Biografia e vita di Salvador Dalì (dal 1936 al 1989) pag. 2
1936: scoppia la guerra civile spagnola. Durante una conferenza
tenuta in occasione della mostra surrealista a Londra sfugge per un pelo
alla morte per soffocamento dentro lo scafandro da lui indossato. In
dicembre la sua fotografia appare sulla pagina di copertina della rivista Times.
1937: scrive una sceneggiatura per i Marx Brothers e a Hollywood
incontra Harpo Marx. In luglio dipinge e scrive parallelamente
Métamorphose de Narcisse, un' esaustiva applicazione del metodo
paranoico-critico. Crea vari modelli per Elsa Schiaparelli. Breton lo
sottopone al giudizio dei surrealisti a causa delle sue sconvenienti dichiarazioni su Hitler.
1938: partecipa alla mostra internazionale dei surrealisti a
Parigi. Va a trovare Freud a Londra e disegna vari suoi ritratti.
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1939: avviene la rottura definitiva col gruppo dei surrealisti e
con André Breton che anagramma il suo nome in Avida Dollars. Negli Stati
Uniti pubblica il saggio Declaration of the indipendance of the
imagination and of the rights of man to his own madness. In novembre, al
Metropolitan Opera di New York ha luogo la prima del balletto Bachanal,
libretto e scenografie di Dalì, coreografie di Léonide Massine.
1940: In seguito all'invasione tedesca, nel 1940 abbandona Parigi
e si trasferisce negli Stati Uniti con Gala éluard, dove risiederà per più di otto anni.
Sotto la bandiera a stelle e strisce, Salvador Dalà
tenta di coniugare nelle sue opere due elementi base: da un lato, una
tecnica che uguagli quella dei grandi maestri europei della pittura a
olio e dall'altro, le sue teorie ed esperimenti visivi derivati dal Surrealismo.
Come Geopoliticus risultato della sua inquietudine creativa
e delle caratteristiche del mercato e del pubblico nordamericano,
Salvador Dalà lavora quindi utilizzando diversi mezzi e linguaggi, oltre
a quello della pittura: l'illustrazione, la decorazione, la gioielleria,
la moda, il cinema, la pubblicità e il teatro.
1941: Mostra dedicata a lui e a Mirò al Museum of Modem Art di New York.
A partire da questo anno, Salvador Dalà tende ad allontanarsi
progressivamente dalle tematiche paranoico-ossessive, tipiche della fase
surrealista. Il suo interesse si allarga alle scoperte della scienza, al misticismo e alla religione.
In campo artistico guarda al pittura rinascimentale. Ma la sua indole
onnivora e vorace lo porta a interessarsi anche alle nuove correnti
dell'arte del dopoguerra: Pop Art, Op art. Spunti importanti gli
derivano da nuove tecniche, come l'olografia.
Dalà stesso spiega questo mutamento di rotta con l'intenzione di diventare "classico".
Nel lavoro le conseguenze di questo cambiamento si avvertono progressivamente.
Le opere risultano sempre meno centrate sulle immagini
paranoico-surreali, derivate dall'analisi delle sue ossessioni personali.
Prendono il posto immagini di respiro più universale, indotte dalla religione e dalla scienza moderna. Emblematica di queste
aspirazioni sarà la tela "Disintegrazione della Persistenza" (1952). In essa la scienza moderna sembra soppiantare il Surrealismo,
incarnato dagli orologi molli del quadro più famoso: "Persistenza della Memoria" (1931)
1942: gli Stati Uniti esce l'autobiografia "Vita segreta di Salvador Dalì".
1946: disegna vari studi per un film ricco di trovate fantastiche
da realizzare con Walt Disney.
Disegna le scene del film di Alfred Hitchcock Spellbound ("Io ti salverò").
1948: negli Stati Uniti esce il suo Fifty secrets of magic craftsmanship.
1949: ritorna in Europa insieme a Gala.
Disegna scene per Peter Brook e Luchino Visconti.
Dipinge la serie di La Madonna di Port Lligat.
1951: pubblica Manifeste mystique e inizia il suo periodo corpuscolare.
1952: mostre a Roma e a Venezia. E' il periodo della cosiddetta mistica nucleare.
1953: tiene una conferenza trionfale alla Sorbonne sul tema Aspects phénoménologiques de la méthode paranoiaque-critique.
1954: iniziano le riprese del film L'histoire prodigieuse de la
dentellière et du rhinocéros, con la regia di R. Descharnes.
1956: mostra alla National Gallery di Washington.
1958: con una cerimonia cattolica si sposa con Gala. Il 12
maggio, al Théàtre de l'étoile, in occasione di un happening, Dalì
presenta un filone di pane lungo 15 metri.
1959: viene ricevuto in udienza dal Papa Giovanni XXIII. Dalì
presenta a Parigi la sua invenzione: l'Ovocipede.
1960: Dalì esegue dipinti mistici di grande formato come "Il
concilio ecumenico".
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1961: a Venezia ha luogo la prima del Ballet de Gala, libretto e
scenografia di Dalì, coreografie di Maurice Béjart. All'école
Polytechnique di Parigi tiene una conferenza sul mito di Castore e Polluce.
1962: Robert Descharnes pubblica Dalì de Gala.
1963: Dalì pubblica Le mythe tragique de l'Angelus de Millet.
Comincia ad attribuire alla stazione di Perpignan un ruolo decisivo nella costituzione dell'universo.
1964: viene insignito della Gran Croce di Isabella la cattolica,
la massima onorificenza spagnola.
Tiene a Tokio una retrospettiva della sua opera e pubblica "Diario di un genio", che aveva iniziato a scrivere nel 1962
1971: inaugurazione del Salvador Dalì Museum a Cleveland (Ohio)
con la collezione E. e A. Reynolds Morse, trasferito nel 1982 a Saint Petersburg (Florida).
1972: realizza alcune illustrazioni per il Decamerone di Boccacio.
1974: il 28 settembre Salvador Dalà inaugura il Teatro-Museo Dalà di Figueres, che ospita gran parte della sua produzione e opere di
alcuni dei suoi pittori preferiti, tra cui: Meissonier, Bouguerau, Fuchs, El Greco, Fortuny, Urgell, Antoni Pichot.
Con questa inaugurazione nella sua città natale, egli opera volontariamente una ricapitolazione di tutto il suo contributo all'arte del Secolo.
Questo aspetto caratterizza la sua opera di questi anni, dal momento che si assiste ad un recupero non solo di "Meditation on the harp", tematiche già sfruttate da Dalì, ma anche di altri aspetti propri di altri grandi artisti.
La matematica, la scienza, la storia e gli effetti ottici e visivi, continuano ad essere al centro del suo interesse e la maggior parte delle sue opere comprendono o si basano su questi aspetti.
1978: Dalì scopre i lavori di René Thom relativi alla teoria matematica delle catastrofi. In aprile, al Guggenheim Museum, presenta i suoi dipinti iper stereoscopici. In maggio diventa membro dell'Académie des Beaux-Arts di Parigi.
1979: Il centro Georges Pompidou allestisce una grande retrospettiva dedicata a Dalì, successivamente trasferita alla Tate Gallery di Londra.Nell'ultimo decennio di vita, Dalà, oramai molto anziano, si dedica quasi interamente alla celebrazione di Gala e del suo genio.
Viene completata la realizzazione del grandioso e spettacolare Teatro-Museo Dalà, a Figueras.
Porta poi a termine l'allestimento degli altri due siti dedicati alla sua figura e a Gala: la Casa-Museo Castillo Gala Dalà di Pàºbol e la Casa-Museo Salvador Dalà di Portlligat.
1982: 10 giugno muore Gala. In luglio viene conferito a Dalì il titolo di Marchese di Pubol; da questo momento vive nel castello di Pubol da lui donato a Gala.
1983: Creazione del profumo "Dalì". A Madrid ha luogo una ragguardevole retrospettiva, successivamente trasferita a Barcellona. In maggio dipinge la sua ultima opera, La coda di rondine.
1984: Subisce gravi ustioni a seguito di un incendio scoppiato in una stanza del castello di Pubol. Robert Descharnes pubblica Die
Eroberung des Irrationalen/Salvador Dalì, sein Werk-sezn Leben (La conquista dell'irrazionale. Salvador Dalì), la sua opera - la sua vita).
Presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara ha luogo una retrospettiva di suoi dipinti.
1988: Prima mostra dedicata a Dalì in Unione Sovietica, al museo Puskin di Mosca.
1989: Dalì muore d'un colpo apoplettico il 23 gennaio, nella
Torre Galatea dove si è trasferito dopo l'incendio del castello di Pubol.
Secondo i suoi desideri, la sua salma viene deposta in una cripta del
teatro-museo di Figueras a lui dedicato. Nel testamento lascia tutti i
suoi beni e le sue opere allo Stato spagnolo.
La personalità di Dalà è molto complessa. Così complessa da travalicare
il campo dell'arte. Si identifica con il pensiero, il comportamento, la
vita stessa. Basta pensare al suo gusto eccentrico, al limite del kitch, nel vestire e nell'atteggiarsi.
Tutto in Dalà è eccessivo. E per questo è stato osannato, aspramente
criticato, considerato di volta in volta geniale e sbruffone.
Il suo interesse per il denaro gli ha fatto guadagnare da Breton il
soprannome di "Avida dollars", che è l'anagramma del suo nome. E' passato
indenne da tutto perché si sentiva un genio e, come tale, si è comportato per tutta la vita.
Frasi celebri di Salvador Dalì
«Il gioco degli scacchi sono io.»
«Il disegno è la sincerità nell'arte. Non ci sono possibilità di
imbrogliare. O è bello o è brutto.»
«Il meno che si possa chiedere ad una scultura è che stia ferma.»
«Picasso è un genio. Come me.
Picasso è un comunista. Io no. »
«Chi oggigiorno vuole fare carriera dev'essere un po' cannibale. »
«Restano ancora pochi paesaggi. Essi convergono tutti qui. La Catalogna
è il centro del mondo.»
«L'unica differenza tra me e un pazzo è che io non sono pazzo. »
«Il segreto del mio prestigio rimarrà un segreto. »
«Non dipingo un ritratto che assomiglia al modello, piuttosto è il
modello che dovrebbe assomigliare al ritratto.»
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