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FIORI NERI NELL'ARENA



Enrico Riccardo Spelta - poesia - fiori_neri_nella_arena
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Ombre lunghe nell'arena per l'ultima sfida
zoccoli che bruciano di trementina nella sabbia
il cervello sconvolto dalle droghe
la vista annebbiata da vaselina negli occhi
stoppa nelle narici che impedisce il respiro
piccoli aghi conficcati nelle carni per darmi più dolore

destino di animale innocente
condannato ad atroce morte
mentre il pensiero s'aggrappa al ricordo
di quel prato odoroso di buone erbe,
tutto il mio mondo

lui, il torero, s'erge protetto da buena suerte
aiutata in tutti i modi
e la sua ombra trema
nel calore della sabbia davanti a me

mi aspetta con quel fare arrogante e minaccioso,
ma io non lo vedo neppure
punto lo sguardo su quella muleta
così provocatoria al suo fianco
e non vedo null'altro,
in quella conca piena di rumori eccitanti

perchè questa umiliazione?
dove ho sbagliato per meritare tale condanna?

lui così insignificante non merita le mie attenzioni
il pericolo è in quel pezzo di stoffa rossa
lì si cela la spada che mi sconfiggerà
dopo avermi fiaccato e stordito in tanti modi

eccolo si fa avanti, incita, sventola, si contorce
ma la muleta segue altre strade per incontrare le mie corna

la folla grida incattivita
gettando fiori neri al torero,
fiori di morte annunciata
la mia? forse, ma io non lo posso sapere
come si uccide un pezzo di stoffa minaccioso?

una breve rincorsa, uno scarto, una finta,
e una lama s'inabissa nel mio collo

sento l'acre odore del sangue che scende lungo le zampe
e le forze che mi abbandonano lentamente

altra corsa, altra finta, una piroetta e un inchino
capisco, ora, capisco tutto
...sto morendo in quell'arena
ed è proprio quello che tutti vogliono

e quella marionetta impettita si inchina
raccogliendo applausi e fiori neri
per le sue prodezze

raccolgo le ultime forze rimaste, punto gli zoccoli
e corro alla cieca verso quella maledetta ombra traditrice
giocando il tutto per tutto

le corna urtano una carne molliccia e tenera
e l'ombra s'alza al cielo, come uno straccio
gridando di dolore

poi un tonfo e una manciata di sabbia si solleva
al suo precipitare a terra, ove resta immobile

ora la folla silente s'è levata in piedi e osserva la scena
ma io non la vedo
così come non mi curo di quello straccio
or non più minaccioso

ho avuto il mio momento di gloria
raccolgo un fiore e cado in ginocchio

così giacciono due vinti,
in quell'arena che non è il mio mondo
mentre le ombre si fanno sangue,
annebbiando del tutto la mia vista...
para siempre

Autore: Enrico Riccardo Spelta

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Cosa sono le corride

IL TORO PRIMA DI ENTRARE NELL'ARENA:
- viene tenuto al buio, sottoposto a droghe e purghe per indebolire le sue forze
- viene percosso sulle reni con sacchi di sabbia
- gli viene cosparsa trementina sulle zampe per impedirgli di star fermo
- gli viene messa vaselina negli occhi per annebbiargli la vista
- gli viene infilata della stoppa nelle narici e nella gola per impedirgli di respirare
- gli vengono conficcati aghi nelle carni

IL TORO QUANDO ENTRA NELL'ARENA:

- gli vengono conficcate dai "picadores" le "picas" che producono dolore ed emorragie
- gli vengono infilate dai "banderilleros" le "banderillas", che sono arpioni che straziano ancora più i muscoli, costringendo l'animale ad abbassare la testa
- viene colpito ripetutamente dalla spada che provoca sempre più gravi emorragie polmonari che soffocano l'animale

IL TORO QUANDO ESCE DALL'ARENA:

- viene trascinato via, spesso ancora agonizzante e paralizzato, ma cosciente
- ancora vivo, gli vengono tagliate coda e orecchie, macabri trofei di un'ingiusta vittoria

Anche i cavalli, spesso vecchi e malati, feriti, con le corde vocali tagliate, gli occhi bendati, sono vittime della corrida.

A volte sventrati e rapidamente ricuciti, vengono riportati nell'arena e finiscono agonizzanti senza che nessuno si curi di loro quando ormai non servono più.

Il toro non è un animale da combattimento, è un animale erbivoro, allevato in pascoli fino all'età di 4 anni, poi bruscamente trasferito nell'arena. Torturare ed uccidere il toro significa sadismo, ignoranza, violenza, barbarie.

Le corride sono attivamente sostenute da circa un migliaio di persone definite dagli animalisti spagnoli MAFIA TAURINA. Questa mafia non ha scrupoli nello sfruttare la sofferenza degli animali per scopi puramente economici.

Per imporre alla Spagna, all'Europa e al mondo questi orrendi spettacoli la mafia taurina, presenta la corrida come arte, folklore, tradizione popolare, ottenendo il consenso della "cultura ufficiale", del Governo spagnolo, aprendo Scuole di Tauromachia per giovanissimi, organizzando e incoraggiando spettacoli Comico-Taurini in cui nani, scimmie, scimpanzé, torturano a morte vitellini con lo scopo di "divertire" i bambini rendendoli crudeli e indifferenti al sangue ed alla sofferenza.