Biografia e vita di Maurice Denis (1870-1943)
Maurice Denis, pittore simbolista francese, nato a Granville il 25 novembre 1870 era figlio di un impiegato delle ferrovie e di una modista.
La sua formazione artistica coincise con la nascita del movimento simbolista che lo influenzò fortemente, come il lavoro del pittore
simbolista Pierre Puvis De Chavannes che si stava imponendo per la sua semplicità e per la sua filosofia circa un’arte, che fosse sintesi tra
mondo esterno e spiritualità dell'artista.
Nelle primissime opere, lo stile pittorico Maurice Denis è naturalista e neoimpressionista, ma col tempo tende verso un puro decorativismo,
caratterizzato da zone di colore piatto e contorni netti.
L'idea del pittore per cui il dipinto è una superficie piatta, riempita di colori secondo un certo
ordine, lo inserisce nel filone dei preraffaelliti ed un precursore dell'astrattismo.
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Nel 1888, all'Accademia Julian di Parigi, Maurice Denis conosce Paul
Sérusier,
Pierre Bonnard
e Paul Ranson, con i quali fonda il gruppo dei
pittori Nabis (Profeti), gruppo che si rifaceva, nei propri
ideali estetici, alle opere e alla poetica di
Paul Gauguin, per il
superamento del
naturalismo impressionista tramite un ritorno all'arte primitiva e giapponese.
Delle riunioni dei Nabis, tenute solitamente nella redazione della
rivista "Revue Blanche" o all'Accademia Ranson, Denis apprezzò in modo
particolare il clima mistico, il gergo esoterico e il soprannome che
ogni pittore ricevette dal gruppo: Denis venne chiamato "il Nabi dalle belle immagini".
Come "Nabi" Maurice Denis dipinge quadri di stampo intimistico,
enigmatico ed i temi della sua pittura, di carattere religioso o
situazioni della vita quotidiana, sono portati in una dimensione ideale
ed irreale, in un'atmosfera di calda e serena intimità, ottenuta con un tratto estremamente delicato.
Denis dapprima propose le immagini di soggetto religioso, in forme
primitive, ispirate a Beato Angelico, ma poi modificò e arricchì il suo stile in senso decorativo dell'Art Nouveau.
Nel 1890 espose al Salon e, a partire dal 1891, partecipò con gli altri
artisti Nabis al Salon des Indépendants e nel 1892 presentò le sue opere
alla IX Rassegna del gruppo "Les XX" a Bruxelles.
Una costante della sua vita fu la professione della fede cattolica, che
ebbe sempre per lui un ruolo prioritario. Ricevette numerose commissioni
per la decorazione di chiese e questo lo fece tornare alla grande
tradizione della pittura murale eseguendo affreschi solenni di impianto monumentale, ispirati da un cattolicesimo letterario.
Nel 1909 ottenne un incarico come insegnante all'Accademia Ranson, dove rimase fino al 1919.
In questi anni eseguì le decorazioni del teatro degli Champs Elysées e
del Petit Palais di Parigi e si dedicò a numerose grandi pitture murali per chiese.
Il fervore religioso portò Maurice Denis a fondare, nel 1919, gli
Ateliers d'Art Sacré, dedicando molto tempo alla preghiera, tanto da
diventare terziario di San Domenico, senza isolarlo dal mondo, per cui
partecipò alla vita sociale del tempo: fu amico dello scrittore André
Gide e subì l'influenza di
Paul Cézanne .
Oltre la vasta produzione di pittore, Denis fu un grande disegnatore e illustratore.
Fino alla sua morte Maurice Denis continuò a dipingere in
un'interpretazione moderna della grande pittura antica, supportato dalla
sua forte vena artistica, continuamente alimentata dai suoi viaggi, molti dei quali in
Italia, che lo portarono ad entrare in contatto diretto con i preraffaelliti ed i neoclassici.
Illustrò con disegni e gouaches la “Sagesse” di Paul Verlaine ed i
“Fioretti” di San Francesco, lavorò a pubblicazioni nelle quali definì i
fondamenti teorici del nuovo corso artistico (Du symbolisme et de
Gauguin vers un nouvel ordre classique, 1912), si dedicò anche alle arti
applicate, disegnando vetrate, vasi, arazzi, ventagli e perfino una banconota da 500 franchi.
Denis morì il 13 novembre 1943 a Saint-Germain-en-Laye.