Biografia e vita di Luca della Robbia (1399-1482)
Di Luca della Robbia, scultore, architetto e ceramista del Rinascimento, iniziatore della fortunata attività artistica della famiglia Della Robbia, non si conosce l'anno preciso di nascita che viene collocata a Firenze intorno al 1399-1400.
La famiglia di origine aveva una bottega per la tintura della lana, infatti il cognome Della Robbia deriva da "rubia tinctorum", un colorante rosso per tessuti.
Dei primi trent'anni della vita dell'artista si sa ben poco, ma considerato il livello artistico dei dieci rilievi in marmo eseguiti per la Cantoria del Duomo di Firenze, è evidente che si sia interessato alla scultura ed alla architettura, forse anche a seguito della frequentazione e della amicizia con personaggi come
Brunelleschi, Donatello, Ghiberti, Leon Battista Alberti, Michelozzo e Lorenzo il Magnifico.
Avviato dal padre verso l'arte orafa, come apprendista di Leonardo di Ser Giovanni, che allora era stimato il migliore orafo diFirenze, Luca impara a progettare e modellare in cera, ed in seguito ha portato la sua esperienza dalla cera al marmo ed al bronzo.
Dopo i primi successi Luca della Robbia abbandona il mestiere di orafo per dedicarsi completamente alla scultura, facendo in questo campo una dura gavetta: di giorno faceva lo scalpellino, lavoro che gli permetteva di mantenersi, ma di notte si impegnava nella progettazione di future opere.
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Ancora quindicenne, Luca venne invitato a Rimini con altri giovani scultori per fare alcune figure e ornamenti in marmo, per Sigismondo Malatesta, signore della città, che stava costruendo una
cappella nella chiesa di S. Francesco e la tomba per la moglie morta.
Richiamato a Firenze per i lavori di S. Maria del Fiore, realizza in marmo cinque soggetti di piccole dimensioni per il Campanile di Giotto e la decorazione di marmo dell'organo collocato sopra la porta della sagrestia della chiesa, con scene corali di canto e musica e ..."ha lavorato con tanta arte e ottenuto un successo tale che, anche se è a sedici braccia da terra, si può percepire il gonfiore delle guance dei cantanti, il battito delle mani del direttore della musica sulle spalle di quelli minori, e, in breve, i vari modi di giocare, cantare, ballare e altre azioni piacevoli che costituiscono il fascino della musica.
Sopra il quadro di questa decorazione Luca ha fatto due figure di metallo dorato raffiguranti due angeli nudi, ben rifinita,
come del resto è stata tutta l'opera."
Il lavoro di Luca della Robbia venne tanto apprezzato che gli affidarono anche la realizzazione della porta di bronzo della sagrestia, che lo scultore divise in dieci formelle raffiguranti una Madonna
con Bambino, la Resurrezione di Cristo, i quattro Evangelisti, i Dottori della Chiesa nell'atto scrivere e, agli angoli di ogni formella,
una testa d'uomo, il tutto rifinito con tanta precisione da opera di oreficeria.
Interessato alle sculture in terracotta eseguite nell'antichità, Luca della Robbia si impegna in tentativi ed esperimenti per la realizzazione di terrecotte adatte alle decorazioni architettoniche e scoprendo che poteva rendere tali opere praticamente indistruttibile, coprendo l'argilla con una glassa fatta di antimonio ed altri materiali e cotto in forno, inventa, nel 1440 la terracotta invetriata.
Le prime opere in terracotta invetriata erano semplicemente bianche; il colore venne introdotto in seguito per la meraviglia e l'ammirazione di tutti: tra i primi ad impiegare Luca della Robbia con
opere in creta colorata è stato Piero di Cosimo de 'Medici, poi una magnifica Resurrezione sul timpano sopra la porta di bronzo, che aveva fatto per la sacrestia di S. Maria del Fiore.
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Nel 1446 acquista un'ampia casa in via Guelfa, installandovi la sua bottega che continuerà a prosperare per più di un secolo.
Da questa bottega infatti usciranno sculture, rilievi ed altri manufatti che conosceranno immediata fortuna commerciale per i costi contenuti di lavorazione, la possibilità di spedizione anche in
luoghi lontani ed impervi, la resistenza e la impermeabilità dei materiali.
Per far fronte alle richieste che gli venivano addirittura dalla Francia e dalla Spagna, prese a bottega i suoi fratelli Ottaviano e Agostino che erano orafi cesellatori.
In Toscana, rimangono da ammirare molte belle opere scultoree, in particolare la bella volta ornata in marmo della cappella ottagonale nella chiesa di S. Miniato a Monte di Piero de' Medici, che poggia
su quattro colonne al centro della chiesa e l'opera più notevole in terracotta, la volta della cappella di San Giacomo nella stessa chiesa, dove il cardinale del Portogallo è sepolto.