Biografia e vita di Anton Raphael Mengs (Germania 1728-1779)
Conosciuto anche come: Antonio Raphael Mengs, Chevalier Mengs, Raphael Menghs, Raph
Nazionalità: Tedesco
Insegnante di: Richard Brompton (c1734-1783), Friedrich Rehberg
(1758-1835), Franz Stauder (c1734-)
Fratello di: Theresia Concordia Mengs (1725-c1808)
Figlio di: Ismael Mengs Israele (1688-1764)
Ha lavorato con: Giovanni Battista Casanova (c1728-1795)
Anton Raphael Mengs, pittore e teorico d'arte tedesco,
nasce a Aussig in Boemia il 12 marzo 1728.
Inizialmente studia a Dresda dove la famiglia si era trasferita, sotto la direzione del padre Ismael, pittore danese e artista specializzato
nelle miniature e negli smalti.
Dal 1741, Ismael ed il figlio si trasferiscono a Roma per completare l'istruzione artistica di Anton.
Nei tre anni di permanenza a Roma, l'aspirante pittore lavora sotto la guida di Marco Benefial e studia le statue del Belvedere, le
Stanze di Raffaello e la pittura classicista del Seicento.
Tornato a Dresda nel 1744 e nominato pittore di corte, Anton Raphael Mengs esegue ritratti a pastello, tra cui: il Ritratto di Augusto III, il
Ritratto del padre e l'Autoritratto, tutte opere ora conservate alla Gemäldegalerie di Dresda.
Nel 1746, dopo essere stato a Venezia, Parma e Bologna, prosegue per Roma dove, nel 1748, abiura la fede protestante e sposa una donna
cattolica.
Nonostante le nomine nel 1749 come pittore all'Elettorato di Sassonia e nel 1754 direttore della Scuola Vaticana di pittura, Anton Raphael Mengs
si mantiene indipendente e libero di accettare lavori da vari committenti delle diverse corti europee.
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Acclamato come il maggiore esponente del
Neoclassicismo, Anton Raphael Mengs
abbandona la tradizione pittorica del
Barocco e del
Rococò,
creando, dopo lo studio dell'antico e delle opere di
Raffaello,
composizioni di nobile semplicità, con colori chiari e brillanti.
La sua fama giunge al duca di Northumberland che gli commissiona, per la sua galleria di copie di
Raffaello,
Guido Reni e
Annibale Carracci, la copia dell'affresco
raffaellesco con la
Scuola d'Atene, finita nel 1755.
In questa occasione il pittore incontra e condivide l'entusiasmo per le antichità romane con il compatriota
Johann Joachim
Winckelmann, che lo definirà «il maggior artista del suo tempo e forse anche dei tempi a venire».
Di questo periodo molto produttivo di Mengs si ricorda il
"Giudizio di Paride" (1756 circa) conservato
all'
Hermitage di San Pietroburgo, e l'affresco con "
Gloria di sant'Eusebio" (1757), destinata all'omonima chiesa romana.
Nel 1761 il pittore realizza l'affresco del "
Parnaso" per il salone della villa del cardinale Alessandro
Albani, fuori di Porta Salaria; nell'affresco, il cardinale è rappresentato come Apollo, protettore delle arti.
Mengs tende a creare composizioni perfettamente composte e semplificate, con poca profondità e movimento, simili alle statue antiche, agli
affreschi di Ercolano ed ai dipinti di Raffaello.
Non pago di dipingere ed affrescare in maniera egregia, Anton Raphael Mengs, scrive in spagnolo, italiano e tedesco, le sua teorie sull'arte, che
delineano i principi fondamentali ai quali il pittore deve attenersi: il disegno greco, le espressioni di Raffaello, i chiaroscuro del
Correggio ed
il colore di
Tiziano.
Nel 1762, pubblica a Zurigo il trattato "Gedanken à¼ber die Schönheit und à¼ber den Geschmack in der Malerei", "
Pensieri
sulla bellezza e sul gusto nella pittura", edito anche in Italia nel 1780, con il titolo "
Opere di Antonio
Raffaello Mengs primo pittore della Maestà di Carlo III", dove teorizza l'imitazione dei grandi maestri come l'unico strumento in
grado di raggiungere la bellezza ideale, quella che non esiste in natura, ma che è il frutto di una scelta di ciò che in natura è migliore.
Nel trattato si scaglia anche contro la
pittura del Seicento per l'uso del chiaroscuro e per l'eccessivo
patetismo drammatico e religioso e la
pittura del Settecento, condannando le tematiche prive di intenti morali ed educativi.
Tornato in Italia per motivi di salute nel 1770, dopo una tappa a Firenze per il restauro degli affreschi di
Masaccio al Carmine, dipinge l'"
Allegoria della Storia" (1772), per la camera dei papiri in
Vaticano.
Nel 1774, il pittore è a Madrid dove affresca il soffitto della sala dei banchetti del Palazzo Reale con "Il Trionfo di
Traiano", "Il Tempio della Gloria" e raccomanda, per la realizzazione di una serie di cartoni per arazzi, il giovane
Francisco Goya.
Tornato a Roma nel 1777 dipinge il "Perseo" (oggi all'
Hermitage di San Pietroburgo) e comincia una pala per la basilica di San Pietro in Vaticano, pala che non finirà per la morte, avvenuta improvvisamente, il 29 giugno 1779.
Il suo corpo è sepolto nella chiesa dei Santi Michele e Magno a Roma.