Biografia e vita di Jan van Eyck (1390-1441)
Jan Van Eyck nacque intorno al 1390 a Maaseik e morì a Bruges 1441.
Elogiato dai contemporanei come “il principe dei pittori del nostro secolo”, fu l'iniziatore della
scuola fiamminga, ed uno dei grandi maestri della
pittura gotica.
Jan van Eyck iniziò la sua carriera artistica eseguendo
alcune
miniature del
Libro d’ore che probabilmente appartenne a
Guglielmo di Baviera.
A questo periodo risalgono anche le sette pagine miniate delle
Ore di Torino, di cui quattro andarono distrutte nell'incendio della biblioteca nazionale nel 1904, mentre le tre rimanenti si trovano tuttora nel Museo Civico di Torino.
Anche in questi primi lavori del pittore, è evidente il vivo interesse naturalistio che si esprime in delicate
e vibranti rappresentazioni paesaggistiche.
Il pittore rimase all'Aia dal 1422 al 1424, al servizio di Giovanni di
Baviera conte di Olanda.
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Nel 1425 Jan Van Eyck passò a Lille al servizio del duca di Borgogna, Filippo il
buono, del quale fu non solo pittore ufficiale, ma anche intimo amico,
consigliere e agente segreto.
Si sa di due missioni all'estero, nel 1426 e nel 1429, quest'ultima in
Portogallo per trattare il matrimonio della figlia del re con il duca e
che determinò l'inizio della profonda influenza dell'arte fiamminga su quella Portoghese.
Jan Van Eyck nel 1430, ormai celebre pittore, si stabilì a Bruges dove
lavorò con il fratello Hubert, perfezionando il suo senso della prospettiva che, a differenza della scuola di Rinascimento Italiano, che era
impegnata in una ricerca artistica volta a suggerire la spazialità del dipinto per fondare insieme in uno spazio omogeneo, avvenimento e
architettura, Van Eyck catturava la realtà concreta nelle sue esatte proporzioni, senza ricorrere apparentemente a calcoli matematici.
Lo stile di Jan van Eyck dedicandosi con tanta passione alla natura che conteneva gli avvenimenri dipinti, costituiva per la pittura fiamminga
un notevole progresso, dato che fino a pochi decenni prima, sia il paesaggio sia l’architettura che includevano la storia sacra erano solo
fondi schematici, simili a scene teatrali.
Le opere firmate che ci rimangono, circa una decina, includono il famoso:
Polittico di Gand (1432),
I coniugi Arnolfini (1434,
Londra, National Gallery),
la
Madonna del cancelliere Rolin (1433,
Parigi, Louvre),
la
Madonna di Lucca (1436, Francoforte, Stadelsches Kunstinstitut),
L
’Annunciazione(1435),
la scultorea
Madonna del canonico van der Paele (1436),
la
ritrattistica.
Anche in questa Jan Van Eyck rivoluzionò l'impianto tradizionale, portando l'attenzione tutta sul volto del modello, come è evidente in Timoteo, l'Uomo col turbante rosso, Jan de Leeuw, la moglie Margaretha van Eyck.
L'influenza dell'opera di Jan van Eyck fu vastissima, non solo in patria, ma anche in
Italia, soprattutto attraverso
Antonello da Messina, nella penisola Iberica tramite Dalmau e nell'area tedesca.
Jan van Eyck fu anche il perfezionatore della tecnica della pittura ad olio che gradualmente sostituì in Europa l'uso del colore a tempera.