Nel 1882 van Gogh vive con una prostituta, Sien, che è incinta. Passa tre
settimane in ospedale per gonorrea e dopo essere stato dimesso, continua
a sperimentare la pittura ad olio, passando molto tempo a dipingere la
natura, oltre a dipingere Sien e il neonato.
Abbandonata Sien, dal 1883 al 1885 il pittore vive con i genitori nel
paese di Nuenen e nell'arco di questi anni dipinge duecento quadri; cura
amorevolmente la madre che si è rotta una gamba e prende lezioni di
musica e canto perché pensa che ci sia un legame fra colore e musica.
Nel 1885 muore il padre.
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Dopo aver rotto il legame con Sien, Vincent Van Gogh, ha un'altra sfortunata relazione sentimentale.
Convinto di essere perseguitato dal destino si rifugia nella pittura,
intraprende nuovi esperimenti sui colori e si interessa di incisioni giapponesi.
E' di quest'anno quello che viene considerato il suo primo capolavoro "I mangiatori di patate".
I lavori degli Impressionisti esercitano una profonda influenza su di lui e sul suo uso del colore.
Durante tutto l'anno 1887 Van Gogh continua a lavorare a Parigi;
frequenta i caffè con altri pittori e discute appassionatamente d'arte
con Bernard e Gauguin, sperimentando diversi stili, inclusi Japonaiserie
e Pointillisme ed il suo stile risulta completamente rinnovato, ricco di luci e colori vivaci.
Nel 1888 si trasferisce ad Arles, in Provenza, dove affitta la "Casa
gialla" e dove progetta di fondare una comunità di pittori.
Inizia così un periodo molto produttivo e sereno della sua vita: dipinge
molti ritratti ed alcune marine a Saintes-Maries-de-la-Mer nelle quali
si riflette l'umore ed il piacere di dipingere.
Nei 18 mesi di vita ad Arles, l'artista ha dipinto quasi 200 dipinti, 100
disegni e acquerelli e scritto almeno 200 lettere, mostrando un interesse esclusivo per i problemi cromatici e formali.
Nell'estate viene raggiunto da
Paul Gauguin e i due pittori lavorano con
entusiasmo insieme, ma presto i disturbi psichici di Vincent hanno la
meglio: dopo una lite furiosa, durante la quale Vincent aggredisce
l'amico, che spaventato torna a Parigi, Van Gogh, disperato ed in piena
confusione mentale, si amputa il lobo di un orecchio.
Nel Maggio 1889, conscio del suo precario stato di salute, si fa
ricoverare volontariamente nel manicomio di Saint Paul de Mausole a Saint-Rémy.
Nonostante si ripetano i violenti attacchi, definiti epilettici dai
medici, anche se in maniera discontinua per le difficoltà che incontra
nel lavorare mentre è ricoverato, dipinge e disegna con passione,
studiando in prevalenza il paesaggio, ma dedicandosi anche alla pittura
di figura e iniziando a replicare opere di
Jean Francois Millet.
Durante l'internamento a Saint-Rémy ottiene i primi consensi: viene
invitato a partecipare alla mostra "Les XX" che si sarebbe tenuta a Bruxelles nel Gennaio 1890.
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Nella primavera del 1890 alcune opere di Vincent Van Gogh vengono
esposte al Salon des Indépendants a Parigi e sul Mercure de France appare un buon articolo su di lui.
In maggio lascia Saint-Rémy, passa per Parigi e si stabilisce a Auvers sur Oisev dove vive in albergo.
Dipinge paesaggi e qualche ritratto, ma il 27 Luglio 1890 "in tutta
lucidità" come scriverà Emile Bernard, si spara al petto.
Resta in vita senza perdere conoscenza e senza lamenti sino alla sera
del 29 Luglio, assistito dal fratello Theo, che a sua volta si ammala
gravemente dando segni di squilibrio e morendo sei mesi dopo.
Perchè i girasoli?
Van Gogh amava i girasoli, tant'è vero che uno dei dipinti con un vaso di girasoli abbelliva la stanza dell'amico Paul Gauguin,
a cui Van Gogh teneva moltissimo.
I girasoli esprimono la particolare luminosità del sole della Provenza da cui van Gogh fu affascinato durante il soggiorno ad Arles.
Questo soggetto permette a van Gogh di usare l'intero spettro del giallo, colore da lui preferito, grazie ad una tecnica innovativa
detta "ad impasto solido".
Infatti, dopo aver raccolto un'abbondante quantità di colore, Van Gogh lo applicava con tale energia sulla tela da lasciare grumi di
vernice su entrambi i lati di ogni pennellata.
I fiori sono disordinati, quasi spettinati, raffigurati tramite tocchi mobili, che seguono l'andamento di petali e foglie. Così si
animano, caricandosi di un significato simbolico, metafora della vitalità della natura. Il risultato finale è un'immagine vivace e
gioiosa e nello stesso tempo tormentata.
Il vaso di girasoli di van Gogh della Neue Pinakothek di Monaco è tuttavia dotato di una certa eleganza e pulizia dei tratti. Non
bisogna dimenticare come Van Gogh in questo periodo subisse l'influenza delle stampe giapponesi che già da anni lo affascinavano.