Biografia e vita di Ennio Morlotti (1910-1992)
Ennio Morlotti, uno dei principali protagonisti della vicenda artistica
italiana ed europea del secondo Novecento, è nato a Lecco, sul lago di
Como, il 21 settembre 1910 in una famiglia in cui il padre era invalido
di guerra e la madre faceva la maestra.
Vissuta la prima infanzia scolare in collegio, dove per altro eccelleva
nello studio, cominciò nel 1923 a lavorare come contabile in un
oleificio, quindi fino al 1936 come impiegato in un colorificio e operaio in una fabbrica meccanica.
Nonostante le dure condizioni di vita di quegli anni, si dedicava allo
studio dell'arte antica nelle chiese e nei musei, interessandosi anche
di arte contemporanea, sino a conseguire da privatista la maturità artistica a Brera.
Licenziatosi dalla fabbrica, si trasferì a Firenze e si iscrisse
all'Accademia, dove, seguito da
Felice Carena, si diplomò con una tesi su
Giotto, ottenendo il massimo dei voti.
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Nel 1937, grazie agli introiti giunti dalla vendita di tre quadri
esposti in occasione di un concorso per il paesaggio lecchese, effettuò
un viaggio a Parigi dove vide le opere originali degli amati
Cézanne e
Picasso.
Nel 1940 entrò nel gruppo di Corrente che si ispirava alla rivista
universitaria "Corrente di vita giovanile", diretta da Ernesto Treccani,
seguendone l'orientamento espressionistico francese, da Van Gogh fino ai Fauves.
Nel 1945 si sposò con Anna e l'anno seguente si iscrisse al partito
comunista al quale aderì per sei mesi ; fu questo un anno difficile sul
piano economico ma proficuo sul piano culturale, poiché firmò il
Manifesto del Realismo, aderì al Fronte Nuovo delle Arti ed effettuò la sua prima mostra personale alla galleria II Camino di Milano.
In quell'anno, grazie alla borsa di studio fattagli avere da Lionello
Venturi, avrebbe potuto risiedere a Parigi per due anni assieme a Renato
Birolli, ma dopo due mesi rientrò a Milano poiché non riusciva a
dipingere; nonostante ciò aveva conosciuto e visitato lo studio di
Picasso, aveva incontrato
Braque, Dominguez, De Stael, Sartre e Camus.
E' poi, subito dopo la XXIV Biennale di Venezia (1948), dove espose
assieme a tutti gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti, che si definì
la posizione di Morlotti, il quale assieme a Birolli si staccò dai
componenti "realisti" del gruppo.
E' proprio negli anni '50 che produsse alcune tra le opere capitali
dell'arte informale, non solo italiana, ma anche europea, sicuramente
collegate all'esperienza di autori quali Wols, Fautrier, De Stael, ma anche Pollock e De Kooning.
La Biennale ospitò numerose volte le sue opere, nel 1950, nel 1952
assieme al Gruppo degli Otto, nel 1954 con una sala presentata da
Giovanni Testori (distruggendo le opere esposte subito dopo), nel 1962
vincendo il premio (ex equo con Capogrossi) riservato ad un artista
italiano, nel 1964 all'interno della sezione "Arte d'oggi nei musei",
nel 1972 con una sala personale, nel 1988 con un'altra personale nel
padiglione dedicato all'Italia e nella sezione dedicata alla rassegna
"Il Fronte nuovo delle Arti alla Biennale del 1948".
Nel 1986 e nel 1992 viene invitato alla Quadriennale Nazionale d'Arte a Roma.
Le più importanti mostre complessive dell'ultimo decennio, sono quelle
del 1987 a Locarno a Milano, e del 1994 a Ferrara, effettuata dopo la morte, avvenuta il 15 dicembre 1992 a Milano.