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Vi chiedevo solo una cosa:
di presentarvi nudi di fronte a me,
come io ho sempre fatto con voi.
E invece mi avete fatto sentire mostro diverso.
Mi avete offeso, umiliato, usato, gettato,
ripreso e respinto, ingabbiato, abbandonato.
Mi avete cercato
ed io mi sono mostrato per quello che sono,
per quello che so fare,
da semplice bestia carica di umanità,
di desideri, di buona volontà, di voglia d'amare.
Non volevo sapere cosa avete fatto
nella vostra vita,
ma capire come vi comportate oggi.
Avrei potuto stare al gioco,
accettare i vostri errori e debolezze,
ma mi avete ingannato in ogni modo
perchè siete voi a vergognarvi di voi stessi
e a non reggere lo sguardo allo specchio.
Allora mi avete deriso,
sfidato, imbrogliato, raggirato,
per confondermi con voi.
Avete mentito e mi avete incolpato
delle vostre stesse menzogne.
A dire il vero, l'intero genere umano
non mi è mai stato molto simpatico.
Mi sentivo comunque diverso,
anche se nessuno ha mai saputo
spiegarmi bene il perchè.
Vi ho amato onestamente,
dandovi tutto me stesso
aprendomi come un libro bianco
e ne sono rimasto intrappolato,
senza riceverne nulla in cambio
se non briciole rinsecchite dall'aridità
dei vostri sentimenti bacati.
Ho atteso per giorni i vostri sorrisi,
ma vi siete fatti solo beffe di me,
ascoltando solamente i vostri sospiri,
anziché aprire veramente i vostri cuori.
Ora vi ho capito...tutti.
Tutti uguali.
Generalizzazione perfetta, senza eccezioni.
E sono stanco di voi, di illudermi, di darvi retta,
di sperare d'essere compreso e aiutato.
Sono stanco di farvi da buffone di corte
per scacciare le vostre noie, i vostri pruriti.
Ora sono qui, al mio posto,
sono rientrato nella mia antica solitudine.
Il male minore, inevitabile.
Non siamo uguali, ora ho finalmente capito,
le somiglianze mi avevano a lungo ingannato.
Il desiderio di unirmi al vostro branco
per sentirmi anch'io uomo tra uomini
mi aveva offuscato la mente
e fatto inutilmente sperare.
Non c'è incompatibilità di carattere,
si tratta di incompatibilità di princìpi morali.
Vi ho donato montagne di parole
per farmi capire.
Ma le parole non abbattono
i silenzi e i vuoti interiori.
Ora va bene così.
Andate per i vostri sentieri, irti di spine,
scannatevi e ingannatevi,
fottetevi come ben sapete fare tra voi.
Vi ho divertito abbastanza.
Il giardino zoologico chiude, era ora!
Io resterò fermo a guardare l'orizzonte
...almeno finché gli occhi mi resteranno aperti.
Autore: Enrico Riccardo Spelta
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