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Un'altra foglia sommessamente muore
volteggiando senza fretta verso le compagne
anch'io devo essere stato foglia
o ago di pino o muschio o fungo
tanto l'ambiente attorno m'accoglie
e mi conforta
e debbo aver provato in altra vita
l'ebbrezza di rabbrividire al tenue soffio
del vento lassù tra i rami del castagno
cammino lentamente,
godendo dello scalpiccìo del passo
sul fondo morbido e ovattato
del mio percorso amico,
lasciati ormai alle spalle i miei pensieri
spingo lo sguardo nel fitto sottobosco,
scruto e assorbo ogni dettaglio
dell'opera assurda della natura
che si diverte a disegnare
arabeschi verdi coi licheni,
ad adornare di orecchie sorde
i tronchi morti
spargendo colori casuali
in mille sfumature,
o sfidando l'occhio indiscreto
a scovare boleti e cantarelli
e l'aria è ricca di quegli umidi profumi
che guidano il mio passo nella bruma
oltre il sentiero, inerpicandomi tra felci e rovi
alla ricerca di nuovi odori ed altri colori
e qui potrei sostar per sempre
e in un piccolo anfratto trovar rifugio,
gnomo o folletto tornato alla sua tana
com'è ingenua e semplice la natura
al confronto di noi uomini-macchine
che con lei nulla più condividiamo...
...se non l'oltraggiosa condanna
a trasformarci in altra cosa,
per lasciare più fresca vita
a nuovi germogli, in primavera
Autore: Enrico Riccardo Spelta
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