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Imbianchini del cielo
senza vene pulsanti
afflosciati
nell'indifferenza grigia
dell'effimero passaggio
sospesi nel vuoto
muggiamo i nostri lamenti
che si disperdono,
nei soffitti del nulla
destini spalmati
di calce verdognola
tappezzano le pareti
di cuori inariditi
solamente un tenue ronzio,
disturbo di fondo,
accompagna
il tempo piatto
di uno scorrere insignificante
noi, facili prede di sogni,
impalpabili mete
di albe senza sole
senza ricordi
senza rimorsi
senza rimpianti
così -immobili- calati
nei ruoli assegnati
da chissà chi
porgiamo le terga
alla fortuna distratta
attendendo impassibili
lo squillo finale
che ci farà afflosciare
al suolo
noi, possiamo ribellarci
svegliarci e sfondare
soffitti e pareti
per correre incontro
alla luce
sentiremo allora il sangue
nuovamente pulsare
e trasformare i deboli muggiti
in forti canti d'amore
Il suolo può sempre attendere...
Autore: Enrico Riccardo Spelta
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