Biografia e vita del Guercino (Francesco Barbieri 1591-1666)
Giovan Francesco Barbieri, pittore italiano
Barocco, nasce a Cento, nel Ducato di Ferrara, il 2 febbraio 1591 ed il soprannome di
Guercino gli deriva dal notevole difetto agli occhi e forse il suo difetto può avere influenzato la sua resa pittorica delle forme e nello spazio.
Nel suo paese natale da un pittori locali apprende da bambino le prime nozioni di disegno e di affresco, ma già a dieci anni viene mandato
dalla famiglia, colpita dalla sua innata capacità di pittore, a Bologna dove può osservare da vicino ed imitare le opere dei Carracci.
Il pittore stesso dirà anni dopo di aver tratto profitto dallo studio della Conversione di Paolo di Ludovico Carracci, allora nella chiesa di San Francesco Bologna e da altre tele.
Lo stile pittorico del Guercino, già all'inizio si distingueva dallo Stile
Barocco allora in voga che tendeva ad abbellire nelle forme e nei colori il soggetto ripreso, preferendo dipingere in maniera più realista, utilizzando una forte luce che cadeva dall'alto ed espletando la sua sensibilità cromatica in sorprendenti effetti chiaroscuri.
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Nel 1617 la sua fama e bravura è tale da poter aprire a Cento una propria Scuola, la sua Accademia del nudo, che al tempo raccolse fino a 23
alunni, dove il Guercino disegnava generalmente "l'ignudo col carbone, in carta leggermente tinta.
Il viaggio a Venezia e l'incontro con Galleria opere d'arte di
Tiziano Vecellio e
Jacopo Bassano concludono la formazione giovanile del pittore.
Lo stile giovanile del Guercino è espressa chiaramente nelle opere d'arte giovanili “Susanna e i vecchioni” (1617), in cui il cielo plumbeo e l’oscurità notturna sono illuminati dal candore del corpo della fanciulla, lo straordinario
“Et in Arcadia Ego” (1618) con la sua profonda riflessione sulla morte, e la “Vestizione di San Guglielmo d’Aquitania” (1620) dove la linea del disegno e il contorno delle figure si fondono con l’ambiente circostante grazie ai colori caldi e agli effetti luministici che sfaldano le forme.
Nel 1621 si reca a Roma con l'incarico di decorare il casino di Villa Ludovisi.
L’opera che il Guercino realizza, l'"Aurora" nella volta e le allegorie del "Giorno e della Notte" nelle lunette laterali, è caratterizzata dagli audaci scorci in sottoinsù e dell’esuberante dinamismo dei cavalli che trascinano il carro, donando un impeto travolgente a tutto l’affresco che riceve la sua bellezza dai vibranti e mobili effetti di luce.
Sempre a Roma il pittore di Cento dipinge la monumentale pala della “Sepoltura di Santa Petronilla” (1622-1623), che misura più di sette metri per quattro, e che mostra un’attenzione particolare alla
linea del disegno e un equilibrio compositivo di ascendenza classica, suggerendo il ritorno ad uno stile più tradizionale e idealizzante.
Il 1623 il Guercino lascia Roma; il questo periodo il gusto artistico del pittore si sposta verso il classicismo e l’eleganza di
Guido Reni.
Da questo nuovo gusto nasce il capolavoro “Apparizione di Cristo alla madre” (1629), in cui il gruppo piramidale di Cristo e la Madonna mostra una precisione del designo e un’armonia, molto ammirate dai contemporanei.
Molto lodata è anche la pala d’altare con “La visione di San Bruno” (1647), opera caratterizzata dalla potenza e bellezza del colore.
Nel 1649 l’esistenza del pittore è immalinconita dalla scomparsa del fratello Paolo Antonio e nel 1661 Guercino subisce un infarto che
anticipa il malore a causa del quale morirà a Bologna il 22 dicembre 1666.