Biografia di Cesare Maccari
Cesare Maccari, nato il 9 maggio del 1840 a Siena, si accosta
giovanissimo al mondo artistico, apprendendo l'arte della scultura,
prima frequentando lo studio del Vestri, dove conosce il Cassioli, il
Ridolfi e il Visconti, poi iscrivendosi, a quindici anni, all'Istituto di Belle Arti di Siena.
Il giovane Maccari inizia la sua carriera come scultore lavorando, dal 1856,
nello studio del senese Tito Sarrocchi (1824-1900), per poi avvicinarsi alla pittura grazie
all'incontro con il pittore Luigi Mussini ((1813-1888), grande ammiratore di
Ingres, di cui fu allievo all'Accademia di Siena, e che lo spinse a ricercare nella
tradizione figurativa italiana del medioevo il modello artistico dell’epoca.
Presto Cesare Maccari si aggiudica alcuni premi e dipinge, per la prima
volta in affresco, i "Quattro Evangelisti" nella Cappella di Quinciano nella senese Val D'Arbia ed entra in contatto con artisti del tempo soggiornando in varie città d'arte.
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A Venezia studia i grandi pittori veneti del XVI secolo copiandone molte opere, a Roma
espone nel 1865 un quadro storico "Gli ultimi momenti di Lorenzo il Magnifico" ottenendo il riconoscimento della critica e degli appassionati d'arte.
La Fondazione Biringucci, che concedeva ai giovani artisti senesi, quattro anni di soggiorno a Roma e sei mesi di viaggio per l’Europa, premia, nel 1866, con la borsa di studio, Cesare Maccari che, l'anno dopo si stabilisce a Roma, dove decora la Cappella Reale del Sudario, proprietà dei Savoia, appena diventata la famiglia reale italiana
Durante gli anni finanziati dalla borsa di studio Biringucci, Maccari a Firenze studia a fondo i maestri del Rinascimento ed a Perugia l'arte dell'affresco.
Dopo 1l 1872 si dedica alla produzione di opere da cavalletto e, influenzato dall’esperienza veneziana, si
specializza in dipinti con soggetti esotici, sentimentali e dell'antica
Roma, molto richiesti dal mercato dell'arte della società del tempo e commissionati dal mercante d'arte Albert Goupil.
Dopo avere presentato all’esposizione di Torino del 1880 "La Deposizione di
Papa Silverio", Cesare Maccari vince il concorso per la decorazione
della Sala Gialla di Palazzo Madama (1881-88) caratterizzata, a detta
del De Santis, da “una schietta modernità”
Nel 1888, il pittore, ormai famoso, ottiene la commissione per la
decorazione ad affresco della cupola e del tamburo della Basilica di
Loreto, la cui esecuzione si protrarrà fino al 1907, dove sono
rappresentati il ciclo della Glorificazione della Vergine e delle
Litanie Lauretane, oltre la sequenza dei quattordici episodi riguardanti
il concetto di Immacolata nella storia del culto di Maria.
Durante il lavoro a Loreto, Cesare Maccari, porta a termine un altro
ciclo mariano nella Cattedrale di Nardò, quello dei Misteri gaudiosi della Vergine (1897- 98).
Le belle prove grafiche preparatorie del ciclo di Loreto, i bozzetti ad olio,
i disegni perfettamente definiti, costituiscono un eccezionale lavoro di
avvicinamento all’opera finita.
Subito dopo il pesante lavoro di Loreto, Cesare Maccari si dedica
agli affreschi sul soffitto e pareti dell’Aula Magna del Palazzo di
Giustizia a Roma che affrontano allegorie e temi relativi alla giustizia e alla storia del diritto.
Nel 1909 l’artista è colpito da paralisi e costretto all’inattività, morendo a Roma il 7 aprile 1919.
Nella natale Siena sono opera sua gli affreschi nella Sala del Risorgimento del Palazzo Pubblico, dove si conserva anche il quadro "Fabiola", che ottenne un grande successo ed il parere favorevole della critica in una mostra del pittore svoltasi a Roma nel 1870.
Altri importanti affreschi si trovano nella Chiesa della Consolazione a Genova e quelli, considerati il suo capolavoro, di una cupola nella
Basilica di Loreto (1888 - 1895).