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Conficcavi maligni stralci trasmessi allusivamente assistendo sciami di donnaioli feriti a morte,
mentre guidavi distinguendo estremità catturate dal vento,
tralasciando i ricatti derivanti da urla imponenti.
Nel mentre tarpavamo le labbra impietrite di lancieri scossi nel morbo strisciante del suolo madido di umori notturni,
mentre un algido rombo tracciando disegni incoerenti nell'assoluta indifferenza di sordide streghe aberranti,
martellava il massiccio crepitare di membra ondeggianti nei pensieri del tossico argento.
Stridono sui bordi lame seghettate di complottisti sorpresi dal vuoto che ingurgita paure ancestrali,
seguendo antichi messali privati dei loro mantelli infangati da mucillagini maleodoranti.
Pietrisco infernale cade dal cielo colpendo inesorabilmente tamburi di ferri rugginosi,
ma l'olocausto deve ancora annunciarsi timorando gli impavidi guerrieri.
Stramazzano ignari gli antichi ugonotti accecati dal sole che rimbomba la sua fulgida chioma,
quando femmine ignude sorridendo smaliziano sprovveduti ambulanti d'oltremare venuti
per osannare la sfinge del deserto infinito con lo squallore assetato di morte.
Indimenticabile contegno il confluire snodato del codice segreto che dilata le pitture obsolete,
camuffato da spinose odalische del cielo oblungo rifratto nello specchio del tempo.
E in tutto lo scempio del perbenismo mondano si staglia nel vuoto l'ultimo tratto di penna consunta...
...che non distillerà mai più i suoi loschi propositi!
Autore: Enrico Riccardo Spelta
(gennaio 2019)