Biografia e vita di Telemaco Signorini (1835-1901)
Telemaco Signorini nasce a Firenze
il 18 Agosto del 1835 e, nonostante prediliga gli studi letterari, suo
padre, un modesto pittore della corte del Granduca, lo avvia allo studio
della pittura e fu lui il suo insegnante.
Nel 1856,Telemaco Signorini resta un intero anno a Venezia con un paio
di amici pittori in erba come lui, a studiare nei musei e nei canali,
stringendo amicizia con Enrico Gamba e Federigo Leighton ed altri
artisti stranieri.
Dopo aver frequentato i corsi di disegno dal nudo all'Accademia di Belle
Arti fiorentina, e dopo aver dipinto dal vero con Odorado Borrani e
Vincenzo Cabianca, inizia a frequentare il Caffè Michelangelo,
accostandosi ai pittori che in quegli anni stavano teorizzando la
pittura di macchia, ossia i Macchiaioli.
Nel 1858 si recò a La Spezia alla ricerca di un ambiente visivo che gli
rendesse più facile, nel diretto rapporto con il “vero”, la definizione
di quel netto contrasto tra luce e ombre capace di individuare la
macchia come elemento grammaticale dell'opera.
Il risultato lo scrive il pittore stesso: "Al mio ritorno in Firenze,
ebbi i miei primi lavori rigettati dalla nostra Promotrice (Accademia di
Belle Arti in Firenze) per eccessiva violenza di chiaroscuro e fui
attaccato dai giornali come macchiajuolo."
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Nel 1860, dopo un anno di vita militare, dipinge vari quadri a soggetto
militare accettati alla Esposizione della Accademia di Belle Arti di
Firenze e che, per la maggior parte, vengono venduti ad un pubblico
entusiasta, mentre sperimenta con Cabianca un metodo scientificamente
analitico per la resa pittorica dei valori cromatici e luminosi,
dipingendo dal vero nella campagna di Montelupo e a La Spezia e
ritornando sui luoghi delle battaglie dell'anno precedente.
Nel decennio 1861-1891 Telemaco Signorini sviluppa ed approfondisce il
suo stile che sottolinea i valori cromatici accentuando i chiaroscuri,
raccogliendo inizialmente aspre critiche, in modo particolare con il quadro "Il Ghetto di Venezia.
Durante un viaggio a Parigi, dove rimesta alcuni mesi, conosce
personalmente l'anziano
Camille Corot, interessandosi alla sua pittura di paesaggi e
Constant Troyon; tornato a Firenze, con l'amico Diego Martelli,
consolida l'amicizia con Silvestro Lega e Odoardo Borrani, insieme ai
quali dipinge nei dintorni di Pergentina (località appena fuori Firenze,
lungo il torrente Affrico), divenendo il maggior rappresentante dei
Macchiaioli.
Telemaco Signorini rivela il suo carattere sensibile ed attento alla
realtà, impegnandosi con energia anche nel tema sociale e movimenta
l'opinione pubblica con il quadro ambientato in un manicomio di Firenze,
il famoso "Salone delle agitate in S. Bonifazio".
Con il critico d'arte Diego Martelli, di cui illustrò i libri con belle
incisioni, nel 1867 fonda “Il Gazzettino delle
Arti e del Disegno” per cui collabora attivamente, ma che vive solo un anno.
Nel 1871 Telemaco Signorini in compagnia degli amici Macchiaioli Adriano
Cecioni e Giuseppe De Nittis, si sposta a Roma e Napoli per dipingere,
ampliando così la già ricca tematica dei suoi quadri.
Sempre alla instancabile ricerca di nuove prospettive e soggetti
artistici, Signorini soggiorna più volte a Parigi, Londra ed in
Italia, passa da una città all'altra, finché nel 1896, ormai anziano, si ferma a
Riomaggiore, nelle famose Cinque Terre, in provincia di La Spezia.
Legato alla sua giovanile passione letteraria, Telemaco
Signorini fu anche un buon scrittore e polemista; la sua opera più
interessante, come narratore, è "Caricaturisti e caricaturati al caffè
Michelangelo", che venne pubblicata a Firenze nel 1893.
Telemaco Signorini, artista ormai affermatissimo, muore a Firenze il 10 febbraio 1901.