LA DOMANDA PIU' ELEVATA DI TUTTE
Qual è la domanda più grande che un essere umano, consapevole della sua esistenza, si potrebbe porre?
A mio avviso sicuramente la domanda sarebbe questa:
Perchè esiste "qualcosa" anziché il "nulla"?
Ed a tale proposito guarda l'immagine sottostante:
L'hai vista? NO? ...per forza ti ho rappresentato il NULLA!
Scherzi a parte, noi esistiamo, esiste la Natura in mille forme viventi, animali e vegetali e quasi sicuramente anche in altri pianeti simili al nostro, in cui si sia sviluppato l'ossigeno e le condizioni di temperatura più adatte, ci saranno anche forme di vita.
Esistono pianeti, stelle, galassie.
Che ci stanno a fare?
Esiste l'universo, con la sua forma, qualsiasi essa sia, e le sue dimensioni e il suo sviluppo.
Dentro a questo universo ogni cambiamento evolutivo è misurabile in "tempo". Che poi il tempo non scorra alla stessa velocità, poco importa. Il tempo di per sè non esiste, in realtà, ma è solo lo strumento che consente di "sequenziare" gli eventi. Quello che stabilisce i "prima" e i "dopo".
Ma, e "fuori" dall'universo nostro? E fuori da qualsiasi altro universo esistesse?
Cosa c'è là "fuori"?
Facciamo finta che esista un fuori, perché l'idea del fatto che fuori da un universo regolato da spazio-tempo non ci sia nulla ci dà molto fastidio. Noi non sappiamo immaginare, malgrado la nostra intelligenza, nè il nulla nè l'infinito. Per noi va bene chiamarlo infinito, ma ci viene spontaneo subito dopo chiederci e che ci sta fuori dall'infinito?
Così come il nulla è qualcosa di neppure nominabile, visto che se è "nulla" in pratica non esiste, no?
E veniamo all'ultima domanda, la più elevata che mente umana possa formulare: perché c'è stato bisogno d'inventarsi tutto ciò? Ovvero perché esiste "qualcosa" (siano essi universi o spazi indefinibili)???
La cosa più "naturale" sarebbe stata che non esistesse un accidente di niente. Punto e basta. Manco le domande avrebbero senso... nel niente!
Dato che noi sappiamo che invece tutto questo mondo esiste, allora non ci viene spontaneo chiederci quale ne sia lo scopo? Se qualcosa esiste deve esserci una ragione, no?
Altrimenti perché fare lo sforzo di creare il creato?
Mettere assieme leggi universali e costanti precisissime, inventarsi spazi e tempi, materia, atomi, quark, mari, aria, meteoriti, aereoplani, lucertole, abeti, e far avanzare tutte queste cose su più piani fisici, di cui il più piccolo, quello quantistico, è di un complicato mostruoso!
Noi che, con la nostra coscienza da osservatori diamo luogo alla forma visiva di una materia che altrimenti giacerebbe in un oceano di infinite possibilità inespresse. Perché siamo chiamati a questo compito?
Roba da perderci la testa, davvero.
...meglio pensare a dove andiamo stasera!
Autore: Enrico Riccardo Spelta
(dicembre 2021)