Cordova.
Lontana e sola.
Puledra nera, luna grande,
e olive nella mia bisaccia.
Benché sappia le vie
non giungerò mai a Cordova.
Per la pianura, per il vento,
puledra nera, luna rossa.
La morte mi fissa
dalle torri di Cordova.
Ahi, come lungo è il cammino!
Ahi, mia brava puledra!
Ahi, che la morte mi attende
prima di giungere a Cordova!
Cordova.
Lontana e sola.
Il cielo è di cenere.
Gli alberi sono bianchi,
..e son carboni neri
le stoppie bruciate.
Ha sangue asciutto
la ferita dell'Occaso,
e la carta incolore
del monte è raggrinzita.
La polvere della strada
si nasconde nei burroni,
son torbide le fonti
e quieti gli stagni.
Suona in un grigio rossiccio
il campano del gregge,
e la noria materna
terminò il suo rosario.
Il cielo è di cenere.
Gli alberi son bianchi.
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio.
E' l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l'illusione inquieta di un domani impossibile
con l'inquietudine vicina del color della carne.
L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro
ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
E son le gocce: occhi d'infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all'orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da' all'anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!
Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C'è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta
Nasce a Fuentevaqueros (Granada) il 5 giugno.
Federico Garcàa Lorca studia legge dal 1915-18 a Granada dove si laurea nel 1923.
Nel 1919 risiede soprattutto a Madrid. Qui ha come amici il professore di storia dell'arte D. Burrueta e il giurista F. de los Ràos che lo
incoraggiano a pubblicare i primi versi (1917) in un giornale di Granada. Conosce anche il musicista M. de Falla, e il gruppo del
centro culturale Residencia de estudiantes: Dalà, Guillén, Buà±uel, Alberti, Dà¡maso Alonso, Cernuda, Aleixandre, Salinas, Diego.
Profondamente legato alla terra andalusa, scrive poesie, testi teatrali, compone musica e dipinge.
Nel 1927 espone 24 suoi disegni di impronta post-cubista.
Nel 1928 fonda e dirige «El Gallo», rivista letteraria di Granada di cui uscirono -nonostante un discreto successo- solo due numeri.
Nel 1929-30 va a New York come studente della Columbia Univesity, poi a Cuba.
Nel 1932 il ministero della pubblica istruzione della Repubblica dà a Lorca e allo scrittore E. Ugarte l'incarico di organizzare un gruppo teatrale universitario, «La Barracà» che, portando i classici nei piccoli centri, deve contribuire a rinnovare la cultura del paese.
Dopo un viaggio in Argentina e Uruguay, nel febbraio 1936 contribuisce con Alberti e Bergamàn a fondare l'Associazione degli intellettuali antifascisti.
Lorca redige e firma, assieme a Rafael Alberti ed altri 300 intellettuali spagnoli, un manifesto d'appoggio al Frente Popular, che appare sul giornale comunista Mundo Obrero il 15 febbraio, un giorno prima delle elezioni che la sinistra vince di poco.
Il 17 luglio 1936 scoppia l'insurrezione militare contro il governo della Repubblica: inizia la guerra civile spagnola. Il 19 agosto Federico Garcia Lorca, che si è nascosto a Granada presso alcuni amici, viene trovato, rapito e portato a Viznar, dove, a pochi passi da una fontana conosciuta come la Fontana delle Lacrime, viene assassinato.
Aveva 38 anni.
Libri di Federico Garcia Lorca |
Lasciate le mie ali al loro posto 2008, Passigli |
Lettere americane 1994, Marsilio |
Poesie d'amore. Testo spagnolo a fronte 2008, Guanda |
Il maleficio della farfalla 2001, Acquaviva |
Sui libri. Discorso sui libri di Fuente Vaqueros 2008, Cattedrale |
I seis poemas gallegos di Federico Garcia Lorca Caucci von Saucken Paolo G., 1977, Volumnia |
Gioco e teoria del duende 2007, Adelphi |
Il maleficio della farfalla. Testo originale a fronte 1996, Guanda |