Biografia e vita di Antonio di Jacopo Benci, detto il Pollaiolo (1431-1498)
Antonio di Jacopo Benci (Firenze
1431-1432), detto il
Pollaiolo, fu
un vero esempio di poliedrico artista del Rinascimento, pittore,
scultore ed orafo che lavorò spesso con il fratello Piero.
Il soprannome Pollaiolo, gli deriva dal mestiere del padre, venditore di
polli, che da ragazzo gli pagò l'apprendistato presso la bottega di un
orafo, ma la sua formazione artistica si compie sotto la guida di
Domenico Veneziano e viene influenzato dall'arte di
Donatello e da Andrea del Castagno.
Di oreficeria è infatti la prima opera documentata, il supporto per la
Croce d'argento ed una formella realizzata, per l'Altare del Battistero
di S. Giovanni, commissionata dall'Arte di Calimala e pagata nel 1459
(attualmente al Museo dell'Opera del Duomo a Firenze).
La bottega del Pollaiolo fu una delle più importanti ed interessanti in
città ed era in competizione con quella di un altro grande maestro:
Andrea del Verrocchio.
Presso Antonio era impiegato il fratello minore Pietro e numerosi
apprendisti e collaboratori, impegnati nella produzione di statue,
dipinti, opere a rilievo e anche manufatti tessili.
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Nei primi anni Sessanta del 1400, realizzò per Cosimo il Vecchio "Tre
fatiche di Ercole" che purtroppo andarono distrutte.
Ancora con il fratello Piero intorno al 1466, Antonio collaborò con i
più grandi artisti del momento, alla decorazione della cappella del
Cardinale del Portogallo (Giacomo di Lusitania) in San Miniato al Monte,
dipingendo la tavola d'altare con i Santi Vincenzo, Giacomo e Eustachio
(attualmente agli Uffizi) e due Angeli nella lunetta che la sovrastava.
Prima della partenza per Roma (1484), Il Pollaiolo, disegna i cartoni
per le ventisette Storie di san Giovanni da ricamare sul parato del
Battistero, una serie di Virtù per il Tribunale della Mercanzia,
partecipa con Andrea del Verrocchio e Luca della Robbia alla
sistemazione della Palla sulla lanterna del Duomo, dipinge il Martirio
di san Sebastiano alla Santissima Annunziata, con i bellissimi arcieri
in primo piano e lo stupendo paesaggio sullo sfondo, realizza gli
affreschi di Villa La Gallina ad Arcetri per Jacopo e Giovanni
Lanfredini, con figure di nudi che danzano, forse derivati dalle
ceramiche etrusche, due piccoli quadri dell'Apollo e Dafne ora a Londra
e il bronzetto con Ercole e Anteo del Bargello.
A Roma, realizza con Pietro l'opera considerata il suo capolavoro: il
Monumento Funebre del Papa Sisto IV collocato nella Cappella del Coro
della Basilica Vaticana (oggi Museo del Tesoro).
Sul bordo del materasso su cui è disteso il corpo del pontefice, entro
una cornice di campi rettangolari con le le figure allegoriche delle
Virtù e delle Arti e delle Scienze, il Pollaiolo si firma: "Antonio del
Pollaiolo da Firenze, famoso nell'argento, nell'oro, in pittura e nel
bronzo, 1493".
Altro lavoro di Antonio del Pollaiolo a Roma è la sepoltura di Papa
Innocenzo VIII, per la quale l'artista introduce il modello, ripreso con
successo nel
Barocco, della figura del Pontefice seduto.
Al periodo romano appartiene l'incisione con la Battaglia di Nudi
oggi conservata a Cambridge nel Massachusetts.
Antonio Benci del Pollaiolo, muore a Roma il 4 febbraio 1498.