Biografia e vita di Vladimir Kush (Russia 1965)
Vladimir Kush è nato in Russia, il 29 Marzo 1965, in una casetta in legno nella periferia di Mosca, vicino al bosco-parco Sokolniki dove, molto tempo fa lo Zar si dedicava alla falconeria.
La carriera d'artista di Vladimir cominciò quando, ancora bambino, sulle ginocchia di suo padre, appassionato di disegno, completava i suoi schizzi.
Come molti altri ragazzi di tutto il mondo Vladimir Kush sognava grandi spazi aperti ed immaginava la grande pianura russa,
che si spingeva senza ostacoli per migliaia di chilometri, al di là del bosco innevato.
Sognava di superare quello lo spazio e raggiungere il bordo della terra
nel nord, dove inizia il Mar Bianco, o sul versante sud, dove c'è il Mar
Nero. il Pontus Euxinus degli antichi greci oppure di vagabondare nella steppa.
Dai sette anni frequenta contemporaneamente due scuole: al mattino la scuola regolare e nel pomeriggio corsi d'arte.
Impegnato fino alle nove di sera, la sua vita si svolgeva fra casa e scuola con un'ora e mezza di metropolitana.
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La scuola d'arte frequentata da Vladimir Kush era una scuola
sperimentale che consentiva la massima libertà artistica ed è qui che il
futuro pittore surrealista impara a conoscere il Rinascimento, i pittori
impressionisti, i post-impressionisti, gli artisti contemporanei e realizza la sua prima immagine surreale.
Durante l'adolescenza Vladimir Kush è un ammiratore di
Cézanne e sperimenta
i diversi stili dell'impressionismo fino a che nel 1980 ha occasione di
avere fra le mani un libro di
Salvador Dalà.
Per proseguire i suoi amati studi artistici al prestigioso Istituto
d'Arte di Mosca, a 17 anni, affronta difficili esami d'ammissione, ma solo l'anno dopo è chiamato per fare due anni di servizio militare.
Dopo sei mesi di fanteria, il comandante della sua unità decide che il
miglior contributo che Vladimir Kush possa dare alla Russia sia come pittore di grandi tele e di murales.
Naturalmente nei suoi paesaggi romantici o fantastici doveva includere
elementi militari, come quando in un dipinto, mise un trasmettitore radio in cima ad un iceberg nel bel mezzo di un oceano.
A ventidue anni Vladimir espone con l'Unione degli Artisti e comincia a vendere alcuni quadri.
Il personale dell'Ambasciata degli Stati Uniti gli commissiona alcuni
ritratti per il suo personale, ma il pittore deve presto rinunciare a
questo lavoro perché il KGB lo sospetta di essere una spia degli americani.
Vladimir Kush riconosce la grande influenza che suo padre ha avuto sulla sua pittura.
Il Padre, che era uno scienziato, gli ha fatto notare come, nella Grecia
antica, l'arte e la matematica fossero considerate allo stesso livello,
e che il senso del dipinto deve racchiudere una spiegazione abbastanza
chiara, in modo che lo spettatore possa accettare l'impossibile,
attraverso immagini semplici che svelino le metafore e catturino l'essenza del soggetto attraversando significati più o meno velati.
Dopo il successo delle sue opere ad una mostra tenuta in Germania nel
1990 con altri due artisti russi, Vladimir Kush vola a Los Angeles, dove espone venti sue ultime opere.
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Da qui hanno inizio le peregrinazioni ed i grandi viaggi dell'artista.
I sogni fatti durante l'infanzia in grandi spazi aperti, si realizzano.
Grandi montagne, infinite praterie, l'immenso oceano che abbraccia l'
"Ombelico del Mondo" (l'Isola Hawaiana di Maui) la visione del Grande
Oceano che si fonde con il Cosmo, forniscono senso, fantasia, leggerezza e colore alle opere del pittore ormai maturo.
Vladimir Kush, quando parla della sua arte, sostituisce l'etichetta che
i critici d'arte gli anno dato, di surrealista, con quella di "pittore metaforico realista".
Ognuno dei suoi dipinti è sorprendente e pieno di simboli forti.
La sua vita e le sue ispirazioni sono state profondamente coinvolte
dagli spazi aperti e per questo motivo molti dipinti della sua enorme e bella produzione sono legati al mare.