Biografia e vita di Pinturicchio
Bernardino di Betto detto
Pinturicchio, nasce a Perugia nel 1454 nel quartiere di Porta
Sant'Angelo, erede di una tradizione pittorica e miniaturistica di rilievo, che ha i suoi precedenti cittadini in Bartolomeo Caporali,
Fiorenzo di Lorenzo e Benedetto Bonfigli.
Viene chiamato "Pinturicchio" probabilmente a causa della statura minuta.
Allievo del
Perugino, Pinturicchio, nella fase iniziale della sua carriera segue il maestro a Roma
dove riscuote uno straordinario successo.
I due lavorano insieme alla decorazione della Cappella Sistina in Vaticano (l’imponente lavoro vede al loro fianco artisti quali
Luca
Signorelli, Sandro Botticelli, Domenico Bigordi, detto
il Ghirlandaio e Cosimo Roselli).
Gli interventi del Pinturicchio riguardano i riquadri con “Il viaggio di Mosè” e con il "Battesimo di Cristo".
(pubblicita' ads A1)
A Roma venne in contatto con la pittura del Ghirlandaio e del
Botticelli cosa che contribuì alla formazione del suo stile personale.
La qualità pittorica dei lavori di Pinturicchio non passa inosservata: gli vengono commissionati gli affreschi con le “Storie di San
Bernardino” (1486) per la cappella Bufalini nella chiesa dell’Aracoeli a Roma.
Tra il 1492 e il 1495 il Pinturicchio dipinse l'appartamento di Alessandro VI Borgia in Vaticano, utilizzando ornamentazioni a motivi
fantastici, le cosiddette
grottesche, cosa che gli valse il biasimo di Giorgio Vasari nelle “Vite”: “…Usò molto Bernardino di fare alle sue
pitture ornamenti di rilievi messi d’oro, per soddisfare alle persone che poco di quell’arte intendevano, acciò avessono maggior lustro e
veduta, il che è cosa goffissima nella pittura…”.
Tra gli affreschi dell’appartamento Borgia ricordiamo la "Disputa di Santa Caterina", che rappresenta la santa davanti al capitolo generale domenicano di Firenze, e "Susanna tra i vecchioni" che riprende il racconto biblico della giovane sorpresa da due anziani mentre faceva il bagno.
Dopo la “Pala di Santa Maria dei Fossi” (1495) e la cappella Eroli nel Duomo di Spoleto
con la “Madonna col Bambino, il "Battista e Santo Stefano”, nel 1501 Pinturicchio realizza un’altra delle sue opere migliori la “cappella
bella” (cappella Baglioni) in Santa Maria Maggiore a Spello.
La libreria Piccolomini a Siena, del 1502, è l’opera considerata il suo capolavoro assoluto: potente cromatismo, gusto del particolare, grande attenzione all’aspetto decorativo, caratterizzano l’intervento di Pinturicchio nella biblioteca fatta edificare nel 1495 dal cardinale Todeschini Piccolomini in onore di Enea Silvio Piccolomini, poi papa Pio II.
Tra finte arcate in prospettiva, si inquadrano le scene fastose della vita del Papa, della quale si ricordano le scene che rappresentano:
“Enea Silvio Piccolomini parte per il Concilio di Basilea” (1505), "Enea Piccolomini incoronato papa" (1502-1508) “L’incontro fra Federico III ed Eleonora d’Aragona” (1502-1509).
Pinturicchio lascia una traccia di sé accanto alle opere d'arte del
Caravaggio (“La conversione di San Paolo” e la “Crocefissione di San Pietro”)
nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, dove dipinge gli stupendi affreschi nella volta: “Incoronazione di Maria”, “Evangelisti, sibille e dottori della Chiesa” databili tra il 1508 e il 1510.
Sempre a Roma il Pinturicchio lavora a palazzo dei Penitenzieri, così chiamato per via dei confessori, con particolari facoltà di assoluzione,
che vi risiedevano, dove dipinge figure mitologiche nel soffitto a lacunari del salone principale.
Bernardino Pinturicchio spicca come uno degli artefici della grande stagione rinascimentale di riscoperta della classicità: in effetti sarà
tra coloro che si avventureranno nel sottosuolo romano, copiando gli affreschi della Domus Aurea, dando inizio al gusto del revival archeologico e
contribuendo alla diffusione delle grottesche.
Il pittore Bernardino di Betto,
muore a Siena nel 1513.