Jacopo da Pontormo giuseppe in egitto

Biografia e vita di Jacopo Carrucci detto Jacopo da Pontormo (1494-1557)

Dipinto di Jacopo da Pontormo

Jacopo Carrucci nacque a Pontormo, piccolo borgo nei pressi d’Empoli cui si deve il suo soprannome, il 24 maggio 1494.

Secondo il Vasari anche il padre, Bartolomeo Carrucci, era un pittore che aveva studiato alla bottega del Ghirlandaio, ma questo non può aver influito sulla formazione di Jacopo, data la prematura morte di Bartolomeo, avvenuta nel 1499, quando il figlio aveva all’incirca cinque anni.

E', però, probabile che, in seguito agli altri gravi lutti che colpirono la famiglia, la morte della madre nel 1504, quella del nonno nel 1506, il giovane Jacopo sia stato avviato alla carriera di pittore in considerazione del mestiere svolto dal defunto padre.

La “Vita” del Vasari racconta, infatti, che dopo il suo arrivo a Firenze, voluto dalla nonna che lo affidò alla magistratura che si occupava degli orfani, amministrandone e custodendone i beni, adolescente, fu messo a bottega presso Leonardo da Vinci e poi da Piero di Cosimo, da Mariotto Albertinelli ed infine con Andrea del Sarto.

A diciannove anni, nel 1513 il suo percorso di apprendista pittore si concludeva con la produzione delle sue prime opere.

(pubblicita' ads A1)


Tra queste, la “Visitazione” del Chiostrino dei Voti della Santissima Annunziata (1514-1515), che, rivelano chiaramente l'ispirazione alle opere di Leonardo, di Raffaello e di Fra’ Bartolomeo.

Pittura di Jacopo da Pontormo

Al 1515 risale anche la decorazione della Cappella dei Papi in Santa Maria Novella, realizzata in occasione della visita di Papa Leone X alla città.

Intorno al 1517 il Pontormo prese parte, con la complessa tela “Giuseppe interpreta i sogni del Faraone”, alla decorazione della Camera Nuziale di Pierfrancesco Borgherini.

Qualche anno dopo ricevette dai Medici il prestigioso incarico di decorare, con Franciabigio e ad Andrea del Sarto, la sala principale della Villa di Poggio a Caiano, cui lavorò dal 1519 al 1521: l’affresco rappresentante la scena pastorale “Vertumno e Pomona” è dominata da una luce tersa e da una natura rasserenante, rivela il costante michelangiolismo corretto dalla delicata elaborazione personale. Opera di Jacopo da Pontormo

In seguito, per sfuggire alla peste che nel 1523 imperversava a Firenze, il Pontormo si rifugiò nella Certosa del Galluzzo, nei pressi della città, trattenendosi anche dopo la scomparsa del pericolo.

Qui dipinse una serie d’affreschi dedicati alla Passione di Cristo e ispirati alle stampe di Albrecht Dà¼rer, che rivelano un mutamento stilistico, una “maniera tedesca” di dipingere.

Il mutamento di stile del pittore non fu apprezzato da Vasari, che considera il pittore notevolmente peggiorato rispetto alla giovinezza, ma nel 1525, a sottolineare i successi e la perfezione dei suoi dipinti, Jacopo venne chiamato a far parte dell’Accademia del Disegno.

Quadro di Jacopo da Pontormo

Dal 1526 al 1528 fu impegnato negli affreschi della Cappella Capponi nella chiesa di Santa Felicita, per il cui altare realizzò una pala con il “Trasporto di Cristo al Sepolcro”.

Nel 1529 Jacopo da Pontormo riuscì ad acquistare una casa per abitare e lavorare, iniziando così a lavorare in una bottega propria, con propri allievi.

(F3)
Nello stesso periodo realizza veri e propri capolavori, quali la “Visitazione” della Pieve di San Michele di Carmignano e, fra i ritratti, il vibrante “Giovinetto” e il fiero “Alabardiere”.

Dopo il 1530 Jacopo Carrucci negli affreschi delle ville di Careggi e di Castellosi, sperimentò lo stile di Michelangelo, per i quali si racconta che il pittore abbia lavorato per cinque anni dietro un tramezzo di legno, in modo da poterli ultimare da solo.

Tra le opere degli ultimi anni, in larga parte distrutte o rovinate, restano comunque convincenti alcuni ritratti, come la “Dama col cagnolino” di Francoforte, che condivide la preziosità aristocratica dell’allievo Bronzino.

Gli ultimi due anni di vita (1554-1556) vedono Pontormo impegnato anche nella stesura di un diario, “Il Libro mio”, assai utile per ricostruire la vita quotidiana e la complessa personalità dell’artista, morto probabilmente il 31 dicembre 1556 o il 1 gennaio 1557 e sepolto, il 2 gennaio 1557, nella chiesa della Santissima Annunziata.



Galleria opere d'arte di Jacopo da Pontormo

slideshow
slideshow



Jacopo da Pontormo giuseppe in egitto
Giuseppe in Egitto



Jacopo da Pontormo La visitazione (1528) Particolare
La visitazione (1528) Particolare


(F1)

Jacopo da Pontormo Ugolino Martelli
Ugolino Martelli

Jacopo da Pontormo Le Tre Grazie (1544)
Le Tre Grazie (1544)

Jacopo da Pontormo Studio di Giuseppe in Egitto (1517)
Studio di Giuseppe in Egitto (1517)

Jacopo da Pontormo San Matteo
San Matteo

Jacopo da Pontormo Martirio di San Maurizio (1531)
Martirio di San Maurizio (1531)

Jacopo da Pontormo La visitazione (1528)
La visitazione (1528)

Jacopo da Pontormo Annunciazione (dettaglio) (1527)
Annunciazione (dettaglio) (1527)


linea

6 offerta ibsLibri su Jacopo da Pontormo

La Casa del Pontormo. Primo viatico. Ediz. italiana e inglese
cur. Natali A., 2006, Polistampa
Segnavento Pontormo
Nelli Sergio, 2008, Titivillus
Il «ghiribizzoso» Pontormo
Tazartes Maurizia, 2008, Mauro Pagliai Editore
Pontormo, Bronzino and the Medici. The transformation of the Renaissance portrait in Florence. Catalogo della mostra (Philadelphia, 20 November 2004-13 February 2005
Strehlke Carl B., 2004, 5 Continents Editions
Autoritratti letterari nella Firenze di Cosimo I. Bandinelli, Vasari, Cellini e Pontormo
Stimato Gerarda, 2008, Bononia University Press
J. Pontormo. Le quattro donne
Bertsch Christoph, 1998, Medicea
Pontormo. Percezione e rappresentazione del corpo nella pittura e negli scritti
Cassigoli Jacopo, 2007, Pagnini
Diario. Con commentario
Pontormo Jacopo, cur. Fedi R., 1996, Salerno  
Pontormo. Disegni degli Uffizi. Catalogo
cur. Falciani C., 1996, Olschki
Les dessins de Pontormo. Catalogue raisonné précédé d'une étude critique (rist. anast. Parigi, 1914)
Clapp Frederick M., 1984, Forni