Biografia e vita di Duccio di Buoninsegna (1255 - 1319)
Si suppone che
Duccio, conosciuto anche come
Duccio di Boninsegna, sia nato intorno al 1255 da un Buoninsegna che abitava in San Donato.
Si sa poco o niente della sua formazione, svolta probabilmente sotto
Cimabue, ma è quasi certo che ebbe a bottega
Ambrogio Lorenzetti
(1290-1348) e
Simone Martini (1284-1344).
Alcuni documenti lasciano trasparire una personalità inquieta e ribelle; si hanno notizie di numerose multe inflitte al pittore dal regime dei Nove.
La critica recente preferisce pensare ad un artista molto concentrato sul suo lavoro, al punto di scegliere di pagare l'ammenda prevista, piuttosto che prestare servizio come soldato in periodi di guerra, abbandonando la sua arte.
Il primo documento su Duccio di Boninsegna è del 1278, l'annotazione di un pagamento fattogli dal Comune di Siena, compenso per la pittura
di dodici casse; un lavoro più da artigiano che da artista, ma accerta che in quella data Duccio doveva aver già raggiunto la maggiore età.
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Nel 1285 accetta la sua prima importante committenza, proveniente da Firenze, per la realizzazione di una grande tavola, richiesta dalla
Compagnia dei Laudesi in S. Maria Novella.
Gli storici d'arte ipotizzano alcuni spostamenti e soggiorni ad Assisi ed a Roma per spiegare le influenze artistiche sulla originale formazione del pittore.
Il dipinto più certo a lui attribuito, nell'età giovanile, risulta essere quello della
Madonna di Crevole attualmente custodito a Siena nel Museo dell'Opera.
A questo seguono la
Madonna Ruccellai, conservata alla
Galleria degli Uffizi a Firenze e per molto tempo attribuita a
Cimabue, la
Madonna dei francescani, conservata nella Pinacoteca di Siena, una
vetrata nel duomo di Siena, la
Maestà di Berna al Kunstmuseum, la
Madonna con il bambino insieme a sei angeli a Perugia nella Galleria Nazionale.
La sua opera più grande risulta essere la grande tavola con
Maestà commissionata a Duccio il 9 ottobre del 1308, finita nel 1311 e portata il 9 Giugno in solenne processione nel Duomo di Siena, destinata ad ornare l'altar maggiore.
Intorno al Settecento questa grande tavola è stata smembrata e le sue piccole parti si trovano nei Musei di tutto il mondo, mentre la struttura principale è conservata nel Museo dell'Opera di Siena.
L'analisi pittorica di questo grande capolavoro porta alla luce un artista dotato di grande capacità, profondo innovatore della Pittura Bizantina, molto attento alla natura ed al quotidiano utilizzando magistralmente il colore.
Duccio di Boninsegna è ricordato nei documenti fino alla metà del 1318, poco prima della morte avvenuta probabilmente tra la fine del 1318 e la metà del 1319; nell'agosto di quell'anno infatti la moglie e i figli, (due dei sette diventeranno pittori) rinunciano alla eredità, probabilmente perchè gravata da debiti.