (il futuro Papa Vittore III); il monastero assoldò i migliori mosaicisti ed artisti e orafi bizantini per non perdere quel patrimonio di esperienza artistica che in Italia si era ormai persa.
Abbazia di Montecassino altre distruzioni
La vita dell'Abazia venne spesso coinvolta dalle dispute politiche e religiose, subendo le ire dei potenti come nel 1230 quando Federico II scacciò i monaci e trasformò l’abbazia in una fortezza, o quando nel 1799 venne saccheggiata dai francesi
Anche la natura fece la sua parte nel 1349 quando un violento terremoto distrusse l'Abbazia di Montecassino e della bellissima Chiesa costruita due secoli prima non rimasero che le fondamenta.
Ricostruita nel 1366, nel 1512 vennero rinnovati tutti gli gli edifici monastici, forse su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane, grandi lavori edilizi continuarono, con molte interruzioni, fino al 1727, quando fu consacrata dal Papa Benedetto XIII la nuova grande basilica.
I bombardamenti del 1944 distrussero quasi completamente il monumentale che si trovava tra i due eserciti, quando però erano già stati posti in salvo i più importanti cimeli bibliografici e l’archivio al completo.
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Cosa vedere all'Abbazia di Montecassino
La ricostruzione degli edifici, fatta esattamente come quelli distrutti, si concluse il 24 ottobre 1964.
Del monastero primitivo, la cripta sepolcrale di S. Benedetto e la torre, che si presume fosse la sua dimora, sono le sole parti dell’abbazia scampate alla distruzione del febbraio 1944.
Superato l'androne d'ingresso si entra nei tre chiostri comunicanti tra loro; nel primo si trovano le fondazioni di una chiesa a tre navate, identificata con quella di S. Martino.
Della basilica ricostruita nel XIV secolo resta il portale in bronzo centrale che risale al 1066 e, nella sagrestia, una croce dipinta con le figure dei Santi Pietro e Paolo.
Da vedere anche il sepolcro di Piero de’ Medici, figlio di Lorenzo e la serie dei Sacramenti di Giuseppe Maria Crespi detto Lo Spagnolo.
Nell'interno barocco vi sono tele di Dante Ricci, Sebastiano Conca e di Francesco De Mura del XVII secolo; la cupola è stata affrescata da
Pietro Annigoni nel 1980.