Biografia e vita di Pierre-Auguste Renoir (1841-1919)
Pierre Auguste Renoir, pittore e incisore, uno dei primissimi
Impressionisti francesi, nasce il 25 febbraio 1841 a Limoges in una famiglia di origini modeste.
Nel 1844 il padre e la madre sono sarti e si trasferiscono a Parigi dove Pierre-Auguste molto presto esprime una decisa
predisposizione alla musica ed al disegno.
Dopo gli studi, assunto come apprendista nella ditta di porcellane decorate Lèvy Frères, Auguste Renoir familiarizza con i pennelli ed i
colori, decorando piatti e tazzine.
La vera formazione artistica di Pierre Renoir comincia nel 1862 frequentando i corsi all'
Ecole de Dessin et des Arts
Dècoratifs, diretta dallo scultore
Callouette.
Ammesso all
'Ecole des Beaux Arts per seguire i corsi di
Emile Signol e
Charles Gleyre, August Renoire si rivela uno scolaro
indisciplinato e restio a seguire gli stili e modelli pittorici proposti dal corso di studi:
Rubens ed ai pittori del Settecento francese.
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La pittura tradizionale del tempo era legata al concetto di pittura al
chiuso, dentro uno studio, anche quando si trattava di dipingere un paesaggio.
Renoir apprezzava tanto la bellezza da sentire il bisogno di fissare sulla tela non solo il ricordo di tutto ciò che aveva visto, ma desiderava dipingere tutto ciò che vedeva nel momento stesso che lo percepiva come "bello".
Per Renoir la ricerca del "bello" non è una limitazione dei soggetti, per lui tutto ciò che esiste, vive, tutto ciò che vive, è bello e tutto ciò che è bello, merita di essere dipinto, perchè la pittura deve esprime la gioia di vivere, esaltare la
felicità del partecipare alla vita di tutto ciò che di bello ci circonda.
Nella primavera del 1864 Renoir ed i suoi amici pittori
Claude Monet,
Bazille e
Sisley, comincia a sperimentare il metodo, poi denominato "
en
plein air, dipingendo insieme nella foresta di Fontainebleau ed il suo quadro "Esmeralda che danza", viene ammesso al Salon.
Molti altri giovani pittori seguirono l'esempio di Renoir dando il via
alla nuova corrente artistica chiamata "
Impressionismo" che tanto scandalo suscitò il 15 aprile 1874 la mostra nello studio del fotografo Nadar, a Parigi che ospitò centosessantacinque opere - dipinti, disegni, acquerelli, pastelli - eseguiti da artisti appartenenti alla "
Societè anonyme des artistes, peintres, sculpteurs, graveurs", fondata l'anno precedente.
Fra gli espositori c'erano Astruc, Bracquemond, Boudin, Cezanne,
Degas, Guillaumin, Monet,
Morisot, de Nittis, Pissarro, Sisley e Renoir.
I lavori giovanili di Renoir sono influenzati del colorismo
di Eugène
Delacroix, dalla luminosità di
Camille Corot,
dal realismo di Gustave
Courbet e di
Edouard
Manet.
I suoi dipinti caratterizzati da luminosi effetti di colore e dal
senso di "vivo" della pelle delle donne, non hanno ancora abbandonato le
regole dei coloristi e dei realisti, apprezzati dalla critica corrente,
ma vengono rifiutati dalla giuria accademica del "Salon" e l'esclusione dalla rosa degli artisti promossi al Salon, corrispondeva,
economicamente, ad essere esclusi dal mercato.
Per vivere Renoir è costretto a ripiegare su ritratti e questa scelta
obbligata dà vita ad alcuni celebrGalleria opere d'arte come il
Ritratto di Bazille
del 1867; un anno prima di realizzare questa tela, aveva avuto delle serie difficoltà economiche e per questo
Frédéric Bazille, lo aveva aiutato e ospitato.
Durante quegli anni Renoir dipinge le sue tele migliori che esaltano la
bellezza del corpo umano, la poesia della natura sottolineando la gioia
di vivere, ma lasciando l'artista in miseria.
Il pittore propone e ripete nei dipinti il suo modello di donna, un viso
rotondo, con un corpo dalle forme piene, occhi a mandorla e un'aria
insieme innocente e misteriosa.
Tra il 1881 e il 1882 Renoir fa un viaggio in Algeria soffermandosi in
Italia, come sognava da lungo tempo, per studiare dal vero la pittura rinascimentale.
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L'incontro con i Grandi Maestri italiani ha un'influenza enorme su
Renoir che in breve tempo si allontana dallo stile degli impressionisti
per seguire l'intima esigenza di studiare le forme, tanto da farle
sembrare modellate, scultoree addirittura..
Tormentato da un sentimento di insufficienza, pensando di non saper "né dipingere, né disegnare", Pierre Auguste
Renoir si concentra sulla qualità del disegno, sulla raffigurazione dei
dettagli per rendere più precisi i contorni delle forme.
Con questa scelta abbandona, per un certo periodo, buona parte di ciò
che costituiva la magia delle sue tele: i suoi toni diventano seri e la luce fredda.
Dopo l'ultima esposizione tenuta con gli impressionisti, Renoir lascia
spesso Parigi per recarsi in campagna dove dipinge in compagnia di
Cézanne.
Il suo gallerista Durand-Ruel, espone i suoi quadri e quelli degli impressionisti nei mercati artistici più prestigiosi: Parigi, Londra,
Bruxelles, Vienna e New York, con un discreto successo e
Renoir, finalmente, non vive più in ristrettezze economiche, frequenta e
riproduce serene scene di vita parigina, che aveva abbandonato, eliminando i contorni ed i
chiaroscuri, approfondendo gli studi sugli effetti della luce.
Le sue tele ritornano ad essere magiche e splendide, i colori sono
vivaci e sanno rendere tutte le sottili variazioni della luce.
Nell'Aprile del 1890, presso il municipio di Parigi, sposa Aline Charigot, la modella di cui era innamorato dal 1880 e che appare in molti dei
suoi quadri e tra Maggio e Giugno espone per l'ultima volta al Salon.
Nel 1897 riprende a viaggiare. Visita Londra, L'Aia, Bayreuth, Dresda ed ha modo di vedere dal vivo le opere di
Rembrandt e
Vermeer, ma dal 1898 comincia ad avvertire i primi sintomi di una grave malattia reumatica che lo tormenterà fino alla morte.
Pierre Auguste Renoir, tiene un ritmo di lavoro intensissimo, per l'Esposizione Universale (in quell'occasione riceve la Legione D'Onore)
presenta dieci tele e per la IX Biennale di Venezia prepara ben trentasette opere.
Nel 1908 si trasferisce a Les Collettes, la tenuta che ha acquistato a Cagnes-sur-Mer, vicino Nizza dove
su suggerimento di Vollard decide di dedicarsi alla scultura perchè l'artrite che gli blocca le articolazioni, va peggiorando.
Nel 1910 la Biennale di Venezia gli dedica un'intera sala, ma le mani sono doloranti e irrimediabilmente deformate, per dipingere Renoir è
costretto a farsi legare il pennello ai polsi, non riesce a camminare e le sue condizioni generali vanno peggiorando.
Insiste anche nella scultura, ma non potendo lavorare da solo, dal 1913 si fa aiutare dall'artista catalano Richard Guino.
Nel 1917 Renoir tiene altre importanti mostre: da Durand-Ruel a New York e poi a Parigi, Zurigo, Barcellona e Stoccolma, ma è nella sua casa
di Cagnes che il Maestro si spegne il 3 dicembre 1919 per complicazioni polmonari, dopo aver terminato, con il pennello legato alle mani, la sua ultima opera,
"Le bagnanti", nel grande formato di 110X160.