Guida di Aquileia
Come arrivare ad Aquileia
In auto:
Ad Aquileia si arriva con le Autostrade A4 Venezia-Trieste e A23 Tarvisio-Udine
Uscire al casello di Palmanova, a 17 km da Aquileia
Seguire le indicazioni stradali su SS352.
In treno:
Aquileia non ha una propria stazione ferroviaria.
Per questo servizio utilizza la Stazione di Cervignano del Friuli sulla linea Venezia - Trieste, distante 8 km da Aquileia, con servizio di autobus dedicato.
In aereo:
Gli aeroporto più vicini sono l'aeroporto di Trieste / Ronchi dei Legionari, con servizio di autobus per Aquileia e l'aeroporto di Venezia a 120 km con bus per Venezia e treno per Cervignano del Friuli.
Cosa vedere ad Aquileia
Inquadrare la città di Aquileia è difficile, perché, nel suo piccolo ha tutto, storia, arte, cultura ed un'aria con una luce particolarissime.
Dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell'Umanità, Aquileia città riassume in se l'atmosfera delle "terre di Aquileia: la laguna, le montagne carsiche ed alpine, la ricca pianura friulana e le tradizioni millenarie.
Non dimenticare di visitare il Museo Archeologico Nazionale, con un'imponente raccolta artistica, la Basilica ed i suoi mosaici, la Via Sacra, il museo Paleocristiano e l'area archeologica di straordinaria importanza.
Nelle vicinanze ci sono alcuni centri di particolare importanza, fra cui
Palmanova, il piccolo
Strassoldo e la bellissima
Grado.
Aquileia cenni storici
Aquileia fu fondata dai Romani come colonia militare nel 181 a.C. come baluardo contro l’invasione di popoli barbari e punto di partenza per spedizioni e conquiste militari.
Grazie ad una buona rete viaria e ad un imponente porto fluviale, col tempo divenne sempre più importante per il suo commercio e per lo sviluppo di un artigianato assai raffinato che produceva preziosi vetri, ambre, fictilia e gemme.
Con Cesare Augusto, Aquileia divenne capitale della X Regio “Venetia et Histria”e cominciò ad essere una delle più importanti metropoli dell’Impero Romano.
Con la crisi dell'Impero Romano e l'avvento del Medioevo, guerre interne, scorrerie barbariche, rappresaglie interne ed esterne la città iniziò lentamente ad acquistare un volto nuovo ma riacquistando, con l’arrivo del cristianesimo, nuova vitalità.
Aquileia - La Basilica
Il primo edificio di culto cristiano ad Aquileia fu edificato nel 313 d.C. dal vescovo Teodoro.
Il numero sempre più grande di fedeli portò presto ad ampliare i primitivi edifici, aggiungendo un Battistero con vasca esagonale.
Pur subendo distruzioni da parte degli Unni di Attila nel 452 la Basilica dedicata alla Vergine ed ai Santi Ermacora e Fortunato continuò ad essere ingrandite, le navate divennero tre con un grande battistero di fronte al suo ingresso principale.
Nella prima metà del IX secolo, il patriarca Massenzio cominciò la ristrutturazione, creando il transetto, il portico, la Chiesa dei Pagani e costruì la cripta degli affreschi (sotto il presbiterio), per conservare le reliquie dei Santi Martiri della Chiesa aquileiese (Ermacora, Fortunato, Crisogono, i fratelli Canziani ed altri).
La basilica attuale è sostanzialmente quella consacrata nel 1031 dal patriarca Poppone dopo le modifiche da lui eseguite (sopraelevazione dei muri perimetrali, rifacimento dei capitelli, affresco dell’abside e costruzione dell’imponente campanile alto 73 metri.
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Aquileia - I Mosaici
Il grande mosaico pavimentale della Basilica di Aquileia risale al IV secolo ed è il più esteso di tutto il mondo cristiano occidentale.
Scoperto nel 1909 dagli austriaci vennero portati alla luce rimovendo il pavimento del X e XI secolo.
I Mosaici di questi pavimenti non ha un motivo decorativo uniforme e ripetitivo, ma è diviso in dieci tappeti figurati con soggetti vari.
Molto belli sono i mosaici che rappresentano la lotta fra il gallo e la tartaruga, le quattro stagioni, i ritratti di donatori e benefattori, la Vittoria, la grande scena marina con all’interno la biblica storia di Giona, il Buon Pastore e diversi animali.
Aquileia - Lavori dal XII al XIV secolo alla Basilica
Nel XII secolo il Patriarca Voldorico di Treffen intervenne con affreschi di abbellimento nella cripta massenziana con scene della vita di S. Ermacora, della Passione di Cristo ed altre a carattere allegorico e profano.
Il Patriarca Marquardo di Randek, dopo il terremoto del 1348 che danneggiò tutta la parte alta della basilica, realizzò l'originale tetto a carena di nave rovesciata e archi a sesto acuto fra le colonne.
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