Biografia e vita di Guido Reni (1575-1642)
Guido Reni, pittore italiano, fra i maggiori del Seicento, nasce a Bologna il 14 Novembre del 1575.
Suo padre, affermato maestro di cappella a S. Petronio, il Duomo di Bologna, avrebbe voluto che il figlio seguisse le sue orme, ma questi,
ancora giovanissimo, espresse una naturale predisposizione al disegno.
Accolto come apprendista nello studio del pittore fiammingo manierista Calvaert, Reni, attorno ai vent’anni aderì all’
Accademia degli Incamminati, che i Carracci avevano aperto dal 1582.
Dopo un periodo di lunghe esercitazioni riproducendo tra l’altro opere di
Annibale Carracci, Guido Reni si distacca dall'influsso
manierista e dal gruppo di artisti che ruotavano intorno ai Carracci.
Nel 1602, il giovane pittore, che già lavora a commesse proprie, si reca a Roma per studiare nuove tecniche pittoriche, la lezione
caravaggesca e completare la propria preparazione artistica.
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Guido Reni, che nei suoi primi lavori si rifaceva ai canoni accademici, fra il 1604 ed il 1605 a Roma, dipinge per la Chiesa di San Paolo alle
Tre Fontane, la
Crocefissione di san Pietro, dove evidenzia un suo linguaggio personale, una sua ricerca estetica.
Il pittore nel tentativo, comune al
Caravaggio,
di superare la finzione e l'artificiosità
Barocca
, aderendo alla realtà e rendendola più credibile,
controlla e disciplina la composizione attraverso rapporti e regole di derivazione
classicista.
Guido Reni diventa l'interpreta del gusto colto e aristocratico dei committenti romani, protetto da Paolo V e da Scipione Borghese,
divide la sua attività tra Roma e Bologna, dove si ferma definitivamente verso 1l 1620.
Durante gli anni trascorsi a Roma, nonostante il successo riscosso con le opere eseguite per la grande nobiltà e per il papa, il maestro non
sopportava la fretta con la quale si doveva eseguire qualunque cosa e la mancanza di riguardo per la mente dell’artista che dirigeva la
creazione e che veniva considerato poco più di un operaio prezzolato.
Per trattenerlo nella capitale gli venne offerto il titolo di Cavaliere che Guido Reni rifiutò.
Tra i prestigiosi lavori del Reni a Roma, si ricordano gli affreschi delle
Sala delle Nozze Aldobrandine e
della
Sala delle Dame in Vaticano; le decorazioni nel
Palazzo del Quirinale
alla
Cappella dell'Annunciata e alla
Cappella Paolina in Santa Maria
Maggiore;
l'Aurora affresco nel casino del Palazzo Rospigliosi Pallavicini, opera che risente dello studio
della scultura antica oltre che della conoscenza di
Raffaello e del
Correggio.
Tornato a Bologna, il pittore gode dall’entusiasmo suscitato dalla
Strage degli Innocenti e dal
Sansone vittorioso dipinti tra il 1611 e il 1612 e continua a lavorare a ritmo intenso per una clientela
europea di altissimo rango, per la quale esegue dipinti, non solo religiosi, ma affronta anche tematiche mitologiche e letterarie, utilizzando
un linguaggio teso in modo costante a teorizzare il bello nell'accezione di morale.
Mentre è a Bologna il pittore dipinge per il duca di Mantova la favola profana delle
Fatiche di Ercole ora
al
Museo del Louvre a Parigi,
Cristo al Calvario e
Lucrezia.
L'originale capolavoro della
Pala della peste, dipinta su seta, come ex-voto
per la fine della peste del 1630-31 dà inizio all’ultimo decennio di attività del Reni, del quale si ricordano
Fanciulla con ghirlanda, opera significativa per conoscere il suo atteggiamento sperimentale nell'uso del colore, l'
Adorazione dei pastori, 1640-42, ora alla
National
Gallery di Londra e
Cleopatra, 1640-42, Pinacoteca Capitolina di Roma.
Guido Reni muore, dopo due giorni di agonia, il 18 agosto 1642, all’età di sessantasette anni ed il suo corpo è esposto al popolo per due
giorni nella chiesa di San Domenico.