Le domande più impegnative (con modesti tentativi di dare risposte)
Se solleviamo lo sguardo e andiamo oltre alle nostre scarpe di moda, ai nostri capelli da domare, al desiderio d'avere più soldi da spendere in mille inutilità, ai legami affettivi che non ci soddisfano mai, e via dicendo... alzando lo sguardo in alto, molto in alto, possiamo arrivare a porci molte domande alle quali non c'è risposta, ma che ci fanno vedere la nostra vita in modo alquanto diverso.
La prima domanda, la più sconvolgente in assoluto è questa:
Ma perché esiste l'universo?
Che bisogno c'era d'inventarsi lo spazio-tempo e riempirlo di un immenso vuoto, interrotto solamente da molte galassie, stelle, pianeti, fino ad arrivare a concepire quella cosa stranissima che è la
vita, come la conosciamo noi?
Non bastava un bel nulla assoluto?
Se ad un certo punto si è dato il via al nostro universo (dico "nostro" perché di universi ce ne potrebbero essere altri miliardi, per quel che ne sappiamo),
dobbiamo pensare che ci sia uno scopo preciso in tutto ciò?
Quale scopo?
Non si sa.
La cosa ancora più strana è che in questo vuoto pieno di stelle e pianeti ad un certo punto la materia si è trasformata, generando quella che chiamiamo "vita".
Molecole (atomi legati tra loro in un certo modo) che si sono unite fino a formare cellule capaci di autoriprodursi e -soprattutto- di evolversi, generando altre forme di vita sempre più complesse, fino ad arrivare alle piante ed agli animali ed ancora di più fino a generare un animale, l'Uomo, capace di porsi domande come queste e cercarne le possibili risposte.
Noi, se non andiamo a studiare cosa hanno scoperto gli scienziati che cercano risposte, ci ritroviamo in una nuda realtà fatta di aria, di materia solida, gassosa, liquida, e percorriamo im questa realtà il più o meno breve tragitto di una manciata di anni, scanditi dal ticchettio del nostro tempo che passa, pensando che tutto finisca qui.
Siamo impegnati a vivere, rispettando le leggi dell'istinto ereditato: respirare aria pura, alimentare il nostro organismo, difenderci da qualsiasi possibile pericolo che potrebbe dare fine alla nostra vita, riprodurci per restituire il grande dono della vita che abbiamo ricevuto ed in fine riposare fino al
giorno successivo. E se non siamo educati e non ci viene fornita adeguata cultura, restiamo fermi a questo basso livello animalesco.
Tutto ciò oggi lo facciamo immersi in una società sempre più complicata, che ha moltiplicato per mille i nostri problemi esistenziali, facendoci sentire sempre più stupidi e inadeguati a scalare le vette del "successo", in perenne competizione con gli altri e con la natura stessa, che stiamo distruggendo perché noi siamo più furbi e più bravi a sfruttare tutto ciò che ci interessa, senza porci limiti sui rischi che tutto ciò comporta, per noi e per l'intero pianeta.
La successiva domanda riguarda proprio la materia, ovvero tutto ciò che colpisce i nostri occhi.
Noi vediamo oggetti immobili, che consideriamo "solidi" perché hanno un peso, una consistenza e occupano un certo spazio. Poi vediamo altri oggetti o forme di vita che invece si muovono, crescono, lottano. Ma anche loro sono solidi. Oggi sappiamo bene che tutta questa materia è apparentemente solida, sembra fatta tutta d'un pezzo, ma così non è.
Ogni materiale è scomponibile.
La prova è facile: immergi un dito in un bicchiere pieno d'acqua e vedrai che l'acqua si "sposta", si divide perchè non è un blocco unico. Ma la stessa cosa se prendi una tavoletta di cioccolato e fai pressione. Ad un certo punto anche quella materia si divide e si spezza in due.
Come mai? Lo sappiamo benissimo da un bel po' di secoli: si spezza perchè deve essere per forza composta da piccole parti che stanno molto attaccate tra loro, ma che agendo con forza possiamo separare. Così siamo arrivati a concepire l'idea che la materia sia fatta di piccole particelle, che abbiamo chiamato "atomi", che vorrebbe dire "la più piccola parte di una materia, non ulteriormente divisibile".
Tutti contenti e soddisfatti, ci siamo immaginati queste piccole particelle, senza porci una domanda fondamentale: ma perché a volte gli atomi danno luogo ad una goccia d'acqua ed altre volte ad una tavoletta di cioccolato, che è un bel po' meglio, no?
Allora a qualcuno è sorto il dubbio che mica tutte le particelle indivisibili dovevano essere uguali. C'è particella e particella!
Così abbiamo capito che gli atomi non sono tutti uguali. Ma cosa li differenzia?
Cerca e ricerca, siamo arrivati a capire che gli atomi col cavolo che sono indivisibili! Hanno un bel nucleo, attorno al quale ruotano particelle particolari, che abbiamo chiamato "elettroni". E di conseguenza abbiamo capito che la materia prima si differenzia in base al numero di elettroni di ogni suo singolo atomo.
Da lì a capire che manco il nucleo era alla fine un pezzo unico c'è voluto poco. E così ecco che il nucleo si compone di protoni e neutroni. Ma non basta ancora, scendiamo ancora più in basso nella scala dimensionale e scopriamo che mentre un elettrone non è divisibile, i protoni e i neutroni del nucleo sono a loro volta separabili in 3 precise particelle, che abbiamo chiamato "quark".
Finalmente siamo arrivati alle vere e proprie particelle elementari?
Manco per sogno! Perché prova e riprova scopriamo che queste benedette particelle, piccolissime biglie che compongono la materia... non sono particelle!!!
E che diavolo sono allora? Ed ecco allora farsi strada la meccanica quantistica, che ci dice trattarsi di onde probabilistiche che se osservate fanno finta
d'essere particelle (più o meno, la faccio semplice, tanto per capirci), ma che se nessuno le osserva stanno in un limbo possibilistico.
Ed è così che tutte le nostre certezze se ne vanno a quel paese! Manco delle particelle ci possiamo più fidare!
Dall'altra parte, poi, abbiamo capito che la cosa più veloce, che nessuno può battere, è la luce. Anche questa fatta di particelle (fotoni) che non sono particelle!
La luce è velocissima (circa 300.000km al secondo). E tutti gli scienziati a dire che nulla può essere più veloce. Ma poi arriva un ricercatore che prende due particelle amiche, che sono state molto tempo una vicino all'altra, ma girando in senso opposto, e le separa. Quella che vede lui gira in senso destrorso, mentre quella che spedisce a chilometri di distanza gira in senso sinistrorso.
Lo shock che ne deriva al povero scienziato è dato dal fatto che ad un certo punto, ribaltando il senso rotatorio della sua particella anche l'altra
particella lontana ribalta a sua volta il senso della rotazione, come fossero ancora una vicina all'altra!
E così siamo arrivati all'entaglement, ovvero il legame che può unire due particelle anche separate e poste a grande distanza.
Ma la cosa più sconvolgente deve ancora venire: due particelle legate tra loro poste ad una distanza enorme... sono ancora legate e se una cambia
direzione di rotazione -immediatamente- anche l'altra si ribalta! Già, ma se la cosa più veloce è la luce, come fanno due particelle a comunicare tra loro "immediatamente", ovvero senza che passi il tempo necessario, dato dalla distanza di spazio che le separa?
Questa scoperta è a dir poco sconvolgente perché apre una miriade di domande a cui non sappiamo rispondere, almeno per ora, anche se c'è sempre qualche furbo che dice d'avere capito tutto.
Tutte le leggi della fisica classica (quella di Newton per intenderci) vanno a farsi benedire, a quel livello microscopico le particelle non sono particelle e se le stacchi fregano anche la velocità della luce!
Queste constatazioni aprono mille ipotesi sull'Universo, su come siamo fatti, su cosa ci può unire anche se siamo lontani, su un mondo che non conosciamo, ma che ci appartiene e che non è assolutamente come tutto ciò che vediamo al nostro livello dimensionale.
Ed ecco l'ultima domandona: vabbé, quando siamo vivi siamo immersi in un mondo materiale che alla fine, se non ci poniamo domande imbarazzanti, funziona benissimo con le sue leggi della fisica classica. Ma quando moriremo cosa succederà dei nostri atomi, o meglio di quelle microscopiche particelle che sono più onde che altro?
A questo punto avviene un miracolo: le ipotesi formulate dalle religioni orientali s'avvicinano alle ipotesi scientifiche più avanzate! Pare che loro ci siano arrivati senza tanto studiare e sperimentare, magari per intuizione e perché non hanno la testa piena di smartphone, auto, pellicce, soldi, ecc.?
E così si inizia, tramite lo studio della meccanica quantistica, a supporre che il nostro Io non sia proprio materiale, chiuso nel nostro cervello, ma che sia qualcosa che ha a che fare con l'intero Universo. Si parla di "cosapevolezza universale", si parla di "spirito quantistico", di "sincronicità" e via dicendo, in un dedalo di ipotesi talvolta molto azzardate e che è giusto studiare, ma di cui al momento non possiamo fidarci perché scientificamente siamo ancora
proprio nel campo delle semplici (si fa per dire, semplici) ipotesi.
Ma allora è possibile che mi attenda un'altra forma di vita, di consapevolezza del mio Io, immerso magari in un universo diverso, come fa sospettare la meccanica quantistica?".
Se teniamo i piedi per terra a questa domanda non c'è risposta sicura. Certo ci sono casi di gente morta (apparentemente) e poi tornata in vita che ha raccontato d'avere visto un gran luce o altre cose assai strane. Pensare che dopo la morte si finisca in una gran luce non mi conforta più di tanto. Penso sempre allo scorrere del tempo. Come mi diverto se per i prossimi milioni di anni me ne starò in mezzo alla luce e basta?
E se il tempo addirittura non scorresse? Sempre fermo, immobile, sospeso in un nulla? Terrificante!
Possiamo ascoltare le mille ipotesi, ma senza mai abbandonare l'idea che tra le più probabili resta quella che una volta defunti di noi non rimanga nulla, come sperimentiamo ogni notte durante il sonno profondo.
Ed allora la cosa più saggia che possiamo fare sarebbe quella di vivere serenamente il più possibile, di mettere in pratica buoni propositi, di essere onesti, amorevoli, educati, rispettosi, generosi con gli altri, ribaltando il nostro innato egoismo nella più pura e appagante forma di altruismo.
Niente competizioni, ma tante collaborazioni, per intenderci. Staremo meglio, saremo più amati e forse... chissà, magari ci conquisteremo un premio
nell'aldilà molto stimolante e piacevole, avendo la coscienza pulita.
N.B. In queste riflessioni non cito alcuna ipotesi che preveda un Dio creatore, perché respingo l'idea di un Dio che "crea l'uomo a sua immagine e somiglianza", dopo avere studiato la storia e tutte le guerre che si sono succedute regolarmente fino ai giorni nostri e dopo avere per decenni ascoltato le spaventose notizie di cronaca nera dei TG.
Non si può pensare che le cattiverie da noi così facilmente realizzate siano comportamenti ispirati dalla somiglianza con qualche Dio.
Un Creatore ideatore dell'Universo è veramente difficile da immaginare. Allora bisogna fermare il cervello, non porsi domande e pregare sperando che comunque qualcuno risolva i nostri problemi al posto nostro.
Autore: Enrico Riccardo Spelta