Biografia e vita di Giotto (1267-1337)
Abbiamo poche notizie storiche sulla vita di
Giotto Ambrogio di Bondone ed oltre gli aneddoti che ci hanno raccontato a scuola (
Cimabue che trova Giotto che dipinge le pecore su un sasso, la famosa "O" di Giotto, la mosca dipinta da Giotto su un dipinto del maestro) possiamo fare solo supposizioni.
Probabilmente Giotto nasce nel 1267, a Colle di Vespignano, presso
Vicchio di Mugello da una famiglia contadina.
Certamente frequenta la bottega del maestro Cenni di Pepo, detto
Cimabue, dal quale apprende i rudimenti della pittura, lo stile del
maestro, che è di derivazione prettamente bizantina, pur maturando un
proprio stile rivoluzionario per l'epoca.
E' documentato che nel 1287 Giotto si sposò con Ciuta di Lapo del Pela, dalla quale ebbe cinque figli: quattro femmine e un maschio.
Nel 1288 il giovane Giotto accompagna il Maestro per eseguire lavori a Roma.
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La pittura di Giotto si stacca progressivamente dai canoni del suo
maestro, Cimabue, pur mantenendo l'intensità drammatica, il senso della
grandezza, i panneggi stirati ed i volti seri, i suoi personaggi, sono più umani, più legata alla realtà terrena.
Ad Assisi Giotto si occupa della decorazione della Chiesa Superiore di
San Francesco ed in questi affreschi, soprattutto in quelli del ciclo
del Nuovo Testamento, si notano ancora alcuni tratti stilistici che accomunano Giotto e Cimabue.
A Roma, Giotto lavora nella Basilica di San Giovanni in Laterano e ad
altri affreschi eseguiti in occasione del Giubileo del 1300, indetto da Papa Bonifacio VIII.
In questo periodo la pittura di Giotto raggiunge il suo massimo splendore ed anche la sua fama.
Persino
Dante
parla di lui nella
Divina Commedia e del fatto che
l'allievo abbia superato il maestro:".
..credette Cimabue nella pittura
tener lo campo"....ora Giotto ha il grido".
Giotto possiede una bottega ormai famosa dove lavorano parecchi
discepoli che sono in grado di completare, con il suo stile, le opere da lui impostate.
Nei primi mesi del 1306, a Padova, Giotto termina il suo capolavoro:
La Cappella degli Scrovegni, considerata il capolavoro della pittura del
Trecento italiano ed europeo, che contiene il ciclo più completo di affreschi realizzato da Giotto nella sua maturità.
Con questi affreschi Giotto racconta, in modo poetico ed umanissimo, le storie della Madonna e di Cristo.
Sotto a questi 13 affreschi, Giotto ha dipinto una serie di riquadri che illustrano le allegorie dei Vizi e delle Virtù.
Dopo Padova, Giotto, conteso dai signori delle ricche città, si mosse fra Ravenna, Bologna, Verona e Rimini, per tornare periodicamente a Roma
Nel frattempo, i Frati Francescani, avevano finito di costruire le cappelle, lungo la navata e dietro il transetto della Basilica di San
Francesco e Giotto tornò a più riprese per completare gli affreschi che ancora oggi sono l'orgoglio di Assisi.
Dal 1311 in poi Giotto vive prevalentemente nella sua Firenze dove amministra le sue ricchezze.
In questo periodo Giotto lavora alle Cappelle delle famiglie facoltose di Firenze poste nella chiesa di Santa Croce, delle quali solo due sono sicuramente attribuibili a Giotto: le cappelle dei Peruzzi e dei Bardi.
In queste cappelle, affrescate fra il 1320 ed il 1325 si trova tutta la maturità del pittore che ha rivoluzionato la pittura dell'epoca.
La straordinaria spazialità, resa in particolare dalla disposizione delle figure rende drammatica la narrazione della storia e dolorosamente umane e realistiche le espressioni dei personaggi.
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Spesso nel mondo dell'arte si ripropone il problema dell'attribuzione,
dei dipinti del Maestro, perché spesso Giotto, quale Maestro di una
bottega rinomata, curava solo il disegno delle opere, lasciando il resto ai discepoli.
Giotto oltre che alla pittura, ai colori ed al disegno, si interessava
di Medicina, dato che verso i sessant'anni, nel 1327 s'iscrive all'Arte dei Medici e degli Speziali.
Tra il 1328 e il 1333 Giotto lavora a Napoli alla Corte dei D'Angiò,
nominato "famigliare" da l Re, ma dei suoi affreschi nulla è arrivato fino a noi.
Nel 1334 Giotto, nominato Capomaestro dell'Opera del Duomo di Firenze,
inizia i lavori per la costruzione del campanile del Duomo, lavoro che non riesce a finire perché muore l'8 gennaio 1337.
Forse fu a causa della morte del pittore, che il Campanile non venne
elevato fino a mt. 110, come dal disegno di Giotto, ma solo 85 mt., e
che ci vollero altri ventidue anni per completarlo.