Biografia e vita di Sante Monachesi (1910-1991)
Sante Monachesi, pittore italiano Futurista, nasce a Macerata nel 1910, e inizia la sua carriera artistica frequentando la Scuola d’Arte Professionale di Macerata e studiando con lo scultore
De Angelis dal quale apprende la tecnica dell’incisione su legno.
Nel 1932 aderisce al movimento di
Aeropittura Futurista che, enfatizzando le capacità degli aerei bellici, esalta il pericolo, la velocità, la libertà, tanto amata dai giovani Futuristi e fonda, con con
Tano,
Peschi ed altri artisti maceratesi, il
Gruppo Futurista “Umberto Boccioni” che dà vita ad un’intensa attività artistica di ricerca, ottenendo l’appoggio dello stesso
Marinetti.
Nel contempo collabora con diverse testate giornalistiche come illustratore, mentre frequenta un corso del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, dove si trasferisce negli anni quaranta.
Il 1937 comincia un periodo molto intenso di Sante Marchesi pittore: partecipa all’Esposizione Universale di Parigi con dipinti astratti,
l'anno dopo è presente alla Biennale diVenezia e alla Mostra Itinerante di Aeropittura Futurista, in Italia lungo la costa adriatica da Falconara a Rimini e, nel 1939, alla Quadriennale di Roma con la autorevole presentazione di Marinetti.
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Mentre il pubblico e la critica conoscono sempre meglio il giovane pittore, questo intraprende un cammino attraverso le nuove esperienze
artistiche europee, esplorando le possibilità pittoriche dell
'Espressionismo,
dei
fauves
e delle tendenze
post-cubiste, affinando la sua istintiva sensibilità cromatica.
Molti suoi lavori hanno per tema le strade di Parigi, scorci sconosciuti e intimi della capitale francese che vengono esposti qui nella Galleria Silvagni.
Negli anni '50, Monachesi, tornato a Parigi, viene colpito dall'aspetto della città trasformata in un grande cantiere per la ricostruzione dopo i bombardamenti della guerra: realizza così i quadri della la serie dei “Muri ciechi” dove immortala imponenti muraglie prive di finestre che riempivano i vuoti fra altri edifici, tradotte dall’artista in campiture di colore puro, rosso squillante, azzurro smaltato, bianco accecante, contro un cielo vaporoso, come fantasmi o astrazioni di case.
Nel tentativo di catturare la gioia di vivere delle notti parigine, Sante Monachesi si dedica alla serie di opere dedicata alle "clownnesses", procaci donne nude che indossano cappelli simili a quelli dei clowns o delle fate rappresentate nelle miniature tardogotiche, raffigurate nell’atto di danzare sospese nell’aria e sempre pronte a divertirsi, come le protagoniste di un eterno baccanale.
Sempre attratto dalla ricerca di nuovi materiali, negli anni '60 scopre
la gommapiuma e il polimetilmetacrilato, con cui tenta di catturare il vuoto e creare forme in divenire.
In sintonia con queste nuove scoperte e ispirato dalla conquista
dell'uomo dello spazio e della sconfitta della forza di gravità, fonda
nel 1962 il "Movimento Agravitazionale "AGRA', con pubblicazione sistematica di manifesti fino al 1970.
Fino a tutti gli anni ’80 Monachesi realizza una serie di progetti e manifestazioni nel segno di
Agrà,
focalizzando la sua attenzione all’uso, in chiave artistica, di materiali frutto delle nuove tecnologie industriali, partecipando anche a
diverse personali relative al suo passato
futurista.
Fino alla morte, nel 1991, Sante Monachesi continuerà la personale ricerca di pittore e di scultore verso nuovi orizzonti artistici, costellando la sua lunga carriera di numerose mostre sia in Italia che all'estero.