Biografia e vita di Paolo Uccello (1397-1475)
Paolo di Dono (detto
Paolo dell'Uccello), nasce nel 1397 da Dono di Paolo, barbiere e chirurgo e da Antonia di Giovanni del Beccuto.
Malgrado Pratovecchio in Casentino si fregi d’avergli dato i natali, la sua città di nascita è probabilmente Firenze, dove i Dono avevano preso residenza nel 1373.
Della formazione artistica di Paolo non si è certi, anche se il Vasari, decine d'anni dopo la sua morte, scrivesse nelle sue "Vite" che il pittore fosse discepolo di Antonio Veneziano, è più probabile ch’egli fosse a bottega da
Gherardo Starnina (1354 – 1403).
Dalla documentazione risulta che Paolo Uccello, bambino di soli dieci anni era garzone del pittore
Lorenzo Ghiberti, come
Donatello e
Masolino da Panicale, impegnato nella rifinitura della prima porta del Battistero di Firenze.
E' diffusa la convinzione che il soprannome di Paolo degli Uccelli o dell’Uccello, come egli stesso si firma, viene proprio da questo primo lavoro dove ha dipinto gli uccelli del fregio sulla porta.
(pubblicita' ads A1)
Quando nel 1425 viene chiamato a Venezia per la realizzazione del mosaico, andato perduto, nella Chiesa di San Marco, Paolo Uccello era
già immatricolato all’Arte dei medici e degli speziali da dieci anni ed era entrato da poco a far parte della compagnia di San Luca.
Non si hanno notizie del lavoro svolto a Firenze dal 1430 al 1436 quando l'Opera del Duomo gli affida la realizzazione d’un grande
affresco equestre destinato alla navata di sinistra.
L’opera è dedicata a John Hawkwood, detto l’Acuto, capitano delle truppe fiorentine nel secolo precedente e Paolo la realizza con un'impostazione della prospettiva che conferisce al dipinto una grande resa realistica utilizzando anche il verdeterra per dare l'impressione di una statua bronzea, nel contrasto di luci ed ombre, ed un disegno netto e precisissimo che conferisce all'intera opera un valore geometrico e quasi astratto.
Per il Duomo di Firenze Paolo Uccello realizza anche tre cartoni per la creazione delle vetrate di tre occhi della cupola e la “sfera delle ore”, un orologio con quattro teste di profeti su ciascun angolo a decorazione della facciata posteriore; dei cartoni ci restano quello della “Natività”, della “Resurrezione”, mentre quello della “Annunciazione” è andato perduto.
Negli anni successivi Paolo Uccello esegue vari affreschi nel chiostro di San Miniato a Monte rappresentanti Storie di Santi e Monaci, di cui
oggi rimangono frammenti, poi nel duomo di Prato con La Nascita della Vergine, La presentazione di Maria al Tempio e parte della Disputa di Santo Stefano.
In questi dipinti è evidente la ricerca per i motivi geometrici ed astratti accompagnati da uno studio attento dei singoli
personaggi delle scene.
Nel 1448 Paolo Uccello realizza gli affreschi nel chiostro di Santa Maria Novella a Firenze rappresentanti il Diluvio e Storie di Noè, per i
quali utilizzò una prospettiva di scorcio e forti contrasti di luci , ma che sottolineano la passione realistica e naturalista del pittore per
lo studio attento dei volti dei personaggi.
Questo è evidente nelle tre tavole che rappresentano la
Battaglia di San Romano oggi divise tra la
Galleria degli Uffizi, i
l Louvre e la
National Gallery di Londra.
Tra le ultime opere del pittore ricordiamo i "Miracoli dell'Ostia", commissionategli nel 1465, dalla Confraternita del Corpus Domini a
decorazione della predella della Chiesa d’Urbino, oltre al bel ritratto di Giovane, San Giorgio e il drago e la Caccia notturna.
L’11 novembre del 1475 Paolo Uccello fa testamento e muore un mese dopo.