Biografia e vita di Gustave Courbet (1819-1877)
Conosciuto anche come:
Jean-Desire-Gustave Courbet.
Studente di:
Antoine-Jean Gros (1771-1835).
Insegnante di:
Henri Fantin-Latour (1836-1904),
Hector Hanoteau (1823-1890),
Olaf Isaachsen (1835-1893) 1861-1862.
(Ornans, Francia, 1819 - La Tour-de-Peilz, Svizzera, 1877)
Figlio di ricchi contadini,
Gustave Courbet nacque il 10 giugno 1819 a Ornans, una cittadina nella regione del Giura, nella Francia orientale.
Ebbe i primi insegnamenti artistici nel Petit Séminaire di Ornana dove suo maestro di disegno fu
Père Baud, un seguace del pittore neoclassico
Antoine Jean Gros.
Nel 1937 Courbet partì per la vicina città universitaria di Besanà§on: i genitori desideravano che Gustave studiasse legge, ma egli si iscrisse subito all’Accademia, frequentando il corso di M. Flajoulot, un altro esponente del
Classicismo.
Due anni dopo Courbet lasciò Besanà§on per Parigi che intorno alla metà del XIX secolo era diventata, oltre che la capitale europea dell’arte, il luogo di raccolta degli attivisti politici di tutte le tendenze.
Il suo soggiorno parigino ebbe un avvio tranquillo: Courbet frequentava l’atelier di M. Steuben, copiava i dipinti esposti al
Louvre e consumava le sue energie nella ricerca del successo al Salon.
I primi tentativi di farsi accettare non furono molto fortunati. Tra il 1841 e il 1847 solo tre dei venticinque lavori da lui presentati passarono il vaglio della commissione esaminatrice.
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Durante i primi dieci anni trascorsi nella capitale, non vendette quasi nulla, tanto da dover dipendere pressoché totalmente dalla famiglia.
Nello stesso periodo Courbet conobbe Virginie Binet, della quale si sa ben poco, tranne che divenne la sua compagna e gli diede un
figlio nel 1847. Nello stesso anno, finalmente, uno dei dipinti esposti al Salon attirò l’attenzione di un mercante olandese che invitò Courbet in Olanda e gli commissionò un ritratto.
Nel frattempo, a Parigi, Courbet cominciò a frequentare il poeta Charles Baudelaire, Pierre-Joseph Proudhon, Jules Champfleury e Max Buchon, cugino e amico d’infanzia di Courbet.
Il gruppo si riuniva alla Brasserie Andler nella quale venne coniato il termine
Realismo per indicare non solo una poetica artistica e letteraria animata dall’intento di descrivere la vita quale effettivamente è, ma anche una filosofia legata alle istanze sociali del momento.
Nel febbraio del 1848 quella società fu scossa violentemente dallo scoppio dei tumulti per la strade di Parigi. Il re, Luigi Filippo,
abdicò e un governo repubblicano provvisorio prese il potere.
Courbet si schierò con l’insurrezione popolare, anche se prese poca parte alla lotta.
Nella difficile atmosfera politica del momento, il Salon rimase aperto, ma questa volta senza una commissione di ammissione e Courbet
ebbe finalmente la soddisfazione di vedere dieci sue opere esposte.
Il nome di Courbet era ormai affermato e nel 1849 il suo grande dipinto "Dopo pranzo a Ornans" vinse una medaglia d’oro e venne acquistato dal governo. Quel premio ebbe una particolare importanza perché esonerò Courbet dalla procedura di ammissione ai successivi Salon. Gustave Coubet godette per poco di questo privilegio, perché stava per esplodere la protesta contro il
Movimento Realista.
Nel 1855 Courbet allestì una mostra personale proprio nei pressi di quella pubblica intitolata "Il padiglione del
Realismo" che conteneva una grande scelta dei suoi lavori a partire dal 1840.
Questa personale sottolineava il distacco del pittore dalle influenze precedenti, sia nella vita artistica che personale: Virginie Binet lo aveva abbandonato, portando con sé il loro figlio.
Dopo il 1855 Courbet viaggiò moltissimo: a Francoforte fu trattato come una celebrità; a Etretat dipinse con il giovane
Monet; tenne mostre in Germania, Belgio, Olanda e Inghilterra; fu insignito di varie
decorazioni, le più importanti delle quali furono una medaglia d’oro da Leopoldo II del Belgio e la Croce al merito dell’Ordine di san Michele da Luigi II di Baviera, entrambe conferitegli nel 1869.
Ma parlando di Courbet non si può tralasciare di citarne l'opera comunque diventata la più famosa:
L'origine del mondo (del 1866). Si tratta di un dipinto che raffigura i genitali femminili con uno stile pittorico alquanto realista. Durante la sua intera carriera Courbet fece quattro ritratti di Joanna.
Probabilmente lei fu anche la modella che ispirò il quadro
L'origine du monde e che potrebbe spiegare la separazione tra Joanna e James McNeill.
L'unico dubbio riguardo questa ipotesi scaturisce dalla differenza del colore tra i capelli di Joanna nel quadro
La belle irlandaise che sono di un colore arancione acceso, con i peli pubici raffigurati nell'Origine du monde.
Sembrerebbe comunque che gli esperti del Musée d'Orsay rifiutino tale ipotesi, ritenendola non veritiera.
Nel 1870, alla vigilia della guerra franco-prussiana, gli fu offerta la Legion d’Onore: Courbet la rifiutò altezzosamente, in quanto la considerava un segno dell’interferenza dello Stato nell’Arte; questo gesto fece sì che, quando il governo cadde, Courbet fosse eletto presidente della Federazione degli Artisti Repubblicani.
Accettato come consigliere dell’Assemblea Nazionale, in seguito fu membro della Comune, responsabile della distruzione della
Colonna di Place Vendà´me, un monumento eretto durante l’Impero napoleonico a glorificazione delle
vittorie di Bonaparte, così, quando la Comune cadde, fu arrestato e condannato a sei mesi di reclusione e ad un’ammenda di 500 franchi.
Nel maggio del 1873 il nuovo governo gli ingiunse di pagare la ricostruzione della Colonna Vendà´me: il costo era proibitivo e Courbet
fu costretto a fuggire dalla Francia, rifugiandosi in Svizzera, a La Tour-de-Peilz, rimanendo in contatto con i dissidenti francesi e
continuando a dipingere.
Ammalatosi di idropisia, morì il 31 dicembre del 1877 e fu sepolto nel cimitero locale da dove, solo nel 1919, le sue ceneri furono traslate a Ornans.
Capostipite indiscusso del realismo pittorico francese, Jean-Désiré-Gustave Courbet, si formò da autodidatta, iniziando la
propria attività nel solco della tradizione romantica e dedicandosi soprattutto alla copia dal vero e al rifacimento di alcuni dipinti del Louvre.
Ben presto arrivò a rifiutare radicalmente ogni tipo di influenza e di compromissione con tutte le forme d’arte ufficiali e,
nonostante sia stato sempre contrario all’insegnamento dell’arte, nel 1861 aprì una propria, singolarissima scuola, in evidente polemica con l’Accademia e le altre scuole d’arte ufficiali.
Courbet era infatti del parere che l’arte non potesse essere appresa meccanicamente, ma che fosse l’individuale risultato dell’ispirazione dell’artista. Per questo motivo, egli non impartiva mai lezioni teoriche, ma consentiva che gli
alunni gli stessero accanto mentre dipingeva, al fine di apprendere i segreti del mestiere.
Courbet fu un artista senza mezze misure: la sua sete di realismo aveva radici culturali lontane e la tecnica adottata fu straordinariamente innovativa e personale.
Nella scelta dei temi l’artista abbandona di colpo qualsiasi riferimento storicistico concentrandosi sui piccoli fenomeni del quotidiano, registrati con l’impersonale distacco di un osservatore oggettivo, ribadendo che il proprio scopo è quello di fare
dell’arte viva, esaltando la realtà. Alcune opere in cui emerge questa visione della pittura sono “Lo spaccapietre“, “Atelier del Pittore“, “Fanciulle sulla riva della Senna“.
Il realismo di Courbet non deve indurre a credere che l’artista costruisse i suoi dipinti in modo casuale, al contrario egli dimostra una grande attenzione ai problemi compositivi anche quando la composizione sembra non esistere. Il pittore è attento alla resa realistica fino dalle prime fasi preparatorie, e il disegno assume fin dall’inizio un valore documentativo, per rispecchiare la realtà.
L’equilibrio compositivo e la giustapposizione dei colori vengono studiati con molta attenzione, al fine di riportare la natura ad un massimo di potenza e intensità.
La resa dei particolari rimanda all’immediatezza di
Delacroix, preludendo dall’altro alla resa sintetica di
Manet.
Courbet apre di fatto la strada alla fervida stagione del Realismo francese, sulla quale si innesterà poi anche tutta la
straordinaria esperienza
Impressionista.