Guida di Grazzano Visconti
Come arrivare a Grazzano Visconti
Il borgo medievale di Grazzano Visconti è una «città d'arte» del piacentino: dal 1986, si fregia di tale titolo perché nel piccolo borgo si continuano, dopo secoli, la lavorazione del legno, del ferro e della ceramica.
Fa parte Comune di Vigolzone, a 16 Km da Piacenza.
In auto:
Uscita dell'Autostrada A1:"Piacenza sud" o della A 21 "Piacenza est" proseguire sulla tangenziale in direzione "Bettola", dopo 4 km immettersi nella Strada Provinciale Val Nure n°654 fino al km 14.
In treno:
Stazione ferroviaria di Piacenza.
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La storia di Grazzano Visconti
La nobile famiglia Visconti cominciò la sua ascesa verso la fine del XIII secolo, quando sconfitta la famiglia rivale dei Torriani, Giovanni e Luchino Visconti divennero primi "Signori di Milano.
Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, era il detentore del potere politico, mentre Luchino Visconti era l'amministratore della città e delle finanze comunali.
Giovanni istituì la figura della Signoria e lasciò eredi i nipoti Barnabò, Galeazzo e Matteo: i primi due si liberarono presto di Matteo (avvelenandolo) e si divisero il Ducato, pur diffidando l'uno dell'altro per tutta la loro vita.
La stessa sorte di Matteo toccò poi a Barnabò: Gian Galeazzo, ambizioso figlio di Galeazzo, se ne liberò divenendo unico signore di Milano a ventisette anni.
Nel 1386 Gian Galeazzo pose la prima pietra del Duomo di Milano e autorizzò la costruzione di un'altra opera, meno celebre, ma di grande interesse: il Castello di Grazzano. Occasione per la costruzione fu il matrimonio della sorella Beatrice con Giovanni Anguissola.
La stessa famiglia Anguissola fu padrona del castello e delle terre ad esso legate sino al 1870, anno in cui tutto tornò ai Visconti.
Intorno al castello vennero costruite delle abitazioni per la servitù e per gli artigiani incaricati alla manutenzione ed alla costruzione degli attrezzi per la campagna e per gli abitanti del nuovo borgo.
Solo nel Novecento i Visconti rientrarono nella storia di Grazzano, quando Duca Giuseppe di Modrone, “uomo coltissimo di gusti raffinati e di idee ben chiare, volle sottolineare i legami tra il blasone della famiglia ed i possedimenti piacentini, con un progetto volto a sostituire le umili costruzioni attorno al castello e alla chiesa di Grazzano con edifici che ricordassero nello stile quattrocentesco dell'epoca di nascita del borgo.
In pochi anni, intense opere di ricostruzione e ristrutturazione donarono a Grazzano l'elegante aspetto di borgo medioevale che conserva tuttora.
Un progetto che ai tempi non mancò di suscitare vivaci polemiche e velenose critiche ma che oggi offre uno scenario incantevole.
Dopo quasi un secolo, sono ancora i Visconti a difendere l'aspetto medioevale di Grazzano.
Impreziosiscono Grazzano, oltre al castello, la Corte Vecchia (esempio di architettura rurale), il monastero (di costruzione anteriore all'anno 1000), il palazzo dell'Istituzione e l'albergo del Biscione.
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Noi Signore di Milano e Conte di Virtù, Vicario Generale Imperiale, volendo compiacere per speciale grazia i nostri egregi e diletti Signori Giovanni Anguissola e Beatrice Visconti sua consorte, concediamo che nella loro proprietà di Grazzano, nel nostro distretto di Piacenza, possano far costruire liberamente e impunemente una fortificazione quale loro aggradi, nonostante alcuni decreti o nostri ordini emessi in contrario.
I mandanti osservino e facciano inviolabilmente osservare questo nostro scritto.
In testimonianza della qualcosa abbiamo disposto che la presente sia compilata registrata e convalidata con il nostro sigillo." Pavia, 18 febbraio 1395
Il parco del Castello di Grazzano Visconti, di 150.000 mq, venne realizzato all'inizio del '900 su progetto del Duca Giuseppe Visconti di Modrone, si configura come un esempio dello stile eclettico, accogliendo elementi del giardino all'italiana, dei parchi alla francese e all'inglese, rispondendo alle esigenze di decoro in voga tra XIX e XX secolo.
Parterres, ponticelli, fontane e statue sono presenti nelle zone di immediato contatto con il Castello, mentre il giardino romantico e paesaggistico è riservato agli angoli più remoti del parco, dove fermarsi per dedicarsi alla meditazione ed a pensieri elevati.
Nel parco, come usava nei parchi medievali, c'è il labirinto, la casetta dei giochi, l'oratorio, la piccionaia e lo studio del Duca.
La ristrutturazione del castello richiese notevoli opere di ripristino e trasformazione, oltre al consolidamento statico-strutturale dell'edificio.
Gli spazi interni vengono ridistribuiti in rispetto delle norme vigenti, tutta la fabbrica, comprese le torri, viene sopraelevata, gli spalti sono coronati dalla merlatura ghibellina (a coda di rondine) e la torre d'angolo a nord-est, originariamente cilindrica, diviene quadrangolare per adeguarsi a quella di nord-ovest.
La ridefinizione coinvolge anche gli arredi dove la raffinata cultura del Duca Giuseppe Visconti di Modrone trova la sua massima espressione.