La casa di Mara è una piccola stanza di legno,
a lato un cipresso l'adombra nel giorno.
Davanti vi corrono i treni.
Seduta nell'ombra dell'alto cipresso sta Mara filando.
La vecchia ha cent'anni.
E vive filando in quell'ombra.
I treni le corron veloci davanti
portando la gente lontano.
Ell'alza la testa un istante
e presto il lavoro riprende.
I treni mugghiando
s'incrocian dinanzi alla casa di Mara volando.
Ell'alza la testa un istante
e presto il lavoro riprende.
Quant'anni hai?
domando a Dado
nel giorno del suo compleanno:
Tre
risponde Dado
assaltandomi con un grido.
Ma vedo che rattiene una domanda
dopo avermi guardato,
una domanda
che stava per sfuggirgli dal labbro,
e abbassando la testa
mortificato
congiunge le manine nel grembo
compostamente
il bambino beneducato.
Dado perchè?
T'avrei risposto "ottanta"
come tu m'hai detto tre.
In fondo alla china,
fra gli alti cipressi,
è un piccolo prato.
Si stanno in quell'ombra
tre vecchie
giocando coi dadi.
Non alzan la testa un istante,
non cambian di posto un sol giorno.
Sull'erba in ginocchio
si stanno in quell'ombra giocando
Chi sono?
Son forse un poeta?
No certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
follia.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
malinconia.
Un musico allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
nostalgia.
Son dunque...che cosa?
Io metto una lente
dinanzi al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.
Cent'anni ha la vecchia.
Nessuno la vide aggirarsi nel giorno.
Sovente la gente la trova a dormire
vicino alle fonti:
nessuno la desta.
Al dolce romore dell'acqua
la vecchia s'addorme,
e resta dormendo nel dolce romore
dei giorni dei giorni dei giorni...
Libri di Aldo Palazzeschi |